sabato 24 ottobre 2015

Il castello di sabato 24 ottobre






CASTELNUOVO BERARDENGA (SI) – Castello di Selvole

Per tutto il Medioevo e parte del Rinascimento la principale occupazione di Firenze e Siena fu di farsi la guerra. Una guerra costante, spietata, che si concluse solo nel 1599, quando la Repubblica senese, definitivamente sconfitta, cessò di esistere come stato indipendente. Le guerre, come tutti sanno, iniziano sempre dal confine tra i due stati belligeranti, che nell’alto Chianti era rappresentato dal fiume Arbia, quello stesso che Dante Alighieri affermò essersi “tinto di rosso” per il sangue versato durante la battaglia di Montaperti, avvenuta appunto nei suoi pressi nel 1260. Nulla di strano quindi che Selvole, roccaforte senese lungo il fiume Arbia, di fronte a Cacchiano e Brolio, due dei più agguerriti castelli fiorentini costruiti sul versante opposto della stessa valle (vedi mappa da una stampa del 1500 il cui originale è custodito a Selvole), sia stata ricostruita e distrutta diverse volte nel corso della sua storia. La prima menzione della località di Selvole è del 1070, e di quei tempi, attorno al 1000, sembrano essere le prime fondazioni del castello e la piccola chiesa in esso compresa. Pochi anni più tardi, nel 1203, al castello facevano capo circa 90 famiglie. Di certo tale fortilizio fu assalito nel 1230 dai fiorentini e distrutto. Furono le prime schermaglie della battaglia di Montaperti, che videro i senesi vittoriosi e che si combatté a una decina di chilometri da Selvole. In quegli anni, in parte anche per compiacere Firenze, l’intera zona divenne proprietà dei Malevolti, nobile famiglia senese, favorevole tuttavia ad un rapporto d’amicizia con Firenze, che nel catasto del 1318 risultavano proprietari dell’intera area tra Selvole e Pieveasciata. Selvole è identificata sia come “castrum” che come “villa” segno evidente che doveva esser già iniziata l’opera di ricostruzione. Nel 1413 il comune di Siena deliberò che Giovanni di Antonio d’Angelo Malevolti ricostruisse il castello a proprie spese. Già allora i Malevolti vi risiedevano, e si può immaginare che per la ricostruzione ed il restauro abbiano impiegato diversi decenni. Nel 1470 un altro esponente della stessa famiglia ottenne dal Comune una generosa sovvenzione per ricostruire la fortezza e dotarla di una torre, ancora oggi visibile. Da allora il fortilizio fu assalito altre due volte, nel 1479 e nel 1555, durante l’assedio di Siena che si concluse con la fine della Repubblica. In questo periodo Selvole riscoprì la sua vocazione di azienda agricola. Gli interventi edilizi di rilievo furono almeno due: un primo restauro, documentato da una veduta del Romagnoli dei primi dell’Ottocento, che già indica un insediamento di dimensioni notevoli, ed un secondo, alla fine del secolo scorso, migliorativo del primo. L’aspetto attuale della villa risente dei restauri di questo secondo periodo. Le ricostruzioni sembrano tuttavia esser state eseguite su un impianto precedente. Pressoché immutato l’aspetto della torre, che sembra solo leggermente più bassa rispetto al disegno ottocentesco, mentre alla chiesa di San Martino mancano i due pinnacoli della facciata e all’abside è stata aggiunta la sacrestia. Dello stesso periodo, 1700 circa,  l’affresco dietro l’altare. Attualmente la chiesa, che rimane consacrata e dipende dalla parrocchia di Vagliagli, è utilizzata per cerimonie private. Attualmente il castello, oltre ad essere la sede di un’azienda vitivinicola, ospita un agriturismo. Ecco la sua pagina su Facebook: https://www.facebook.com/Castello-di-Selvole-181254231904808/


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