lunedì 13 giugno 2016

Il castello di lunedì 13 giugno






MARZANO APPIO (CE) - Castello di Terracorpo

La fondazione di Marzano, risalente all’epoca romana, è attribuita dalla leggenda al console Appio Claudio. Inclusa durante il Medioevo nella contea longobarda di Teano, divenne feudo nel XII secolo della famiglia Marzano, che secondo alcuni studiosi desunse il nome proprio da questi luoghi. Dopo essere appartenuta a questa illustre famiglia fino al 1464, divenne proprietà di Giovanni Borgia, duca di Candia, e di diversi altri feudatari, come il generale spagnolo Consalvo di Cordova e le famiglie De Gennaro, Mormile, Laudati, Lagni e D’Ambrosio. La prima parte del toponimo, che è stato semplicemente Marzano fino al 1863, è una formazione prediale dal personale MARCIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS; la specificazione si riferisce alla GENS Appia, presunta artefice della fondazione dell’abitato. Sulla vetta del colle di Terracorpo sorge il castello duecentesco dei Marzano, reso più simile a un grande palazzo che a una fortezza dalla delicatezza dello stile tardo-gotico: la sua facciata è pressoché intatta mentre l’interno è diroccato. Del castrum, databile attorno al IX – X secolo e dall’impianto planimetrico originale, non si conosce documentazione archeologica. Un primo riferimento preciso risale al 1278, quando il castello doveva essere una roccaforte, come testimoniano ancora le strutture costruttive, la posizione geografica dominante rispetto al borgo, le feritoie per l’uso delle armi e la presenza di resti di un coronamento sulle due torri. Oggi la costruzione, più somigliante ad un palazzo signorile, domina un borgo di stampo settecentesco, nel quale sono visibili tracce di antichità sparse, come le ogive in piperno a sesto acuto, la chiesa di San Nicola, già documentata nel 1308-1310; i lacerti di muratura basamentale, di fattura rozza ed eterogenea, realizzata con cemento prevalentemente lavico e ricca di intrusioni laterizie, riferibile a tecniche costruttive normanne. Questa ipotesi è confermata anche dalla data 1322 impressa sull’architrave del portale ogivale, molto simile alle strutture del castello, della Chiesa della SS. Annunziata in località Grottola. La muratura del castello, così come gli archi ogivali, è realizzata in piperno locale tagliato con estrema perizia. Il piperno si alterna ad altra muratura fatta di tufelli più grezzi, di varie dimensioni, cementati con malta ricca di pozzolana e terra vulcanica. Si riferiscono ad epoca angioina le espansioni planimetriche più significative della fortezza: ad esempio, ad ovest fu certamente espansa la torre 2 per includere nel perimetro del Palazzo la struttura della Chiesa di San Nicola. L’uso dei blocchi tufacei, fu mantenuto anche nel corso della ristrutturazione del periodo aragonese, avvenuta presumibilmente tra il XV e il XVI secolo. La spiccata estensione muraria della Torre 1, impostata su un’ enorme volta a botte, fu realizzata per collegare i vani abitativi del piano nobile del palazzo all’unica navata della Chiesa di Santa Maria Maggiore, nella cui parete occidentale si trova un balcone che consentiva alla nobiltà di partecipare agevolmente alle funzioni religiose. La chiesa presenta attualmente una facciata settecentesca, ma custodisce al suo interno pregevoli affreschi del XVI secolo, visibili solo parzialmente perché ricoperti da sovrastrutture successive. Ciò lascia supporre la preesistenza di una chiesa rinascimentale alla quale è stato sovrapposto uno sviluppo settecentesco. Gli affreschi rappresentano: la Beata Vergine col Bambino affiancata da un santo Barbuto, forse San Nicola, e sovrastata da due angeli in volo a figura intera; una Beata Vergine in trono con Bambino, forse successiva e risalente alla prima metà del Seicento, affiancata a destra da Santa Lucia, riconoscibile dal piattino con i bulbi oculari, e a sinistra da una santa martire, come rivela la palma del martirio; molto raffinati dal punto di vista tecnico sono i particolari architettonici riprodotti alle spalle del trono della Vergine. Al basamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore è appoggiata la Cappella della Santissima Trinità, che fungeva da cripta funebre, di cui va segnalato il bel portale rinascimentale con lunetta impostata su due colonnine tufacee dai capitelli figurati, sulla cui architrave è incisa parte della data “M°.CCCC…”. Sottopongo alla vostra attenzione questo video di Diapasong: https://www.youtube.com/watch?v=cG5gspJZNos
 
Fonti: http://www.italiapedia.it/comune-di-marzano-appio_Storia-061-050, testo di mariacarmen su http://altroealtrove.iobloggo.com/566/il-castrum-marzani-il-borgo-di-marzano-appio-ce

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre la seconda è presa da http://noicaserta.it/l-universita-restaura-il-castello-di-marzano-appio.html


Nessun commento: