VERUCCHIO (RN) – Rocca Malatesta (di Mimmo Ciurlia)
Chiamata anche Rocca del Sasso, per la sua posizione sullo
sperone roccioso che domina il paese, la valle e la pianura fino al mare
Adriatico, è tra le più grandi e meglio conservate rocche malatestiane: un
magnifico e monumentale complesso costituito da edificazioni di diversi
periodi. I primi documenti certi sulla rocca risalgono al 1144 quando viene
ricordato un Sancti Petri in castrum Verucoli. Altre fonti ne danno l'esistenza
nel 962 in quanto facente parte di una donazione da parte dell'Imperatore
Ottone I a Ulderico di Carpegna, ma questo documento viene definito da più
parti un falso storico. Di certo, comunque, la rocca nel 1197 era già di
proprietà dei Malatesta, casata che detenne la città ed il castello per almeno
tre secoli. E' da questo ramo proveniente da Pennabilli e stabilitosi
successivamente a Verucchio, che ebbe origine la discendenza che ha dato i
natali a Malatesta il Vecchio, nato a Verucchio, nominato Podestà di Rimini (il
Mastin Vecchio ricordato da Dante Alighieri) nel 1239. Da qui l'appellativo
ormai tradizionale di "culla dei Malatesta", e sempre ad opera di un
Malatesta, il potente Sigismondo Pandolfo signore di Rimini in continua lotta
contro Federico da Montefeltro duca di Urbino, avvenne il potenziamento ed il
rinnovo della rocca di Verucchio nel 1449. All'epoca, riconoscendole un ruolo
strategicamente importante per il controllo della Valmarecchia, si provvide fra
l'altro ad edificare la cinta muraria della cittadella. La rocca fortissima ed
imprendibile, nel 1462 subì un lungo assedio ad opera dei Montefeltro e venne
conquistata solo grazie ad un inganno. Sigismondo Pandolfo Malatesta, persi gli
appoggi papali per i suoi continui atti di insubordinazione, venne scomunicato
e papa Pio II trovò alleanza con Federico II da Montefeltro, tradizionalmente
nemico dei Malatesta. Le truppe riuscirono a penetrare abbastanza agevolmente
nella cittadella di Verucchio attraversando la prima cinta muraria, ma una
volta giunti alla rocca non poterono conquistarla. Dopo una decina di giorni di
assedio venne fatta recapitare al castello una falsa missiva a firma di
Sigismondo con la quale si preannunciava l'invio di venti fanti per il tal
giorno alla tal ora. Federico preparò un gruppo di suoi uomini e finse di
attaccarli inseguendoli fin sotto le mura dove vennero accolti e difesi. Appena
entrati nella rocca i soldati rivelarono la loro identità ed ebbero facilmente
ragione della truppa malatestiana. Nello stesso anno i Malatesta vennero
definitivamente sconfitti dai Montefeltro e il castello passò sotto il dominio
diretto della Chiesa, e affidato alcuni anni più tardi a Cesare Borgia. Dopo la
dominazione veneziana nel 1503, il castello venne affidato nel 1516 a un certo
Giovanni Alemanno Medici, un ebreo convertito e suonatore di liuto, al quale il
Papa aveva concesso lo stemma e il nome dei Medici. Il paese venne declassato a
Contea, e il successore di Giovanni, il conte Camillo, fu presto costretto a
vendere per 1650 scudi la contea a Zenobio imparentato con i Medici e marito di
Ippolita Comneno, la figlia di Costantino principe di Macedonia. Alla morte di
Zenobio la contea passò alla moglie Ippolita. E' di questo periodo la
ristrutturazione più consistente del fabbricato allo scopo di renderlo più
consono all'uso abitativo. Il periodo della contessa Ippolita, durato quasi
trent'anni, è ricordato come una fase di pace e prosperità. Nel 1532 la
contessa Ippolita sposò in seconde nozze Pio da Carpi, già signore di Meldola e
Sarsina, e dalla loro unione nacque Alberto Pio che dal 1580 divenne il quinto
duca di Verucchio. Proprio Alberto Pio, però, eliminò con un pretesto la Contea
e pose Verucchio sotto il diretto dominio della Chiesa, che durò, salvo brevi
parentesi, fino all'unità d'Italia. Dal cancello si accede alla corte esterna
sulla quale si affacciano a destra la torre dell'orologio e a sinistra il
castello, mentre di fronte si apre un ampio panorama che spazia dall'Adriatico
alle più alte vette del crinale appenninico. La torre dell'orologio nella sua
conformazione attuale è frutto di un rimaneggiamento avvenuto agli inizi del
1700, anticamente costituiva un baluardo rivolto verso la Valmarecchia. Al suo
interno è stato ricavato un piccolo vano visitabile attrezzato con antichi
utensili da cucina, mentre la maggior parte del fabbricato è inaccessibile e
custodisce gli ingranaggi dell'orologio. Ritornati sul cortile, si accede alla
rocca tramite una porta ad arco che dà accesso ad un corto ingresso. Entrando
nella prima porta a sinistra si attraversano un paio di stanze e si accede alla
Sala Grande, dove sono esposte numerose armature e l'albero genealogico della
casata dei Montefeltro. Dalla sala si esce su un terrazzo panoramico esterno
con al centro un pozzo, dal quale partono anguste scalette che danno accesso
alle segrete ricavate da un'antica cisterna quattrocentesca utilizzata per la
raccolta dell'acqua e ubicata ai piedi della torre diroccata del Mastin
Vecchio. Si accede tramite il corto ingresso iniziale alla torre maestra. Una
serie di scalette interne introducono ai vari piani dotati di alcune stanze
nelle quali sono esposte armature e reperti medievali, fino a giungere alla
sommità, dalla quale si può ammirare un magnifico panorama circolare. Aperta
interamente al pubblico, all’interno della Rocca del Sasso sono da ammirare
l’imponente Sala Grande e le varie stanze con interessanti allestimenti che
ospitano abitualmente mostre temporanee. La Rocca del Sasso ospita anche
un’importante collezione di armi medievali tra cui è possibile ammirare il
modello della prima bocca da fuoco comparsa in occidente, suggestive armature
quattrocentesche, oltre ad archibugi, armi ad avancarica e una possente
bombarda del XV secolo. Continuando con la visita della Rocca, si può scegliere
se salire al Mastio che, con il suo terrazzo panoramico, restituisce il senso
di roccaforte dominante e, camminando lungo gli spalti, ci si può immaginare
cosa dovesse essere nei secoli passati il controllo del territorio. Riscendendo
è possibile visitare la guardiola e la torre dell’orologio e un raro esempio di
cisterna del XIII secolo, tuttora perfettamente funzionante, che arriva a
contenere fino a 28 mc di acqua. Scendendo ancora, si arriva alle segrete della
Rocca, tanto affascinanti quanto inquietanti.
Fonti:
http://www.riviera.rimini.it/situr/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/rocca-malatestiana-88.html
http://www.appenninoromagnolo.it/castelli/verucchio.asp
http://www.gpsriccione.com/verucchio-poi/rocca-malatestiana-o-rocca-del-sasso.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Verucchio#Architetture_civili_e_militari
http://www.mondimedievali.net/Castelli/Emilia/rimini/verucchio.htm
http://www.riviera.rimini.it/situr/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/rocca-malatestiana-88.html
http://www.appenninoromagnolo.it/castelli/verucchio.asp
http://www.gpsriccione.com/verucchio-poi/rocca-malatestiana-o-rocca-del-sasso.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Verucchio#Architetture_civili_e_militari
http://www.mondimedievali.net/Castelli/Emilia/rimini/verucchio.htm
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la
seconda è presa da http://www.bandierearancioni.it/comune/45
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