sabato 17 ottobre 2015

Il castello di domenica 18 ottobre








AVIGLIANO (PZ) – Castello svevo di Lagopesole

Il castello di Lagopesole è un castello medievale di epoca federiciana situato su una collinetta alla quota di 820 m sul livello del mare posta sullo spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano, in Basilicata. Con il rinvenimento degli Statuta Officiorum del Regno di Sicilia, si può asserire che nel 1242 l'Imperatore Federico II di Svevia dette inizio ai lavori di ampliamento del castello di Lagopesole, l'ultimo e il più grande delle sue costruzioni. Il castello, realizzato in conci di pietra arenaria, conserva ancora oggi la struttura originale. Tenendo presente il suo amore per la caccia e per la natura, Federico II, fece di questo luogo dimora prediletta. Il complesso fu dimora ideale di Manfredi, figlio di Federico II, che privilegiò Lagopesole alla capitale del suo regno, Palermo. Lo stato presente del castello, restaurato negli anni novanta, riflette le modifiche apportate al progetto normanno-svevo da Carlo I d’Angiò, che utilizzò la costruzione soprattutto come prigione di lusso (vi rinchiuse fino alla morte Elena Angelo Comneno di Epiro, moglie di Manfredi, e i suoi figli). La bellezza del castello di Lagopesole venne apprezzata anche da Carlo I d’Angiò, che oltre a completarne la costruzione lo frequentò per lunghi periodi, dotandolo di un acquedotto, di scuderie e di una sorta di «piscicoltura» medievale: il re angioino fece  trasportare in appositi barili, e gettare nel laghetto antistante alla reggia, qualcosa come diecimila anguille, pescate nei laghi di Versentino e Salpi. Successivamente, nel corso dei secoli il palazzo andò incontro all’abbandono e al degrado. Nell'Ottocento il castello fu rifugio dei briganti capeggiati da Carmine Crocco, che il 7 aprile 1861 lo occupò con 400 uomini. Il castello, a pianta rettangolare (grande 96 x 58 metri, più o meno quanto un campo da calcio) e racchiuso fra quattro torri angolari, all’esterno appare chiuso da un poderoso muro a bugnato. Il complesso è diviso a sud da una cortina muraria che collega internamente la parte residenziale attraverso un matroneo che si affaccia sulla cappella. Gli ambienti residenziali si raccolgono su due livelli e su tre lati intorno a quello maggiore, nella zona settentrionale dell’edificio. Vi sono due cortili: il minore, di epoca altonormanna, conserva al centro un mastio (donjon) quadrato che curiosamente è fuori asse rispetto al resto della struttura, che indica che molto probabilmente è anteriore alla costruzione del castello antistante. La torre è caratterizzata da una muratura bugnata nella parte superiore, fatto tipico per l'architettura sveva, in questo caso l'edificio è molto probabilmente risalente all'epoca di Enrico VI di Svevia. Anche le due teste (un uomo e una donna) scolpite lì fanno pensare ai castelli degli Svevi nell'Alsazia, costruiti nella fine del XII secolo. È da notare anche la compattezza dell'edificio, tipica dei castelli federiciani. Solo tre feritoie, infatti, si aprono sulle pareti sud, est ed ovest, mentre su quella nord c'è l'unico possibile accesso, a circa quattro metri dalla quota di calpestio, cui corrispondono due grandi mensole in pietra (probabili basi d'appoggio per un passaggio mobile) ed altre due mensole figurate nella parte superiore. Il cortile maggiore, risalente all'ampliamento iniziato da Federico II di Svevia nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni normanno-sveve (a scopo militare) ed angioine (a scopo residenziale), include una vasta cisterna ed una grande cappella, che conserva il portale originale realizzato forse, da Mele di Stigliano il quale lavorava nei cantieri siciliani di Federico II. Proprio quest'ultima è una peculiarità che contraddistingue questo castello da tutti gli altri attribuiti a Federico II di Svevia; infatti la presenza al suo interno di questo luogo di culto è l'unico esempio tra tutti quelli risalenti a quell'epoca imperiale. La chiesa, in un austero stile romanico che i restauri effettuati negli ultimi anni del XX secolo hanno portato alla luce nel suo originario aspetto, ha un abside semicircolare e l'entrata decorata con il motivo dei denti di sega, tipico dell'età angioina. Gli ampi saloni del castello sono caratterizzati dalla presenza di mensole scultoree che reggevano gli archi a sesto acuto, abbelliti inoltre di bifore e monofore. Oggi, proprietà del Demanio dello Stato, inserito all'interno della Riserva Nazionale Antropologica "Coste Castello" gestita dal Corpo Forestale dello stato, è del tutto restaurato. Il castello ospita numerose attività culturali e dal 2000 accoglie l'Antiquarium realizzato con i materiali medievali rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate nel cortile minore. Nel 2012 è stato scelto come set per la fiction “Il generale dei briganti” di Paolo Poeti. Aperto al pubblico tutto l'anno, sabato e domenica compresi, è meta di tantissimi visitatori dall'Italia e dall'estero. Le leggende della valle di Vitalba raccontano che Federico I Barbarossa, in vecchiaia, si ritirò nel castello di Lagopesole, afflitto da una deformità congenita che lo costringeva a nascondere delle orecchie allungate e puntute sotto una fluente capigliatura. Affinché nulla trapelasse di questa imbarazzante situazione, i barbieri chiamati nella sua dimora e incaricati di raderlo, al momento di lasciare il castello incappavano in un apposito e letale trabocchetto approntato in una torre alla fine di un lungo corridoio. La tradizione, pur senza riferirne il nome, racconta che un giovane barbiere, forse meno sprovveduto degli altri, riuscì a sfuggire all’agguato mortale, e ad aver salva la vita a patto che non avesse fatto parola di quanto a lui noto riguardo alla deformità dell’imperatore. La promessa venne mantenuta .... in parte: il barbiere ci teneva alla pelle, fors’anche a mantenere la parola data, ma cercava uno sfogo per quel segreto straordinario. Lo trovò in un luogo isolato delle campagne di Lagopesole, scavando una profonda buca nel terreno, e gridandovi a squarciagola la storia che nessuno doveva conoscere. Dopo qualche tempo, in quel luogo, crebbero delle canne che, agitate dal vento, rimandavano il segreto dell’imperatore ai quattro angoli della terra come una canzone: “Federico Barbarossa tène l’orecchie all’asinà a a a a ...”! Strano a dirsi, ma è un famoso ritornello ripreso in tanti canti popolari di questa zona..... Chi non crede alle storie soffiate nel vento, può sempre accontentarsi di osservare la mensola in forma di testa maschile scolpita sul donjon del castello sopra il suo ingresso: è una testa coronata, con due grandi orecchie a punta in bella vista, in cui la tradizione riconosce ancora una volta il nonno di Federico II, istituendo per quel poco lusinghiero attributo addirittura un parallelo con re Mida. Secondo un’altra leggenda, vi sarebbero notti, a Lagopesole, specie quando la luna è piena e con il suo chiarore diffuso sigilla rumori e colori rendendo immobile la campagna circostante, nelle quali una luce più intensa appare e scompare in corrispondenza del castello, accompagnata da lamenti, invocazioni e singhiozzi disperati. Si dice anche sia Elena degli Angeli, la principessa venuta dal mare, la sposa felice di Manfredi di Svevia, che torna nel luogo che vide la sua felicità, ma anche la sua resa, a cercare il suo amato e i suoi figli perduti per sempre. Si dice ancora che negli angoli della campagna meno illuminati da quella luna Manfredi, all'oscuro di tutto, vaghi anch’esso alla ricerca ormai inutile e vana della sua felicità perduta, su un magnifico cavallo bianco e avvolto da un lungo manto verde, e lo si possa incontrare aggirandosi intorno al castello. Diversi siti web parlano di questo importantissimo castello nel sud dell’Italia, tra questi segnaliamo i seguenti: http://www.icastelli.it/castle-1235856553-castello_di_lagopesole-it.php, http://www.allacortedifederico.com/. Infine, ecco un interessante video (di Canaletv di Basilicata) dedicato al maniero federiciano: https://www.youtube.com/watch?v=xu4F4Gh55o0


Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.basilicatashop.com/images/castello-lagopesole-2.jpg, infine la terza di Viagginanopress su http://www.matera31.it/la-basilicata-e-i-suoi-castelli-la-provincia-di-potenza/

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