sabato 24 gennaio 2015

Il castello di sabato 24 gennaio






PRATO – Castello dell’Imperatore (di Mimmo Ciurlia)

Unico esempio di architettura Sveva nell'Italia centro-settentrionale, fu edificato dall'architetto siciliano Riccardo da Lentini fra il 1237 e il 1248 per volere dell'imperatore Federico II di Svevia. Si trova in Piazza delle Carceri, accanto alla chiesa di Santa Maria delle Carceri e sul luogo del primitivo forte degli Alberti (di cui restano due torri, quelle prive di merli, che fino al 1767-68 avevano circa il doppio dell'attuale altezza). Il castello, originariamente tangente alla seconda cerchia muraria (XII secolo), era parzialmente circondato da un fossato e collegato alle carceri albertiane dalla cui definizione "delle carceri" prese il nome il vicino santuario mariano. I costruttori hanno avuto cura di riagganciarlo attraverso il simbolismo dell'ottagono a Castel del Monte, esso presenta infatti otto torri ed ha insiti, come per il Castel del Monte, svariati aspetti simbolici, sia nella struttura che nel portale. L'ottagono è infatti la figura geometrica risultante dall'unione del cerchio con il quadrato, simboli rispettivamente del cielo e della terra, ed è quindi comunicazione tra i due mondi tanto che esso è stato spesso usato in architettura per edifici sacri. A Prato, considerato che si partiva dal riutilizzo di un edificio preesistente, il simbolismo dell'ottagono viene riproposto attraverso la costruzione di otto torri. Il castello ha pianta quadrata potenziata agli angoli da torrioni, anch'essi a pianta quadrata; altre torri sono inserite a metà dei lati: quelle sui lati orientali e meridionali hanno una originale pianta pentagonale mentre quelle sugli altri due lati - in origine molto più alte e  utilizzate come punti di avvistamento - furono inglobate dal precedente palatium. La struttura in alberese, è coronata da una merlatura ghibellina "a coda di rondine" ripristinata nel 1933. Federico II non giunse mai a Prato, ma la fortezza fu abitata dal suo vicario in Toscana, incaricato di presidiare la strada che collegava il Sacro Romano Impero con l'Italia meridionale e la Sicilia attraverso il passo appenninico di Montepiano e la valle del Bisenzio.L'ingresso principale, un portale con arco sestiacuto, è impreziosito - e qui notiamo come lo stile Svevo fu influenzato dal gusto architettonico locale - con elementi decorativi dicromi ottenuti alternando fasce di marmo bianche e verdi; i due leoni scolpiti ai lati della porta conferiscono al castello l'iconografia della casa imperiale. Da notare anche come accurato sia stato lo studio per il posizionamento delle feritoie, al fine di consentire sia il tiro “di faccia” che quello “fiancheggiante”. L'immagine del castello nel suo insieme risulta essere una perfetta fusione fra la forma e la funzione militare. L'interno è in pratica vuoto, senza nessuna traccia (se non per alcuni capitelli scolpiti sulle pareti) degli, incompiuti, edifici originali (progettati per svilupparsi su due piani retti da semicolonne ed essere la sede del Vicario Imperiale in Toscana) disposti, come soluzione classica nell'architettura geometrica Federiciana, su quattro ali simmetriche al cortile. A questi edifici si riferiscono le aperture (che a prima vista possono sembrare feritoie ma in realtà più idonee a dar luce che a scopi militari) presenti nelle cortine murarie. L'interno fu comunque occupato da strutture provvisorie in legno e muratura atte ad ospitare la guarnigione. Interessante inoltre, sul retro dello stesso castello, i resti dell'ospedale e della corrispondente chiesa di San Giovanni Gerosolimitano (o dei cavalieri di Malta), edificata extra moenia a metà del XII secolo ed attualmente dismessa, ma che conserva ancora piccole e rare tracce antropomorfiche in cotto di epoca romanica. Nel 1944 il castello fu usato dai fascisti per rinchiudere le centinaia di pratesi arrestati per lo sciopero di marzo. Sempre nel 1944, tra il 6 e 7 settembre, dopo l'occupazione della città da parte dei Partigiani, ci fu un rastrellamento per la città, dove vennero catturati fascisti e presunti tali, e una volta condotti al castello, vennero fucilati. Fino ai recenti restauri il cortile era occupato da strutture moderne, il castello è stato a lungo adibito a carcere. Anche addossati alle mura esterne erano sorti vari edifici, per fortuna oggi completamente rimossi. Aperte liberamente pubblico, le austere mura ospitano oggi spesso esposizioni e manifestazioni.


Foto: entrambe cartoline della mia collezione

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