CAMPIGLIA MARITTIMA (LI) - Rocca San Silvestro
Il complesso si trova all'interno del parco archeominerario di San
Silvestro, nel comune di Campiglia Marittima nell'Alta Maremma, precisamente
sul crinale del Monte Rombolo, a una quota di 331 metri s.l.d.m.; l'ingresso al
parco è collocato sulla strada provinciale che collega Campiglia Marittima a San
Vincenzo. Dalla sommità si riesce a vedere, attraverso le Valli dei Lanzi e del
Temperino, sia la Torre di San Vincenzo che la Rocca di Campiglia, dato che, le
tre torri fanno parte di una rete di collegamenti presente in tutta la Val di
Cornia, situate in postazioni strategiche per poter avvistare e difendere il
territorio da attacchi esterni e comunicare per tempo alle altre fortificazioni
difensive. Il territorio delle colline Campigliesi è ricco di giacimenti
minerari, soprattutto di rame e di piombo argentifero, necessari nel passato
per la produzione monetaria delle zecche toscane. Il complesso di rilievi e
valli è attraversato da due filoni paralleli di roccia porfirica, lungo i
quali, si sono sviluppate colonne di minerale spesse talvolta centinaia di
metri, Rocca San Silvestro nasce quindi, come altri castelli limitrofi (Biserno
e Acquaviva), all'interno di un'importante area mineraria. Rocca San Silvestro
è stata costruita tra il X e il XI secolo, quando i conti Della Gherardesca decisero
di sfruttare le risorse minerarie della zona. Il nome originario però non è
Rocca San Silvestro, bensì Rocca a Palmento, come si ricava dai documenti
medievali dove vengono riportati i confini e la posizione geografica del
castello: questi documenti sono conservati nell'Archivio di Stato di Firenze,
con più precisione si tratta dei
Diplomi della Gherardesca. Il nome
Rocca San Silvestro gli è stato dato solo quando il sito era già stato
abbandonato e deriva dal nome del santo cui era dedicata la chiesa del
villaggio. I pisani già nella prima metà dell'XI secolo controllavano la costa
maremmana a sud del Cecina. Quest'espansione era legata al controllo dei boschi
per realizzare il fabbisogno energetico per la riduzione del ferro elbano, dopo
l'esaurimento delle risorse dell'isola. Rocca a Palmento fece dunque parte del contado
pisano fino agli inizi del XV secolo, quando i territori pisani passarono sotto
Firenze. C'è comunque da sottolineare che, durante il periodo di controllo
pisano, la Rocca mantenne comunque la sua autonomia rispetto alla città di Pisa,
rimanendo sotto il controllo dei suoi signori (prima i Della Gherardesca,
successivamente i Della Rocca). Infatti, in quel periodo i Pisani si
assicurarono il controllo della zona attraverso l'acquisizione di possessi
patrimoniali e la creazione di vincoli tra le maggiori famiglie signorili
maremmane e la città di Pisa. Non fu così però per Rocca a Palmento, in quanto
la famiglia Della Rocca la tenne sempre in proprio possesso, nonostante alcuni
dei suoi membri si trasferirono stabilmente a Pisa. I Della Rocca subentrarono
nel corso dell'XII secolo ai Della Gherardesca. Si pensa che gli antenati dei
Della Rocca fossero riusciti ad ottenere la signoria del castello in quanto
vassalli dei Della Gherardesca, resisi poi indipendenti. Il nome stesso
generico, ma derivante dal castello (Della Rocca), conferma questa ipotesi.
Questo evento dette una forte spinta economica e urbanistica a Rocca San
Silvestro, in quanto la cinta muraria fu riedificata e dotata di una porta di
accesso fortificata preceduta da una scalinata in pietra, la chiesa ingrandita
e anche le case del borgo furono ricostruite seguendo un primordiale piano
urbanistico per la razionalizzazione degli spazi. All'interno delle mura ci fu
poi una divisione in settori: a ovest la zona residenziale, ad est quella
industriale e artigianale.Nel 1310 il castello venne venduto a un certo Raniero
di Donoratico, ma venne abbandonato verso la metà del XV secolo dopo un periodo
di frequentazione sporadica. Tra le cause dell'abbandono ci furono
probabilmente l'impossibilità di sviluppare le tecnologie estrattive e
metallurgiche a causa della mancanza di forza idraulica per l'attivazione dei
mantici e dei magli, inoltre non deve essere sottovalutata l'incidenza di un
terremoto che colpì la zona nella seconda decade del XIV secolo. La vita della
Rocca San Silvestro, durata non più di quindici generazioni di abitanti, ha
costituito un esempio di rinascita, alle soglie del Mille, di un centro
minerario e metallurgico specializzato, la cui fine è legata sia all'incapacità
di competere con l'organizzazione e la capacità produttiva di centri come Villa
di Chiesa in Sardegna, sia per il carattere di struttura politica e sociale di
tipo signorile che era destinato alla sconfitta in un quadro mediterraneo, dove
i mercati cittadini stavano radicalmente cambiando gli assetti che si erano
andati definendo soltanto dagli inizi del Mille. Il villaggio di Rocca San
Silvestro è composto da due piani concentrici e fortificati. Il piano superiore
costituisce la vera e propria parte fortificata, con la torre di guardia,
mentre quello inferiore è il centro abitato dai minatori, con le abitazioni, il
forno, l'area produttiva e il borgo popolare. Per l'area signorile si possono
individuare più fasi costruttive:
- In una prima fase, databile
prima dell'XI secolo, fu fatto un taglio nel paleosuolo roccioso, per
realizzare una platea dove furono costruiti tutti gli ambienti. Successivamente
verrà realizzata la prima pavimentazione in lastre di marmo, circondata da
una cinta muraria difensiva di notevole spessore.
- Nella seconda fase
costruttiva (tra il XII e il XIV secolo) viene costruita la torre, vengono
effettuate numerose ristrutturazioni, collegate forse all'attacco
volterrano o al terremoto. Sarà ricostruita la cinta muraria, con
l'ingresso dal piano sottostante, la porta ad arco e le scale tagliate
nella pietra.
Immediatamente sotto l'area militare-signorile si ha un piano circondato da
una seconda cortina muraria, tuttora ben conservata per lunghi tratti, al cui
interno si sviluppa il centro abitato popolare con le abitazioni, e i fulcri
vitali del villaggio. La Rocca è quindi articolata in più edifici e costruzioni
fondamentali:
- la cinta muraria
- la porta
- la chiesa
- il cimitero
- le abitazioni dei minatori
- il frantoio
- il forno
- il borgo signorile e la
torre
- la cisterna per la raccolta
dell'acqua
Al di fuori delle mura si trovano:
- le aree di produzione e
lavorazione dei minerali
- la forgia
- la carbonaia
- la cava di calcare
La cinta muraria che circonda l'intero complesso abitativo è lunga circa 400
metri e racchiude una superficie di circa un ettaro. È realizzata in muratura a
sacco, con blocchi di calcare locale disposti in file, aperte a tratti, da
strette feritoie strombate ed è in gran parte fondata sulla roccia affiorante. La
realizzazione della cinta muraria è avvenuta in più fasi costruttive, di pari
passo con l'ampliamento e la trasformazione del centro abitato; infatti si
hanno tracce di una precedente cinta, ora integrata nelle abitazioni
all'interno del castello, altra modifica posteriore è lo spostamento della porta
di accesso e il prolungamento delle mura con una tecnica più approssimativa
dotata di merli. Le opere fondamentali come le mura, la torre e la chiesa erano
affidate a maestranze specializzate che controllavano il lavoro svolto dagli
abitanti del villaggio. In alcuni settori della cinta è visibile una maggiore
accuratezza costruttiva riconducibile all'azione diretta dei maestri, in
contrasto con le parti eseguite in seguito dagli abitanti, realizzate in base
alle indicazioni ricevute dai maestri, ma con minore abilità tecnica. Dalla
porta partiva la via principale che conduceva alla chiesa. La porta è preceduta
da una scalinata in pietra, tuttora visibile, l'ingresso principale era
costituito da un portale ad arco, di circa 2 metri di luce, di cui sono
rimasti, gli stipiti, la soglia, l'alloggio dei cardini e del chiavistello. La
soglia è ribassata centralmente per permettere l'ingresso agli animali, ma non
ai carri, tesi suggerita anche dalle dimensioni della porta e dall'assenza di
tracce di usura nella pavimentazione interna alle mura. Lungo il corridoio di
accesso inizia una serie di scalini intagliati nella roccia e sul terzo, in
corrispondenza del posto di guardia, è stata incisa la griglia del gioco del
Mulino (gioco), detto anche del mulino, passatempo diffuso in tutta l'Europa
medievale. La struttura a sinistra dopo l'entrata era il posto di guardia;
locale aperto sul lato volto verso l'ingresso, dove all'interno si trovava una
panca in pietra. I turni di guardia erano svolti dagli stessi abitanti del
castello come corvée. Il borgo ha subito nell'arco del tempo vari adattamenti
strutturali. Dalla seconda metà del XIII secolo si è esteso verso il fianco
orientale del poggio per soddisfare la maggiore necessità di abitazioni. Ogni
isolato è separato da quelli attigui mediante una viabilità minore, costituita
da stretti viottoli intagliati nella roccia e il più possibile paralleli tra
loro. La via principale iniziava dalla porta e conduceva alla chiesa e alla
torre; lungo la strada si dividevano stretti vicoli che collegavano gli isolati
e portavano alle abitazioni. Soltanto alcuni tratti di strada avevano
pavimentazioni in pietra; dove il dislivello era troppo forte sono state
costruite delle rampe di gradini. Le abitazioni erano disposte anche su due
piani ed avevano una superficie media di 27 m². Il tetto, a doppio spiovente,
era realizzato in lastre di calcare scistoso della zona. Gli ambienti in cui si
viveva avevano pavimenti in terra battuta, focolari in argilla o malta e nicchie
ricavate nelle murature; gli ambienti a piano terra, usati come stalle e
magazzini, avevano generalmente un ingresso diverso. A Rocca San Silvestro, nel
momento di massima espansione dell'insediamento (seconda metà del XIII secolo),
vivevano 200/250 persone, in circa 42 abitazioni. Nella parte più alta del
villaggio si trovava la residenza signorile, composta da un edificio
quadrangolare, disposto su due piani, una cisterna per la raccolta delle acque
e la torre di guardia. Il tutto era protetto da una seconda cortina muraria. La
torre, di dimensioni ridotte (4x5 m), risale al periodo romanico ed è
realizzata in muratura a sacco con conci perfettamente squadrati. È posta sulla
sommità dell'abitato ed attualmente l'ingresso è sospeso a 3 metri di altezza e
difficilmente raggiungibile, a causa dei frequenti crolli di tutta l'area. Grazie
al Dipartimento di Archeologia e Storia delle Belle Arti dell’Università di
Siena sul sito sono stati e sono a tutt’oggi condotti importanti scavi che
hanno portato alla realizzazione di un parco museo minerario e archeologico
aperto ai visitatori con percorsi nelle vecchie miniere e a cielo aperto fra le
strade dell’antico borgo. Il complesso monumentale della Rocca è stato
inaugurato nel 2008 dopo un accurato restauro. Altri link sull'argomento: http://www.castellitoscani.com/italian/silvestro.htm,
video di Duepassinelmistero: https://www.youtube.com/watch?v=uORxOVqadkc, http://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/arte/italia/toscana/archeominerario/virocca/,
http://www.fototoscana.it/mostra-gallery.asp?nomegallery=sansilvestro
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_San_Silvestro, http://guide.supereva.it/toscana_meravigliosa/interventi/2010/04/il-parco-archeominerario-di-rocca-san-silvestro
Foto: la prima è di Deboran su https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_San_Silvestro#/media/File:La_rocca_di_san_silvestro.JPG,
la seconda è di Andrea Semplici su http://andreasemplici.blogspot.it/2012/07/il-parco-di-san-silvestrola-bellezza-il.html
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