venerdì 30 ottobre 2015

Il castello di venerdì 30 ottobre






BITETTO (BA) - Palazzo Baronale

Nel 1011 il territorio bitettese fu teatro della battaglia tra Melo di Bari e i bizantini. Nel corso dell'XI secolo Bitetto fu elevata a sede vescovile, in quanto nel 1089 una bolla di papa Urbano II la cita come suffraganea di Bari. La città venne quindi donata nel 1176 da Guglielmo II alla chiesa di Monreale. In epoca normanna, parte del territorio comunale venne stornato da Federico II e devoluto alla nascente città di Altamura, dove si stabilirono molti bitettesi. Con l'ascesa degli angioini, Bitetto fu tra le città più ricche della Terra di Bari e il borgo fu ingentilito da diversi edifici civili, alcuni dei quali pervenuti ad oggi. Nel 1349 Bitetto fu assediata e saccheggiata dalle truppe ungheresi calate in Puglia per regolare la successione a Roberto d'Angiò. Successivamente la città venne ceduta dalla corona alla nobiltà feudale degli Arcamone e, dopo il 1419 a Lorenzo de Attendolis, talmente autoritario da allontanare il vescovo. Il XV secolo vide il progressivo peggioramento delle condizioni di vita della popolazione bitettese: la peste del 1489 e la carestia ridussero il numero degli abitanti, che abbandonarono gli alloggi fuori dalle mura cittadine. L'area all'esterno del centro storico non sarebbe stata ripopolata che nel primo Ottocento. Intanto nel 1731 il regio demanio sottrasse il feudo di Bitetto, comprendente anche Carbonara, Binetto, Erchie e Mesagne al marchese di Mesagne Donato Timperi, reo di insolvenza fiscale per oltre un trentennio. Successivamente se lo aggiudicò all'asta per 61.000 ducati il barone Francesco Noja di Mola di Bari, ma di ascendenza fiamminga. A ridosso della porta e della Porta Piscina, l'unica sopravvissuta delle quattro originali appartenenti all’antica cinta muraria, si erge il Palazzo Baronale, un complesso architettonico di notevole pregio, eretto intorno al 1773 dalla famiglia Noja, nobili facoltosi di Mola che nel 1743 acquistarono il feudo di Bitetto dal Principe Carmine de Angelis. Infatti, il Palazzo settecentesco sorgendo a cavallo delle mura, oltre a comprendere al suo interno un nucleo più antico di origine medievale, inglobò anche il palazzo cinquecentesco del Principe De Angelis. Il Palazzo passò in eredità a Vincenzo de Ruggiero, nipote del barone don Noja, per essere poi, negli anni’30, abbandonato. Negli anni’70 venne acquistato dall’Architetto Raffaele de Pinto che, dopo una lunga e meticolosa operazione di restauro, lo ha sottratto al degrado e ne ha fatto la propria residenza privata (motivo per il quale non è visitabile). Per approfondire potete andare a vedere la scheda di Luigi Bressan su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/bitetto.htm
Fonti: http://www.bitettoweb.it/itinerario.php, https://it.wikipedia.org/wiki/Bitetto

Foto: da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/bitet01.jpg e da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/bitet10.jpg

Nessun commento: