sabato 31 gennaio 2015

Il castello di domenica 1 febbraio






VERUCCHIO (RN) – Rocca Malatesta (di Mimmo Ciurlia)

Chiamata anche Rocca del Sasso, per la sua posizione sullo sperone roccioso che domina il paese, la valle e la pianura fino al mare Adriatico, è tra le più grandi e meglio conservate rocche malatestiane: un magnifico e monumentale complesso costituito da edificazioni di diversi periodi. I primi documenti certi sulla rocca risalgono al 1144 quando viene ricordato un Sancti Petri in castrum Verucoli. Altre fonti ne danno l'esistenza nel 962 in quanto facente parte di una donazione da parte dell'Imperatore Ottone I a Ulderico di Carpegna, ma questo documento viene definito da più parti un falso storico. Di certo, comunque, la rocca nel 1197 era già di proprietà dei Malatesta, casata che detenne la città ed il castello per almeno tre secoli. E' da questo ramo proveniente da Pennabilli e stabilitosi successivamente a Verucchio, che ebbe origine la discendenza che ha dato i natali a Malatesta il Vecchio, nato a Verucchio, nominato Podestà di Rimini (il Mastin Vecchio ricordato da Dante Alighieri) nel 1239. Da qui l'appellativo ormai tradizionale di "culla dei Malatesta", e sempre ad opera di un Malatesta, il potente Sigismondo Pandolfo signore di Rimini in continua lotta contro Federico da Montefeltro duca di Urbino, avvenne il potenziamento ed il rinnovo della rocca di Verucchio nel 1449. All'epoca, riconoscendole un ruolo strategicamente importante per il controllo della Valmarecchia, si provvide fra l'altro ad edificare la cinta muraria della cittadella. La rocca fortissima ed imprendibile, nel 1462 subì un lungo assedio ad opera dei Montefeltro e venne conquistata solo grazie ad un inganno. Sigismondo Pandolfo Malatesta, persi gli appoggi papali per i suoi continui atti di insubordinazione, venne scomunicato e papa Pio II trovò alleanza con Federico II da Montefeltro, tradizionalmente nemico dei Malatesta. Le truppe riuscirono a penetrare abbastanza agevolmente nella cittadella di Verucchio attraversando la prima cinta muraria, ma una volta giunti alla rocca non poterono conquistarla. Dopo una decina di giorni di assedio venne fatta recapitare al castello una falsa missiva a firma di Sigismondo con la quale si preannunciava l'invio di venti fanti per il tal giorno alla tal ora. Federico preparò un gruppo di suoi uomini e finse di attaccarli inseguendoli fin sotto le mura dove vennero accolti e difesi. Appena entrati nella rocca i soldati rivelarono la loro identità ed ebbero facilmente ragione della truppa malatestiana. Nello stesso anno i Malatesta vennero definitivamente sconfitti dai Montefeltro e il castello passò sotto il dominio diretto della Chiesa, e affidato alcuni anni più tardi a Cesare Borgia. Dopo la dominazione veneziana nel 1503, il castello venne affidato nel 1516 a un certo Giovanni Alemanno Medici, un ebreo convertito e suonatore di liuto, al quale il Papa aveva concesso lo stemma e il nome dei Medici. Il paese venne declassato a Contea, e il successore di Giovanni, il conte Camillo, fu presto costretto a vendere per 1650 scudi la contea a Zenobio imparentato con i Medici e marito di Ippolita Comneno, la figlia di Costantino principe di Macedonia. Alla morte di Zenobio la contea passò alla moglie Ippolita. E' di questo periodo la ristrutturazione più consistente del fabbricato allo scopo di renderlo più consono all'uso abitativo. Il periodo della contessa Ippolita, durato quasi trent'anni, è ricordato come una fase di pace e prosperità. Nel 1532 la contessa Ippolita sposò in seconde nozze Pio da Carpi, già signore di Meldola e Sarsina, e dalla loro unione nacque Alberto Pio che dal 1580 divenne il quinto duca di Verucchio. Proprio Alberto Pio, però, eliminò con un pretesto la Contea e pose Verucchio sotto il diretto dominio della Chiesa, che durò, salvo brevi parentesi, fino all'unità d'Italia. Dal cancello si accede alla corte esterna sulla quale si affacciano a destra la torre dell'orologio e a sinistra il castello, mentre di fronte si apre un ampio panorama che spazia dall'Adriatico alle più alte vette del crinale appenninico. La torre dell'orologio nella sua conformazione attuale è frutto di un rimaneggiamento avvenuto agli inizi del 1700, anticamente costituiva un baluardo rivolto verso la Valmarecchia. Al suo interno è stato ricavato un piccolo vano visitabile attrezzato con antichi utensili da cucina, mentre la maggior parte del fabbricato è inaccessibile e custodisce gli ingranaggi dell'orologio. Ritornati sul cortile, si accede alla rocca tramite una porta ad arco che dà accesso ad un corto ingresso. Entrando nella prima porta a sinistra si attraversano un paio di stanze e si accede alla Sala Grande, dove sono esposte numerose armature e l'albero genealogico della casata dei Montefeltro. Dalla sala si esce su un terrazzo panoramico esterno con al centro un pozzo, dal quale partono anguste scalette che danno accesso alle segrete ricavate da un'antica cisterna quattrocentesca utilizzata per la raccolta dell'acqua e ubicata ai piedi della torre diroccata del Mastin Vecchio. Si accede tramite il corto ingresso iniziale alla torre maestra. Una serie di scalette interne introducono ai vari piani dotati di alcune stanze nelle quali sono esposte armature e reperti medievali, fino a giungere alla sommità, dalla quale si può ammirare un magnifico panorama circolare. Aperta interamente al pubblico, all’interno della Rocca del Sasso sono da ammirare l’imponente Sala Grande e le varie stanze con interessanti allestimenti che ospitano abitualmente mostre temporanee. La  Rocca del Sasso ospita anche un’importante collezione di armi medievali tra cui è possibile ammirare il modello della prima bocca da fuoco comparsa in occidente, suggestive armature quattrocentesche, oltre ad archibugi, armi ad avancarica e una possente bombarda del XV secolo. Continuando con la visita della Rocca, si può scegliere se salire al Mastio che, con il suo terrazzo panoramico, restituisce il senso di roccaforte dominante e, camminando lungo gli spalti, ci si può immaginare cosa dovesse essere nei secoli passati il controllo del territorio. Riscendendo è possibile visitare la guardiola e la torre dell’orologio e un raro esempio di cisterna del XIII secolo, tuttora perfettamente funzionante, che arriva a contenere fino a 28 mc di acqua. Scendendo ancora, si arriva alle segrete della Rocca, tanto affascinanti quanto inquietanti.


Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.bandierearancioni.it/comune/45

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