CALUSO (TO) - Castello
Caluso è una comunità molto antica, sorta su un insediamento
pre romano. Il centro abitato, adagiato sulle falde di un sistema di colline
che lo riparano dai venti, è soleggiato ed arioso, sicché il clima è mite e la
terra fertile tanto che già nel XIV sec. Pietro Avario scriveva che a Caluso il
raccolto di un anno bastava per dieci a venire. Proprio per questo, e per la
sua posizione strategica per il controllo del territorio il borgo fu molto
conteso, specie tra i Monferrato e i Savoia, e la sua storia è ricca e
movimentata, come testimoniano le poche ma significative costruzioni
sopravvissute alle complesse vicende storiche, tra cui il Castello di Caluso,
noto anche come Castellazzo, risalente al XIII secolo e ridotto a ruderi dagli
Spagnoli sin dalla metà del XVI secolo. Da segnalare, inoltre, i resti della
Chiesa di San Calocero, coeva del castello, la Porta Crealis, una delle
superstiti delle quattro che vigilavano gli accessi del borgo medievale,
anch’essa risalente al XII sec. (anche se ristrutturata nei sec. XIII e XIV),
nonché le poderose mura di cinta. L’importante posizione occupata dal castello ha
fatto sì che con il passare del tempo esso rivestisse un ruolo importante,
tanto che man mano che gli anni passavano è stato dotato di dispositivi
difensivi sempre più efficaci. Il castello, anticamente
dipendente dal vescovo di Ivrea, passò a Guido di Biandrate nel 1224. La
struttura fortificata, menzionata come castellacium in un atto del 1257 fu poi
trasformata in castrum secondo quanto indicato in un altro del 1297; non si
tratta di un vero e proprio castello, come quello della vicina Mazzè, ma
piuttosto di una costruzione militare edificata per controllare le strade che
si sviluppavano ai piedi della collina e che portavano a Ivrea e a Vische verso
il Vercellese. Nel 1316 Filippo d’Acaja subentrò al Biandrate nel possesso del
feudo di Caluso e, nel 1324, ne fece un importante caposaldo del partito guelfo
in Canavese. Anche il Castellazzo venne rafforzato, tanto da potervi alloggiare
una guarnigione di 200 soldati, fatta venire appositamente da Ivrea. Nelle
guerre tra guelfi e ghibellini Caluso giocò un ruolo di primo piano; con la sua
poderosa roccaforte e le robuste mura, era una spina nel fianco di Giovanni II
Paleologo marchese del Monferrato, ghibellino, impegnato in una lunga e
sanguinosa guerra (detta del Canavese) contro Giacomo d’Acaja, figlio di
Filippo. Giovanni II tentò più volte di espugnare Caluso, inviando i suoi
mercenari guidati da Facino Cane e dal Malerba, ma vi fu sempre respinto. Nel
giugno del 1349 (la data più accreditata), dopo vari tentativi, alla testa
delle sue truppe e accompagnato da suo cugino Ottone di Brunswick, riuscì ad
entrare nel borgo e a porre l’assedio alla rocca. Caluso diventò feudo di
Ottone di Brunswick, a cui Giovanni II l’aveva assegnato. Nel 1376 passò ai
Valperga di Rivara, che poi presero il nome di Valperga di Caluso, che lo
mantennero fino al 1537, anno in cui si insediarono gli Spagnoli, comandati dal
generale Cesare Maggi, che smantellò il castellazzo temendo che cadesse in mano
ai francesi. Da allora la struttura non venne più riedificata. Nel 1951 il
Comune di Caluso divenne proprietario dei resti del castello, avendolo
acquistato dai Mattirolo, eredi degli Spurgazzi. Iniziò un periodo di totale
abbandono e ben presto tutta l’area si ricoprì di una fitta vegetazione
selvatica. Nel 1980 furono compiuti lavori di disboscamento e di consolidamento
del muraglione di Ponente. Oggi rimangono il muro perimetrale in pietra e altri
ruderi che lasciano ancora percepire le caratteristiche della grande opera di ristrutturazione
voluta dai principi d'Acaja. Qui trovate notizie sul futuro dei ruderi
castellani: http://lasentinella.gelocal.it/ivrea/cronaca/2015/07/20/news/il-castellazzo-dimenticato-nessun-progetto-solo-pulizia-1.11809536.
Ecco, infine, un interessante video disponibile sul web (di Albyphoto): https://www.youtube.com/watch?v=LFRTl_7fyuc
Fonti: http://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-torino/cartina-monumenti-caluso/monumenti-caluso-castellazzo.htm,
http://www.comune.caluso.to.it/storia-e-leggende/item/storia.html, http://archeocarta.org/caluso-to-porta-crealis-castlas/, testo della pubblicazione "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (1999)
Foto: di maxaimone su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/383350
e di Lorenzo Pavetto su http://www.panoramio.com/user/6010583/tags/Castellazzo
Nessun commento:
Posta un commento