SIRMIONE (BS) – Rocca Della Scala (di Mimmo Ciurlia)
La rocca di Sirmione è l'esempio più significativo delle
strutture difensive gardesane. Nel periodo che va dal sec. XIII al sec. XIV il
borgo di Sirmione era terra di confine tra i possedimenti dei Della Scala di
Verona e quelli della signoria di Milano. Non si conosce con esattezza la data
di costruzione del castello, anche se comunque è databile nella seconda metà
del XIII secolo(1277–1278), probabilmente sui resti di una fortificazione
romana. La sua realizzazione venne ordinata dal podestà di Verona Leonardino
Della Scala, meglio conosciuto come Mastino I della Scala. La funzione del
castello era quella difensiva e di controllo portuale, poiché la città di Sirmione,
trovandosi in una posizione di confine, era maggiormente esposta ad
aggressioni. La prima parte del castello comprendeva il Mastio, il cortile
principale, le tre torri angolari e i due ingressi con ponte levatoio. L’edificio
è bagnato su tutti i lati dalle acque del lago di Garda, e su uno di questi,
nel secolo successivo, è stata realizzata la darsena che un tempo rappresentava
il luogo di rifugio della flotta scaligera. Circa un secolo dopo sono stati
aggiunti due cortili e una fortificazione indipendente, unita tramite barbacane
a quella principale, per aumentare le difese della fortezza. Le mura e le tre
massicce torri maggiori sono caratterizzate dalle merlature a coda di rondine
che contraddistinguono ogni costruzione scaligera: dietro questi tre torrioni
emerge l'imponente mastio, alto 47 metri, sotto al quale si trovavano le celle
destinate ai prigionieri. Un tempo si poteva accedere alla rocca sia
dall'esterno del centro abitato che dal borgo stesso tramite ponti levatoi,
mentre oggi è possibile entrare soltanto dal borgo. Il castello possedeva tre
ingressi, uno trovava luogo a meridione e sbarrava l’istmo che collegava la
penisola alla terraferma, un altro ad occidente rivolto in direzione del borgo,
l’ultimo, sul lago, a oriente. I due ingressi di terra si caratterizzavano per
la presenza di ponte levatoio. L’ingresso dal lago era singolare, poiché
protetto da una darsena artificiale di pianta quadrangolare, potenziata ai due
estremi orientali da due torri angolari. In corrispondenza della torre di
sud-est si trovava il varco attraverso il quale entravano e uscivano le imbarcazioni.
Un gran portale ad arco introduce ad un primo rivellino e ad un primo ponte
levatoio, entrambi sono collegati da un corridoio che conduce al secondo ponte
levatoio. Ai lati del corridoio si aprono gli ingressi del cortile della
darsena e del secondo cortile, dove una scala di 146 gradini, conduce ad
un lungo camminamento di ronda, fino ad una postazione di guardia. Pure la
darsena è difesa da torri che però, a differenza di quelle interne al castello,
non sono caratterizzate dalla merlatura a coda di rondine ma da una struttura
di base detta a punta di lancia. Questa caratteristica, insieme all'utilizzo di
mattoni e pietre provenienti da zone vicine, denotano un periodo differente di
costruzione. Su un lato della darsena si protrae un fossato esterno che sfocia
direttamente sul lago. Il castello era stato costruito rispettando una pianta
rettangolare, con tre torri angolari di pianta quadrangolare e una quarta
torre, interna al recinto, alta circa trenta metri con funzione di mastio. La
fortezza è ancora oggi circondata da un ampio fossato colmo d’acqua proveniente
direttamente dal lago. In tal maniera l’intero castello, posto a guardia
dell’ingresso alla penisola, si prefigurava come un’unità distaccata dalla
terraferma, ma direttamente collegata ad essa per mezzo dei ponti levatoi e
delle fortificazioni urbiche che dallafortezza stessa avevano loro principio e fine. La tecnica
muraria utilizzata per edificare il castello si compone di cantonali rinforzati
per mezzo di laterizi e malta di buona qualità. Il resto della muratura si
caratterizza per la presenza di pietrame locale parzialmente sbozzato, almeno
in parte proveniente dalle fortificazioni tardoantiche, e disposto lungo
regolari assise. Entrati nel castello si accede al cortile principale,
rettangolare, circondato da alte mura e dalle torri angolari. A sinistra nel
cortile si erge la torre di avvistamento. Osservando le possenti mura si
osserva la tecnica costruttiva, dall'utilizzo dei mattoni, cotti nelle
vicinanze, e la pietra proveniente dalla vicina collina di Cortine. Oltre
all’ingresso dei sotterranei ci sono dei resti murari del Monasteriolo di S.
Salvatore di epoca longobarda. La rocca non aveva funzione residenziale perciò
gli unici elementi decorativi esistenti sono picche o pigne in pietra poste sui
camminamenti. Proseguendo si arriva all’interno della Torre Angolare che
conduce ai camminamenti, con i tipici merli ghibellini a coda di rondine.Il Castello e la sua darsena, ancora in perfetto stato di conservazione,
rappresenta un raro caso di fortificazione destinata ad uso portuale ed ebbe il
massimo splendore verso la fine del 1300, pur essendo fortezza di estrema
importanza non fu mai sede di corte. Nel 1405 Sirmione passò sotto il controllo
della Repubblica di Venezia durante il cui dominio iniziò un'opera di
rafforzamento dellestrutture difensive. Proprio al dominio veneziano risale un
documento del 13 febbraio 1409, nel quale si fa chiara menzione della fortezza
scaligera. Dal testo si apprende l’obbligo da parte dei cittadini di Sirmione
di provvedere alla riparazione di tutte le fortezze del territorio, ovvero che
si
adoperassero a restaurare dove necessario la Rocca
Scaligera. Nel XVI secolo cominciò un lento ma inesorabile declino della rocca
in concomitanza dell'aumentata importanza assunto dalla vicina cittadella di Peschiera. Il castello rimase sede della
guarnigione militare, fino alla caduta di Venezia nel 1797, poi fu caserma dei
francesi e degli austriaci, sino all'Unità d'Italia. Come ogni castello
che si rispetti, anche la Rocca di Sirmione ha il suo fantasma. La leggenda
vuole che Ebengardo e la sua sposa Arice, vivessero felici nel castello quando,
in una notte di pioggia e vento, un cavaliere,Elaberto, Marchese del Feltrino, bussò alla loro porta per
chiedere ospitalità. I due coniugi, dall'animo gentile, lo accolsero e gli
diedero riparo. Ma l'orrendo Elaberto, veduta la bellezza e la grazia di Arice,
se ne invaghì e architettò di averla ad ogni costo. Durante la notte,
furtivamente si introdusse nella stanza di lei per usarle violenza; la donna urlò
per far accorrere il marito. Ma prima che egli potesse difenderla, venne uccisa
con un pugnale dal terribile Elaberto. I fulmini, i tuoni e il rumore della
tempesta però non impedirono ad Ebengardo di svegliarsi e, sentite le urla di
Arice, di correre in suo aiuto ma quando arrivò nella stanza, la sua adorata
consorte era già morta. Allora perso il controllo e pazzo di dolore, si
avventurò sull'intruso. I due ebbero una collutazione e mentre Elaberto morì,
trafitto dal suo stesso pugnale, ad Ebengardo non restò che la disperazione. Nemmeno
la morte lo ricongiunse all'amata: i loro destini furono separati anche
nell'aldilà. Arice in Paradiso mentre Ebengardo condannato a rimanere tra i
viventi sottoforma di fantasma. Ecco perchè ancora oggi, nelle notti di
tempesta, lo si può vedere aggirarsi tra le sale del castello, cercando la sua
Arice, che non seppe proteggere.
Fonti:
http://www.lagodigardamagazine.com/castello-di-sirmione-lago-garda.aspx
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Scaligero_(Sirmione)
http://www.tuttogarda.it/sirmione/sirmione_castelli.htm
http://www.icastelli.it/castle-1235255284-rocca_scaligera_di_sirmione-it.php
http://www.duepassinelmistero.com/Sirmione.htm
http://www.garda-see.com/it/temi/arte-cultura/castelli/castello-di-sirmione
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Scaligero_(Sirmione)
http://www.tuttogarda.it/sirmione/sirmione_castelli.htm
http://www.icastelli.it/castle-1235255284-rocca_scaligera_di_sirmione-it.php
http://www.duepassinelmistero.com/Sirmione.htm
http://www.garda-see.com/it/temi/arte-cultura/castelli/castello-di-sirmione
Foto: da http://www.gardaconcierge.com/sirmione-aperture-serali-2014-grotte-catullo-castello-scaligero/
e di kingleo su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/69805/view
Nessun commento:
Posta un commento