SANT'ANGELO IN PONTANO (MC) - Rocca di San Filippo
In epoca longobarda il paese aveva raggiunto una dimensione considerevole e
faceva parte del Ducato di Spoleto, più precisamente nel Gastaldato di Ponte,
da cui deriva "in Pontano" aggiunto al nome di questa località per
distinguerla da altre omonime. Nel VII secolo fu costruito il convento Santa
Maria delle Rose da parte dei Benedettini e poco dopo il paese passò sotto il
controllo dell'abbazia di Farfa. Nel X secolo presero il potere nobili locali.
Nel dicembre 1263, Sant'Angelo in Pontano diventò Libero comune, ma dopo pochi
anni si sottomise alla città di Tolentino, e successivamente a Fermo. Alla metà
del XIV secolo, in seguito al tentativo del cardinale Albornoz di ridurre i
castelli della Marca sotto il dominio del Papa, Sant'Angelo subì l'assedio e la
conquista da parte delle truppe pontificie. Nel 1413 fu possesso dei Da Varano
per poi tornare a Fermo, vent'anni più tardi, a seguito della campagna di Francesco
Sforza. Ripreso dai pontifici, fu messo a sacco e gravemente danneggiato. Ben
presto furono però riparati i danni e ritornò a far parte del territorio di
Fermo di cui seguì le sorti sino al periodo napoleonico quando fu compreso nel
Dipartimento del Tronto. Nel 1860, al momento della soppressione della
provincia fermana, entrò a far parte di quella di Macerata. Risalente al XIII
secolo ed in seguito ampliata, la rocca di San Filippo si trova fuori del
centro abitato. Di questo curioso e possente edificio - dall'apparente aspetto
di una casa-torre fortificata, non si hanno molte notizie, soprattutto per
quanto riguarda le sue origini e la sua costruzione. Almeno nel suo primo
nucleo originale, che doveva essere costituito dalla sola torre centrale,
risale forse alla prima meta del sec. XIV. Negli antichi documenti (pergamene
presso l’Archivio di Stato di Fermo) si parla della rocca, che era nel punto
piu alto del paese, e di altre torri costruite, da costruire e demolite ma,
come gia detto, niente di specifico si trova su questa “Rocca di S. Filippo”.
Con ogni probabilità fu fatto costruire da qualche signorotto locale e poi fu
ampliato e utilizzato dai fermani per potervi ospitare la truppa posta ad
custodiam, come si diceva allora, di Sant’Angelo. La più antica notizia che
specificatamente si riferisce a questa rocca risale alla metà del secolo XVII,
quindi ad epoca molto più tarda rispetto alla sua edificazione, e si tratta di
un libro stampato nel 1650 in cui si dice: “alle mura verso la montagna sopra
la strada publica, e di passo per Roma vi era (si come dalle vestigie si vede)
una fortezza, quale al presente e ridotta in una colombara de’ Signori
Angelini”. Questa costruzione, forse anche impropriamente definita rocca, e
posta al di fuori delle mura castellane, ma a poca distanza da esse, ed in
posizione dominante sia la strada per Falerone che quella verso Fiastra. Febo
Allevi così ne scrisse: “Una specie di fortilizio, il quale per essere
piuttosto lontano dalle mura ed alquanto in basso verso mezzogiorno, fa pensare
ad una testimonianza di quella feudalità … rimasta così a mezza strada fra la
campagna vera e propria e il paese. Pur presentandosi martoriato e piagato
dalla fredda crudeltà degli uomini, il fortilizio conserva ancora negli angoli
– esempio forse unico nella nostra regione – le rotonde torrette pensili con le
caratteristiche rifiniture del cono rovesciato (le guardiole o garitte dei
castelli settentrionali), ed il mastio coronato di merli che fa corpo con la
parte centrale dello strano e bizzarro edificio così tozzo, massiccio e
quadrato”. Le garitte o torrette pensili, chiamate anche bertesche o fertische,
col cono rovesciato alla base e con le feritoie ad uso degli arcieri, dei
balestrieri e più tardi dei fucilieri, esistono solo su due dei quattro spigoli
del fabbricato, e precisamente su quelli contigui alla parete parallela alla
strada, ed indubbiamente servivano alla difesa del fabbricato i cui attaccanti
potevano provenire solo da quella parte, essendo il lato opposto naturalmente
difeso dallo scoscendimento del terreno che degrada rapidamente verso il fosso
delle Fontanelle. Una lunga galleria, scavata nella roccia tufacea, con due
bracci ad angolo retto tra loro, ed alla quale si accede da un angusto ingresso
a gradini con volta sovrastante, collega i piani abitabili ai cantinati ed ai
seminterrati, che dovettero senza meno essere adibiti a stalle ed a prigioni.
La costruzione è probabile sia stata eseguita in due tempi: da prima il
torrione centrale con la relativa merlatura di coronamento e poi la struttura
quasi quadrata appoggiata tutto attorno al torrione primitivo e coperta a tetto
spiovente. La torre centrale merlata che oggi vediamo è frutto di un probabile
intervento di rifacimento ottocentesco, che risulta evidente anche da altri
particolari. La denominazione di Rocca S. Filippo è successiva al 1711, anno in
cui il sacerdote Giuseppe Angelini, della famiglia dei proprietari e canonico
della cattedrale di Fermo, fece edificare vicino alla rocca la chiesa, ancora
oggi esistente ma sconsacrata (sul suo soffitto si vedono ancora i resti di
cassettoni lignei che lo rivestivano), intitolata appunto a S. Filippo Neri.
Purtroppo le troppe manomissioni e le ingiurie del tempo, assieme all’uso che
sia in passato che in presente s’è fatto e si fa dell’edificio, hanno lasciato
segni evidenti sul fabbricato, corrompendone le magnifiche antiche forme.
A metà del secolo XVII l'edificio era utilizzato come casa
colonica, mentre nel quinto decennio del secolo XX, il Comune l'ha impiegato come
mattatoio.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Angelo_in_Pontano,
http://www.iluoghidelsilenzio.it/rocca-san-filippo-santangelo-in-pontano-mc/
(andate a vedere le numerose foto della rocca), http://www.europeana.eu/portal/record/07602/1EF51C97DB26E3FD58A97DAE095950072FA161D6.html
Foto: la prima è di Claudio
Vagaggini da https://www.facebook.com/CASTELLI-ROCCHE-FORTEZZE-in-Italia-308856780344/timeline/,
la seconda è di duca d'Acquia su http://www.comune-italia.it/foto-sant-angelo-in-pontano.html
Nessun commento:
Posta un commento