CENTO (FE) – Rocca
La prima comunità formalmente costituita nella zona risale al 1185, quando
il vescovo di Bologna riconobbe giuridicamente la comunità costituita da
contadini, impegnati nelle opere di bonifica del territorio. All'inizio del
Trecento, in concomitanza con la graduale perdita di potere del vescovo di
Bologna, nacque la partecipanza agraria. In origine Cento era unita a Pieve di
Cento, ma nel 1376, con decreto del principe
centopievese Bernardo de
Bonnevalle, vescovo di Bologna, venne separata da Pieve di Cento a cui fu
riconosciuto lo status di "città autonoma". Nel 1502 Papa Alessandro
VI cedette in dote Cento a Lucrezia Borgia, in occasione delle nozze con il
duca Alfonso della casata estense; Cento tornò allo Stato Pontificio solo nel
1598. Nel XVII secolo, il Comune di Cento fu definitivamente separato dalla sua
originaria pieve da un evento naturale, quale fu la rotta del fiume Reno,
avvenuta nel 1648, che fu talmente devastante da porre il letto del fiume nel
mezzo dei due centri. In quello stesso periodo, negli anni tra il 1641 e il
1649, Cento venne coinvolta anche nella guerra di Castro. La
chiesa di San Martino di Tours a Buonacompra di Cento, crollata dopo le scosse
del 20 maggio 2012. Nel 1754 Papa Benedetto XIV diede a Cento, con Bolla
Papale, il rango di "Città" e durante la Repubblica Cisalpina (1797)
venne scelta quale capoluogo del Dipartimento dell’Alta Padusa. All'inizio del XIX
secolo Cento fece parte del regno napoleonico, che ebbe termine nel 1815 quando
il cardinale Consalvi restaurò nella zona lo Stato Pontificio, riportando a
Cento le opere d'arte trafugate da Napoleone. Poco distante dalle antiche mura
alla fine dell’odierno corso Guercino, la Rocca sorse alla fine del ‘300, per
volontà del vescovo di Bologna, quale freno alle velleità autonomistiche dei
centesi. Il vescovo nel 1378 affidò i lavori di costruzione all'architetto
Antonio di Vincenzo. Fu ricostruita e ristrutturata nei secoli per rispondere
ai più moderni canoni dell’architettura militare e per reggere i ripetuti
assalti di truppe nemiche. Visto che il suo compito era quello di resistere ai
continui assalti di milizie nemiche non ci si occupò mai molto degli ornamenti
e arredi interni. La massiccia costruzione presenta la tradizionale pianta
quadrilatera, dotata di quattro torrioni per ogni angolo e di un robusto mastio
centrale che porta tuttora le tracce della presenza originaria di un ponte
levatoio che poteva salvaguardare la Rocca in caso di estremo pericolo. Un
tempo era provvista della tipica merlatura poi sostituita da una copertura
protettiva cosicché potesse essere usato anche lo spazio della terrazza. La Rocca
di Cento cosi come appare oggi si deve però agli interventi voluti nel 1483 da
Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II, he commissionò anche cicli
decorativi ora scomparsi (1485) e che, si dice, alloggiò più volte nel
Castello. Per diversi secoli la Rocca fu utilizzata come carcere. Nella parte
interna, ora integralmente restaurata, è possibile ammirare ambienti suggestivi
come la cappella, la sala della trifora, le cannoniere e le prigioni.L’aspetto
attuale, privo però del fossato e dei ponti levatoi, è frutto dell’impronta che
volle dargli nel 1483 il cardinale Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II.
Nel corso dei secoli, perduta la sua originaria finalità, la Rocca ha ricoperto
soprattutto una funzione di prigione per i detenuti politici e i banditi. Oggi
gli interni, completamente restaurati, presentano stanze degne di interesse,
come la cappella, la sala della trifora, le cannoniere o le prigioni, che ci
narrano storie di amori tragici, banditi sanguinari, apparizioni miracolose o
fughe rocambolesche. Sicuramente però, l’evento più noto accaduto all’interno
del castello centese riguarda un’immagine della Madonna, forse risalente al
1597, che, in seguito ad un atto sacrilego, iniziò a perdere sangue dal
naso. Questa venerata immagine è oggi custodita nel vicino Santuario della
Beata Vergine della Rocca. Oggi gli interni, completamente restaurati,
presentano stanze degne di interesse, come la cappella, la sala della trifora,
le cannoniere o le prigioni, che ci narrano storie di amori tragici, banditi
sanguinari, apparizioni miracolose o fughe rocambolesche. La Rocca è sede di
mostre temporanee, spettacoli teatrali e musicali, iniziative culturali e
gastronomiche.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cento_(Italia),
http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/luoghi/ferrara/rocca-di-cento,
http://www.comune.cento.fe.it/sportellicomunali/iat/pagina93.html,
http://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-ferrara/cartina-monumenti-cento/monumenti-cento-rocca.htm,
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre la seconda è di
Silvy1967! su
https://it.wikipedia.org/wiki/Cento_(Italia)#/media/File:La_Rocca_Cento,_Fe_01.JPG
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