L’imponente complesso edilizio che domina la campagna circostante è costituito da un volume architettonico in cui sono chiaramente riconoscibili le varie modifiche avvenute nei secoli. Fu certo ricostruito nel XIV secolo su fondamenti e sotterranei che potrebbero risalire al 1000 (sul luogo di un probabile fortilizio precedente impiegato come luogo di Diete dall’Imperatore Federico Barbarossa durante le sue discese in Italia): il suo antico portone portava una lamiera di ferro con l’anno 1116; tale portone fu sostituito nel 1780. La parte trecentesca opera di Barnabò Visconti, signore di Milano, (1371) è riconoscibile perché in mattoni a vista e conserva nella parte alta “merli guelfi” ad aperture archiacute ora chiuse ed inglobate nella muratura. La parte intonacata è l’ampliamento o meglio la modifica seicentesca voluta dai conti e baroni Cavazzi, famiglia di origine spagnola al servizio degli Sforza, sull’onda della moda del tempo, che trasformava contenitori di epoca medioevale in villa-palazzo. I due corpi sono uniti da una torre rettangolare leggermente più alta rispetto agli altri corpi di fabbrica scandita da aperture a ogni livello. La torre ha perso l’aspetto difensivo tipico di questi elementi architettonici ed è oggi adibita a ingresso principale, funzione in passato espletata dall’apertura ad arco acuto posta immediatamente alla sua sinistra. All’interno una piccola corte; su di essa si apre un portico a “serliana” e un portichetto con colonna singola che permette l’accesso all’imponente scalone un tempo decorato da dipinti raffiguranti i ritratti dei nobili Cavazzi e di Barnabò Visconti. Purtroppo l’interno, a causa delle varie vicende storiche e dall’abbandono del complesso, non conserva alcuna traccia dell’antico splendore, solo qualche affresco nella sala detta “d’armi” in quanto custodiva armi da fuoco, lance ed alabarde fino alla meta del XX secolo. Tale complesso durante la seconda guerra mondiale fu adibito a dimora per famiglie prive di abitazione e verso la metà degli anni settanta fu completamente abbandonato. Fortunatamente nel 1980 l’ultima contessa e baronessa Guendalina Cavazzi della Somaglia lo donava al Comune il quale con ingenti sforzi economici e pazienti restauri lo ha restituito alla comunità ed è oggi destinato ad ospitare istituzioni e manifestazioni culturali. Particolarmente significativa è la parte antistante il castello, un tempo adibita a scuderie, che delimitano un ampio spazio denominato “Piazza del Re” a ricordo degli antichi fasti. Nel periodo visconteo il castello era munito di ponte levatoio che collegava l’edifico alla piazza antistante. Nel 1525 va ricordato che, a difesa del maniero e della gente, fu cinto da Ludovico Vistarini - governatore spagnolo di Lodi - da bastioni in parte tutt’oggi visibili (mura di Via IV Novembre e Piazza 28 Aprile). Altre notizie sono reperibili qui: http://www.forumtools.biz/koine/upload/j25l3tzdi01vf2hylprkyhhg424201304292202castello_opuscolo2.pdf, http://www.ilcittadino.it/p/notizie/primo_piano/2016/04/06/ABS5ItUJ-somaglia_tutti_castello_aperto.html. Ecco un breve video (di ilMovimentoLento) riguardante il maniero: https://www.youtube.com/watch?v=RxPETUvh8Lg
Fonti: http://www.comune.somaglia.lo.it/il-comune/il-nostro-paese/i-monumenti/il-castello-cavazzi/, http://www.bicilodi.movimentolento.it/it/resource/poi/39-castello-di-somaglia/
Foto: la prima è presa da http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00081/ (link consigliato per approfondimenti), la seconda proviene da http://www.ilcittadino.it/rf/Image_fmt/IlCittadinodiLodi/2016/05/06/Foto_Trattate/Castello_Somaglia--676x433.jpg
Nessun commento:
Posta un commento