TORRE DEL GRECO (NA) – Torre Scassata
Lo storico torrese del '600 Francesco Balzano, sostiene la
leggenda che tale denominazione risale ad un eremita greco che, stabilitosi ai
piedi del Vesuvio, curava la coltivazione di uva greca da cui traeva un
eccellente vino. Seguirono la dominazione bizantina e il ducato napoletano
autonomo fino al 1139; poi i Normanni che unificarono definitivamente tutta
l'Italia meridionale gli Svevi fino al 1266, gli Angioini fino al 1442. Solamente
a partire dal secolo XV abbiamo piena luce sulle strutture sociali, politiche
ed economiche della Comarca torrese, formata dalle Università di Torre, Resina
(oggi Ercolano) e Portici con Cremano. Pur essendo di pertinenza giuridica
della città di Napoli, detta Comarca fu alienata nel 1418 dalla Regina Giovanna
II d'Angiò-Durazzo a Sergianni Caracciolo, suo favorito, in pegno di un
prestito di 2.000 ducati. Al Caracciolo subentrò nel pegno per il solo
Castello, Antonio Carafa, per altro prestito di 1.600 ducati fatto alla stessa
Regina, la cui dinastia conservò il possesso della Comarca quasi
ininterrottamente fino al 1566 per riprenderlo, dopo soli otto anni di
padronanza di G. F. de Sangro prima e di Marcello Caracciolo poi, col ramo
cadetto dei Carafa-Stigliano. Con la morte di Nicola Guzman-Carafa, figlio
della Viceregina di Napoli Anna Carafa, anch'essa già Utile Padrona di Torre,
avvenuta nel 1689, cessò il dominio dei Carafa. Altre alienazioni dei Casali si
ebbero finché nel 1698, essendosi verificato un ennesimo atto di rendita del
territorio tra la Contessa di Berlips e il Marchese don Mario Loffredo di
Monteforte, i Torresi, capeggiati da eminenti uomini di cultura tra i più
rappresentativi, chiesero alla Regia Corte di avvalersi dello "Jus
Praelationis'' contemplato da una legge emanata da Carlo V nel 1535 "onde
vivere sotto il manto e felicissimo dominio dei Serenissimi Regnanti di
Spagna". Il 18 maggio 1699 si ebbe così il Riscatto di Torre del Greco e
Comarca previo pagamento di ducati 106.000, anticipati da Enti pubblici e da
facoltosi cittadini delle tre Università. Col Riscatto si ebbe la
configurazione giuridica del "Barone" inteso come intestatario dei
beni delle Università e rappresentante delle stesse presso la Regia Corte, come
prevedevano le leggi in vigore. Il primo Barone torrese fu Giovanni Langella,
uomo onesto e poverissimo, che al momento dell'investitura rinunciò
espressamente ad ogni pretesa economica per tale nomina. La sua famiglia
conservò la Baronia sino al 1806 quando, con l'avvento di Giuseppe Bonaparte,
fu abolito il feudalesimo. La “Torre di incino”, più comunemente “Torre
Scassata”, baluardo di avvistamento dei pirati saraceni, posta sul mare ai
confini con la “Torre dell’Annunciata”, ha identificato tutta la vasta area
sulla quale sorge. Essa è attigua a quella altrettanto estesa, nella quale si
trova la Cappella della Madonna di S. Maria La Bruna, che a sua volta, ha dato
il suo nome a tutta quella località ed il cui culto era comune ai contadini e
ai marinai del posto. Altri link suggeriti: http://www.torreomnia.it/Testi/flavio_russo_torri/torri_004.htm
Fonti: http://www.torreweb.it/citta/storia.htm,
http://www.prolocotorregreco.it/eventi.php?ArtID=72,
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