BITETTO (BA) - Palazzo Baronale
Nel 1011 il territorio bitettese fu teatro della battaglia tra Melo di Bari
e i bizantini. Nel corso dell'XI secolo Bitetto fu elevata a sede vescovile, in
quanto nel 1089 una bolla di papa Urbano II la cita come suffraganea di Bari.
La città venne quindi donata nel 1176 da Guglielmo II alla chiesa di Monreale. In
epoca normanna, parte del territorio comunale venne stornato da Federico II e
devoluto alla nascente città di Altamura, dove si stabilirono molti bitettesi.
Con l'ascesa degli angioini, Bitetto fu tra le città più ricche della Terra di
Bari e il borgo fu ingentilito da diversi edifici civili, alcuni dei quali
pervenuti ad oggi. Nel 1349 Bitetto fu assediata e saccheggiata dalle truppe
ungheresi calate in Puglia per regolare la successione a Roberto d'Angiò.
Successivamente la città venne ceduta dalla corona alla nobiltà feudale degli
Arcamone e, dopo il 1419 a Lorenzo de Attendolis, talmente autoritario da
allontanare il vescovo. Il XV secolo vide il progressivo peggioramento delle
condizioni di vita della popolazione bitettese: la peste del 1489 e la carestia
ridussero il numero degli abitanti, che abbandonarono gli alloggi fuori dalle
mura cittadine. L'area all'esterno del centro storico non sarebbe stata
ripopolata che nel primo Ottocento. Intanto nel 1731 il regio demanio sottrasse
il feudo di Bitetto, comprendente anche Carbonara, Binetto, Erchie e Mesagne al
marchese di Mesagne Donato Timperi, reo di insolvenza fiscale per oltre un
trentennio. Successivamente se lo aggiudicò all'asta per 61.000 ducati il
barone Francesco Noja di Mola di Bari, ma di ascendenza fiamminga. A ridosso
della porta e della Porta Piscina, l'unica sopravvissuta delle quattro
originali appartenenti all’antica cinta muraria, si erge il Palazzo Baronale,
un complesso architettonico di notevole pregio, eretto intorno al 1773 dalla
famiglia Noja, nobili facoltosi di Mola che nel 1743 acquistarono il feudo di
Bitetto dal Principe Carmine de Angelis. Infatti, il Palazzo settecentesco
sorgendo a cavallo delle mura, oltre a comprendere al suo interno un nucleo più
antico di origine medievale, inglobò anche il palazzo cinquecentesco del
Principe De Angelis. Il Palazzo passò in eredità a Vincenzo de Ruggiero, nipote
del barone don Noja, per essere poi, negli anni’30, abbandonato. Negli anni’70
venne acquistato dall’Architetto Raffaele de Pinto che, dopo una lunga e
meticolosa operazione di restauro, lo ha sottratto al degrado e ne ha fatto la
propria residenza privata (motivo per il quale non è visitabile). Per
approfondire potete andare a vedere la scheda di Luigi Bressan su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/bitetto.htm
Fonti: http://www.bitettoweb.it/itinerario.php, https://it.wikipedia.org/wiki/Bitetto
Foto: da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/bitet01.jpg
e da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/bitet10.jpg
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