MARZANO APPIO (CE) - Castello di Terracorpo
La fondazione di Marzano, risalente all’epoca romana, è
attribuita dalla leggenda al console Appio Claudio. Inclusa durante il Medioevo
nella contea longobarda di Teano, divenne feudo nel XII
secolo della famiglia Marzano, che secondo alcuni studiosi
desunse il nome proprio da questi luoghi. Dopo essere appartenuta a questa
illustre famiglia fino al 1464, divenne proprietà di Giovanni Borgia, duca di
Candia, e di diversi altri feudatari, come il generale spagnolo Consalvo di
Cordova e le famiglie De Gennaro, Mormile, Laudati, Lagni e D’Ambrosio. La
prima parte del toponimo, che è stato semplicemente Marzano fino al 1863, è una
formazione prediale dal personale MARCIUS, con l’aggiunta del suffisso
aggettivale -ANUS; la specificazione si riferisce alla GENS Appia, presunta
artefice della fondazione dell’abitato. Sulla vetta del colle di Terracorpo
sorge il castello duecentesco dei Marzano, reso più simile a un grande
palazzo che a una fortezza dalla delicatezza dello stile tardo-gotico: la sua
facciata è pressoché intatta mentre l’interno è diroccato. Del castrum, databile attorno al IX – X secolo e
dall’impianto planimetrico originale, non si conosce documentazione
archeologica. Un primo riferimento preciso risale al 1278, quando il castello
doveva essere una roccaforte, come testimoniano ancora le strutture
costruttive, la posizione geografica dominante rispetto al borgo, le feritoie
per l’uso delle armi e la presenza di resti di un coronamento sulle due
torri. Oggi la costruzione, più somigliante ad un palazzo signorile,
domina un borgo di stampo settecentesco, nel quale sono visibili tracce di
antichità sparse, come le ogive in piperno a sesto acuto, la chiesa di San
Nicola, già documentata nel 1308-1310; i lacerti di muratura basamentale, di
fattura rozza ed eterogenea, realizzata con cemento prevalentemente lavico e
ricca di intrusioni laterizie, riferibile a tecniche costruttive normanne.
Questa ipotesi è confermata anche dalla data 1322 impressa sull’architrave del
portale ogivale, molto simile alle strutture del castello, della Chiesa della
SS. Annunziata in località Grottola. La muratura del castello, così come
gli archi ogivali, è realizzata in piperno locale tagliato con estrema perizia.
Il piperno si alterna ad altra muratura fatta di tufelli più grezzi, di varie
dimensioni, cementati con malta ricca di pozzolana e terra vulcanica. Si
riferiscono ad epoca angioina le espansioni planimetriche più significative
della fortezza: ad esempio, ad ovest fu certamente espansa la torre 2 per
includere nel perimetro del Palazzo la struttura della Chiesa di San Nicola. L’uso
dei blocchi tufacei, fu mantenuto anche nel corso della ristrutturazione del
periodo aragonese, avvenuta presumibilmente tra il XV e il XVI secolo.
La spiccata estensione muraria della Torre 1, impostata su un’ enorme
volta a botte, fu realizzata per collegare i vani abitativi del piano nobile
del palazzo all’unica navata della Chiesa di Santa Maria Maggiore, nella cui
parete occidentale si trova un balcone che consentiva alla nobiltà di
partecipare agevolmente alle funzioni religiose. La chiesa presenta attualmente
una facciata settecentesca, ma custodisce al suo interno pregevoli affreschi
del XVI secolo, visibili solo parzialmente perché ricoperti da sovrastrutture
successive. Ciò lascia supporre la preesistenza di una chiesa rinascimentale
alla quale è stato sovrapposto uno sviluppo settecentesco. Gli affreschi
rappresentano: la Beata Vergine col Bambino affiancata da un santo Barbuto,
forse San Nicola, e sovrastata da due angeli in volo a figura intera; una Beata Vergine in trono con
Bambino, forse successiva e risalente alla prima metà del
Seicento, affiancata a destra da Santa Lucia, riconoscibile dal piattino con i
bulbi oculari, e a sinistra da una santa martire, come rivela la palma del
martirio; molto raffinati dal punto di vista tecnico sono i particolari
architettonici riprodotti alle spalle del trono della Vergine. Al basamento
della Chiesa di Santa Maria Maggiore è appoggiata la Cappella della Santissima
Trinità, che fungeva da cripta funebre, di cui va segnalato il
bel portale rinascimentale con lunetta impostata su due colonnine tufacee dai
capitelli figurati, sulla cui architrave è incisa parte della data “M°.CCCC…”. Sottopongo
alla vostra attenzione questo video di Diapasong: https://www.youtube.com/watch?v=cG5gspJZNos
Fonti: http://www.italiapedia.it/comune-di-marzano-appio_Storia-061-050,
testo di mariacarmen su http://altroealtrove.iobloggo.com/566/il-castrum-marzani-il-borgo-di-marzano-appio-ce
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre
la seconda è presa da http://noicaserta.it/l-universita-restaura-il-castello-di-marzano-appio.html
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