CASTELNUOVO BERARDENGA (SI) – Castello di Selvole
Per tutto il
Medioevo e parte del Rinascimento la principale occupazione di Firenze e Siena
fu di farsi la guerra. Una guerra costante, spietata, che si concluse solo nel
1599, quando la Repubblica senese, definitivamente sconfitta, cessò di esistere
come stato indipendente. Le guerre, come tutti sanno, iniziano sempre dal
confine tra i due stati belligeranti, che nell’alto Chianti era rappresentato
dal fiume Arbia, quello stesso che Dante Alighieri affermò essersi “tinto di
rosso” per il sangue versato durante la battaglia di Montaperti, avvenuta
appunto nei suoi pressi nel 1260. Nulla di strano quindi che Selvole,
roccaforte senese lungo il fiume Arbia, di fronte a Cacchiano e Brolio, due dei
più agguerriti castelli fiorentini costruiti sul versante opposto della stessa
valle (vedi mappa da una stampa del 1500 il cui originale è custodito a
Selvole), sia stata ricostruita e distrutta diverse volte nel corso della sua
storia. La prima menzione della località di Selvole è del 1070, e di quei
tempi, attorno al 1000, sembrano essere le prime fondazioni del castello e la
piccola chiesa in esso compresa. Pochi anni più tardi, nel 1203, al castello
facevano capo circa 90 famiglie. Di certo tale fortilizio fu assalito nel 1230
dai fiorentini e distrutto. Furono le prime schermaglie della battaglia di
Montaperti, che videro i senesi vittoriosi e che si combatté a una decina di
chilometri da Selvole. In quegli anni, in parte anche per compiacere Firenze,
l’intera zona divenne proprietà dei Malevolti, nobile famiglia senese,
favorevole tuttavia ad un rapporto d’amicizia con Firenze, che nel catasto del
1318 risultavano proprietari dell’intera area tra Selvole e Pieveasciata.
Selvole è identificata sia come “castrum” che come “villa” segno evidente che
doveva esser già iniziata l’opera di ricostruzione. Nel 1413 il comune di Siena
deliberò che Giovanni di Antonio d’Angelo Malevolti ricostruisse il castello a
proprie spese. Già allora i Malevolti vi risiedevano, e si può immaginare che
per la ricostruzione ed il restauro abbiano impiegato diversi decenni. Nel 1470
un altro esponente della stessa famiglia ottenne dal Comune una generosa
sovvenzione per ricostruire la fortezza e dotarla di una torre, ancora oggi
visibile. Da allora il fortilizio fu assalito altre due volte, nel 1479 e nel
1555, durante l’assedio di Siena che si concluse con la fine della Repubblica.
In questo periodo Selvole riscoprì la sua vocazione di azienda agricola. Gli
interventi edilizi di rilievo furono almeno due: un primo restauro, documentato
da una veduta del Romagnoli dei primi dell’Ottocento, che già indica un
insediamento di dimensioni notevoli, ed un secondo, alla fine del secolo
scorso, migliorativo del primo. L’aspetto attuale della villa risente dei
restauri di questo secondo periodo. Le ricostruzioni sembrano tuttavia esser
state eseguite su un impianto precedente. Pressoché immutato l’aspetto della
torre, che sembra solo leggermente più bassa rispetto al disegno ottocentesco,
mentre alla chiesa di San Martino mancano i due pinnacoli della facciata e
all’abside è stata aggiunta la sacrestia. Dello stesso periodo, 1700 circa,
l’affresco dietro l’altare. Attualmente la chiesa, che rimane consacrata
e dipende dalla parrocchia di Vagliagli, è utilizzata per cerimonie private. Attualmente
il castello, oltre ad essere la sede di un’azienda vitivinicola, ospita un
agriturismo. Ecco la sua pagina su Facebook: https://www.facebook.com/Castello-di-Selvole-181254231904808/
Foto: la prima è di Claudio Vagaggini su https://www.facebook.com/308856780344/photos/a.310208600344.149249.308856780344/10153319789445345/?type=3&theater
, la seconda è presa da http://www.venere.com/img/hotel/3/5/4/0/160453/2524488_3_b.jpg
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