martedì 21 giugno 2016

Il castello di martedì 21 giugno





TORRE DEL GRECO (NA) – Torre Scassata

Lo storico torrese del '600 Francesco Balzano, sostiene la leggenda che tale denominazione risale ad un eremita greco che, stabilitosi ai piedi del Vesuvio, curava la coltivazione di uva greca da cui traeva un eccellente vino. Seguirono la dominazione bizantina e il ducato napoletano autonomo fino al 1139; poi i Normanni che unificarono definitivamente tutta l'Italia meridionale gli Svevi fino al 1266, gli Angioini fino al 1442. Solamente a partire dal secolo XV abbiamo piena luce sulle strutture sociali, politiche ed economiche della Comarca torrese, formata dalle Università di Torre, Resina (oggi Ercolano) e Portici con Cremano. Pur essendo di pertinenza giuridica della città di Napoli, detta Comarca fu alienata nel 1418 dalla Regina Giovanna II d'Angiò-Durazzo a Sergianni Caracciolo, suo favorito, in pegno di un prestito di 2.000 ducati. Al Caracciolo subentrò nel pegno per il solo Castello, Antonio Carafa, per altro prestito di 1.600 ducati fatto alla stessa Regina, la cui dinastia conservò il possesso della Comarca quasi ininterrottamente fino al 1566 per riprenderlo, dopo soli otto anni di padronanza di G. F. de Sangro prima e di Marcello Caracciolo poi, col ramo cadetto dei Carafa-Stigliano. Con la morte di Nicola Guzman-Carafa, figlio della Viceregina di Napoli Anna Carafa, anch'essa già Utile Padrona di Torre, avvenuta nel 1689, cessò il dominio dei Carafa. Altre alienazioni dei Casali si ebbero finché nel 1698, essendosi verificato un ennesimo atto di rendita del territorio tra la Contessa di Berlips e il Marchese don Mario Loffredo di Monteforte, i Torresi, capeggiati da eminenti uomini di cultura tra i più rappresentativi, chiesero alla Regia Corte di avvalersi dello "Jus Praelationis'' contemplato da una legge emanata da Carlo V nel 1535 "onde vivere sotto il manto e felicissimo dominio dei Serenissimi Regnanti di Spagna". Il 18 maggio 1699 si ebbe così il Riscatto di Torre del Greco e Comarca previo pagamento di ducati 106.000, anticipati da Enti pubblici e da facoltosi cittadini delle tre Università. Col Riscatto si ebbe la configurazione giuridica del "Barone" inteso come intestatario dei beni delle Università e rappresentante delle stesse presso la Regia Corte, come prevedevano le leggi in vigore. Il primo Barone torrese fu Giovanni Langella, uomo onesto e poverissimo, che al momento dell'investitura rinunciò espressamente ad ogni pretesa economica per tale nomina. La sua famiglia conservò la Baronia sino al 1806 quando, con l'avvento di Giuseppe Bonaparte, fu abolito il feudalesimo. La “Torre di incino”, più comunemente “Torre Scassata”, baluardo di avvistamento dei pirati saraceni, posta sul mare ai confini con la “Torre dell’Annunciata”, ha identificato tutta la vasta area sulla quale sorge. Essa è attigua a quella altrettanto estesa, nella quale si trova la Cappella della Madonna di S. Maria La Bruna, che a sua volta, ha dato il suo nome a tutta quella località ed il cui culto era comune ai contadini e ai marinai del posto. Altri link suggeriti: http://www.torreomnia.it/Testi/flavio_russo_torri/torri_004.htm


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