mercoledì 7 ottobre 2015

Il castello di martedì 6 ottobre






SANT'ANGELO IN PONTANO (MC) - Rocca di San Filippo

In epoca longobarda il paese aveva raggiunto una dimensione considerevole e faceva parte del Ducato di Spoleto, più precisamente nel Gastaldato di Ponte, da cui deriva "in Pontano" aggiunto al nome di questa località per distinguerla da altre omonime. Nel VII secolo fu costruito il convento Santa Maria delle Rose da parte dei Benedettini e poco dopo il paese passò sotto il controllo dell'abbazia di Farfa. Nel X secolo presero il potere nobili locali. Nel dicembre 1263, Sant'Angelo in Pontano diventò Libero comune, ma dopo pochi anni si sottomise alla città di Tolentino, e successivamente a Fermo. Alla metà del XIV secolo, in seguito al tentativo del cardinale Albornoz di ridurre i castelli della Marca sotto il dominio del Papa, Sant'Angelo subì l'assedio e la conquista da parte delle truppe pontificie. Nel 1413 fu possesso dei Da Varano per poi tornare a Fermo, vent'anni più tardi, a seguito della campagna di Francesco Sforza. Ripreso dai pontifici, fu messo a sacco e gravemente danneggiato. Ben presto furono però riparati i danni e ritornò a far parte del territorio di Fermo di cui seguì le sorti sino al periodo napoleonico quando fu compreso nel Dipartimento del Tronto. Nel 1860, al momento della soppressione della provincia fermana, entrò a far parte di quella di Macerata. Risalente al XIII secolo ed in seguito ampliata, la rocca di San Filippo si trova fuori del centro abitato. Di questo curioso e possente edificio - dall'apparente aspetto di una casa-torre fortificata, non si hanno molte notizie, soprattutto per quanto riguarda le sue origini e la sua costruzione. Almeno nel suo primo nucleo originale, che doveva essere costituito dalla sola torre centrale, risale forse alla prima meta del sec. XIV. Negli antichi documenti (pergamene presso l’Archivio di Stato di Fermo) si parla della rocca, che era nel punto piu alto del paese, e di altre torri costruite, da costruire e demolite ma, come gia detto, niente di specifico si trova su questa “Rocca di S. Filippo”. Con ogni probabilità fu fatto costruire da qualche signorotto locale e poi fu ampliato e utilizzato dai fermani per potervi ospitare la truppa posta ad custodiam, come si diceva allora, di Sant’Angelo. La più antica notizia che specificatamente si riferisce a questa rocca risale alla metà del secolo XVII, quindi ad epoca molto più tarda rispetto alla sua edificazione, e si tratta di un libro stampato nel 1650 in cui si dice: “alle mura verso la montagna sopra la strada publica, e di passo per Roma vi era (si come dalle vestigie si vede) una fortezza, quale al presente e ridotta in una colombara de’ Signori Angelini”. Questa costruzione, forse anche impropriamente definita rocca, e posta al di fuori delle mura castellane, ma a poca distanza da esse, ed in posizione dominante sia la strada per Falerone che quella verso Fiastra. Febo Allevi così ne scrisse: “Una specie di fortilizio, il quale per essere piuttosto lontano dalle mura ed alquanto in basso verso mezzogiorno, fa pensare ad una testimonianza di quella feudalità … rimasta così a mezza strada fra la campagna vera e propria e il paese. Pur presentandosi martoriato e piagato dalla fredda crudeltà degli uomini, il fortilizio conserva ancora negli angoli – esempio forse unico nella nostra regione – le rotonde torrette pensili con le caratteristiche rifiniture del cono rovesciato (le guardiole o garitte dei castelli settentrionali), ed il mastio coronato di merli che fa corpo con la parte centrale dello strano e bizzarro edificio così tozzo, massiccio e quadrato”. Le garitte o torrette pensili, chiamate anche bertesche o fertische, col cono rovesciato alla base e con le feritoie ad uso degli arcieri, dei balestrieri e più tardi dei fucilieri, esistono solo su due dei quattro spigoli del fabbricato, e precisamente su quelli contigui alla parete parallela alla strada, ed indubbiamente servivano alla difesa del fabbricato i cui attaccanti potevano provenire solo da quella parte, essendo il lato opposto naturalmente difeso dallo scoscendimento del terreno che degrada rapidamente verso il fosso delle Fontanelle. Una lunga galleria, scavata nella roccia tufacea, con due bracci ad angolo retto tra loro, ed alla quale si accede da un angusto ingresso a gradini con volta sovrastante, collega i piani abitabili ai cantinati ed ai seminterrati, che dovettero senza meno essere adibiti a stalle ed a prigioni. La costruzione è probabile sia stata eseguita in due tempi: da prima il torrione centrale con la relativa merlatura di coronamento e poi la struttura quasi quadrata appoggiata tutto attorno al torrione primitivo e coperta a tetto spiovente. La torre centrale merlata che oggi vediamo è frutto di un probabile intervento di rifacimento ottocentesco, che risulta evidente anche da altri particolari. La denominazione di Rocca S. Filippo è successiva al 1711, anno in cui il sacerdote Giuseppe Angelini, della famiglia dei proprietari e canonico della cattedrale di Fermo, fece edificare vicino alla rocca la chiesa, ancora oggi esistente ma sconsacrata (sul suo soffitto si vedono ancora i resti di cassettoni lignei che lo rivestivano), intitolata appunto a S. Filippo Neri. Purtroppo le troppe manomissioni e le ingiurie del tempo, assieme all’uso che sia in passato che in presente s’è fatto e si fa dell’edificio, hanno lasciato segni evidenti sul fabbricato, corrompendone le magnifiche antiche forme. A metà del secolo XVII l'edificio era utilizzato come casa colonica, mentre nel quinto decennio del secolo XX, il Comune l'ha impiegato come mattatoio.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Angelo_in_Pontano, http://www.iluoghidelsilenzio.it/rocca-san-filippo-santangelo-in-pontano-mc/ (andate a vedere le numerose foto della rocca), http://www.europeana.eu/portal/record/07602/1EF51C97DB26E3FD58A97DAE095950072FA161D6.html

Foto: la prima è di Claudio Vagaggini da https://www.facebook.com/CASTELLI-ROCCHE-FORTEZZE-in-Italia-308856780344/timeline/, la seconda è di duca d'Acquia su http://www.comune-italia.it/foto-sant-angelo-in-pontano.html

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