giovedì 8 settembre 2016

Il castello di giovedì 8 settembre









CAMPIGLIA MARITTIMA (LI) - Rocca San Silvestro

Il complesso si trova all'interno del parco archeominerario di San Silvestro, nel comune di Campiglia Marittima nell'Alta Maremma, precisamente sul crinale del Monte Rombolo, a una quota di 331 metri s.l.d.m.; l'ingresso al parco è collocato sulla strada provinciale che collega Campiglia Marittima a San Vincenzo. Dalla sommità si riesce a vedere, attraverso le Valli dei Lanzi e del Temperino, sia la Torre di San Vincenzo che la Rocca di Campiglia, dato che, le tre torri fanno parte di una rete di collegamenti presente in tutta la Val di Cornia, situate in postazioni strategiche per poter avvistare e difendere il territorio da attacchi esterni e comunicare per tempo alle altre fortificazioni difensive. Il territorio delle colline Campigliesi è ricco di giacimenti minerari, soprattutto di rame e di piombo argentifero, necessari nel passato per la produzione monetaria delle zecche toscane. Il complesso di rilievi e valli è attraversato da due filoni paralleli di roccia porfirica, lungo i quali, si sono sviluppate colonne di minerale spesse talvolta centinaia di metri, Rocca San Silvestro nasce quindi, come altri castelli limitrofi (Biserno e Acquaviva), all'interno di un'importante area mineraria. Rocca San Silvestro è stata costruita tra il X e il XI secolo, quando i conti Della Gherardesca decisero di sfruttare le risorse minerarie della zona. Il nome originario però non è Rocca San Silvestro, bensì Rocca a Palmento, come si ricava dai documenti medievali dove vengono riportati i confini e la posizione geografica del castello: questi documenti sono conservati nell'Archivio di Stato di Firenze, con più precisione si tratta dei Diplomi della Gherardesca. Il nome Rocca San Silvestro gli è stato dato solo quando il sito era già stato abbandonato e deriva dal nome del santo cui era dedicata la chiesa del villaggio. I pisani già nella prima metà dell'XI secolo controllavano la costa maremmana a sud del Cecina. Quest'espansione era legata al controllo dei boschi per realizzare il fabbisogno energetico per la riduzione del ferro elbano, dopo l'esaurimento delle risorse dell'isola. Rocca a Palmento fece dunque parte del contado pisano fino agli inizi del XV secolo, quando i territori pisani passarono sotto Firenze. C'è comunque da sottolineare che, durante il periodo di controllo pisano, la Rocca mantenne comunque la sua autonomia rispetto alla città di Pisa, rimanendo sotto il controllo dei suoi signori (prima i Della Gherardesca, successivamente i Della Rocca). Infatti, in quel periodo i Pisani si assicurarono il controllo della zona attraverso l'acquisizione di possessi patrimoniali e la creazione di vincoli tra le maggiori famiglie signorili maremmane e la città di Pisa. Non fu così però per Rocca a Palmento, in quanto la famiglia Della Rocca la tenne sempre in proprio possesso, nonostante alcuni dei suoi membri si trasferirono stabilmente a Pisa. I Della Rocca subentrarono nel corso dell'XII secolo ai Della Gherardesca. Si pensa che gli antenati dei Della Rocca fossero riusciti ad ottenere la signoria del castello in quanto vassalli dei Della Gherardesca, resisi poi indipendenti. Il nome stesso generico, ma derivante dal castello (Della Rocca), conferma questa ipotesi. Questo evento dette una forte spinta economica e urbanistica a Rocca San Silvestro, in quanto la cinta muraria fu riedificata e dotata di una porta di accesso fortificata preceduta da una scalinata in pietra, la chiesa ingrandita e anche le case del borgo furono ricostruite seguendo un primordiale piano urbanistico per la razionalizzazione degli spazi. All'interno delle mura ci fu poi una divisione in settori: a ovest la zona residenziale, ad est quella industriale e artigianale.Nel 1310 il castello venne venduto a un certo Raniero di Donoratico, ma venne abbandonato verso la metà del XV secolo dopo un periodo di frequentazione sporadica. Tra le cause dell'abbandono ci furono probabilmente l'impossibilità di sviluppare le tecnologie estrattive e metallurgiche a causa della mancanza di forza idraulica per l'attivazione dei mantici e dei magli, inoltre non deve essere sottovalutata l'incidenza di un terremoto che colpì la zona nella seconda decade del XIV secolo. La vita della Rocca San Silvestro, durata non più di quindici generazioni di abitanti, ha costituito un esempio di rinascita, alle soglie del Mille, di un centro minerario e metallurgico specializzato, la cui fine è legata sia all'incapacità di competere con l'organizzazione e la capacità produttiva di centri come Villa di Chiesa in Sardegna, sia per il carattere di struttura politica e sociale di tipo signorile che era destinato alla sconfitta in un quadro mediterraneo, dove i mercati cittadini stavano radicalmente cambiando gli assetti che si erano andati definendo soltanto dagli inizi del Mille. Il villaggio di Rocca San Silvestro è composto da due piani concentrici e fortificati. Il piano superiore costituisce la vera e propria parte fortificata, con la torre di guardia, mentre quello inferiore è il centro abitato dai minatori, con le abitazioni, il forno, l'area produttiva e il borgo popolare. Per l'area signorile si possono individuare più fasi costruttive:
  • In una prima fase, databile prima dell'XI secolo, fu fatto un taglio nel paleosuolo roccioso, per realizzare una platea dove furono costruiti tutti gli ambienti. Successivamente verrà realizzata la prima pavimentazione in lastre di marmo, circondata da una cinta muraria difensiva di notevole spessore.
  • Nella seconda fase costruttiva (tra il XII e il XIV secolo) viene costruita la torre, vengono effettuate numerose ristrutturazioni, collegate forse all'attacco volterrano o al terremoto. Sarà ricostruita la cinta muraria, con l'ingresso dal piano sottostante, la porta ad arco e le scale tagliate nella pietra.
Immediatamente sotto l'area militare-signorile si ha un piano circondato da una seconda cortina muraria, tuttora ben conservata per lunghi tratti, al cui interno si sviluppa il centro abitato popolare con le abitazioni, e i fulcri vitali del villaggio. La Rocca è quindi articolata in più edifici e costruzioni fondamentali:
  • la cinta muraria
  • la porta
  • la chiesa
  • il cimitero
  • le abitazioni dei minatori
  • il frantoio
  • il forno
  • il borgo signorile e la torre
  • la cisterna per la raccolta dell'acqua
Al di fuori delle mura si trovano:
  • le aree di produzione e lavorazione dei minerali
  • la forgia
  • la carbonaia
  • la cava di calcare
La cinta muraria che circonda l'intero complesso abitativo è lunga circa 400 metri e racchiude una superficie di circa un ettaro. È realizzata in muratura a sacco, con blocchi di calcare locale disposti in file, aperte a tratti, da strette feritoie strombate ed è in gran parte fondata sulla roccia affiorante. La realizzazione della cinta muraria è avvenuta in più fasi costruttive, di pari passo con l'ampliamento e la trasformazione del centro abitato; infatti si hanno tracce di una precedente cinta, ora integrata nelle abitazioni all'interno del castello, altra modifica posteriore è lo spostamento della porta di accesso e il prolungamento delle mura con una tecnica più approssimativa dotata di merli. Le opere fondamentali come le mura, la torre e la chiesa erano affidate a maestranze specializzate che controllavano il lavoro svolto dagli abitanti del villaggio. In alcuni settori della cinta è visibile una maggiore accuratezza costruttiva riconducibile all'azione diretta dei maestri, in contrasto con le parti eseguite in seguito dagli abitanti, realizzate in base alle indicazioni ricevute dai maestri, ma con minore abilità tecnica. Dalla porta partiva la via principale che conduceva alla chiesa. La porta è preceduta da una scalinata in pietra, tuttora visibile, l'ingresso principale era costituito da un portale ad arco, di circa 2 metri di luce, di cui sono rimasti, gli stipiti, la soglia, l'alloggio dei cardini e del chiavistello. La soglia è ribassata centralmente per permettere l'ingresso agli animali, ma non ai carri, tesi suggerita anche dalle dimensioni della porta e dall'assenza di tracce di usura nella pavimentazione interna alle mura. Lungo il corridoio di accesso inizia una serie di scalini intagliati nella roccia e sul terzo, in corrispondenza del posto di guardia, è stata incisa la griglia del gioco del Mulino (gioco), detto anche del mulino, passatempo diffuso in tutta l'Europa medievale. La struttura a sinistra dopo l'entrata era il posto di guardia; locale aperto sul lato volto verso l'ingresso, dove all'interno si trovava una panca in pietra. I turni di guardia erano svolti dagli stessi abitanti del castello come corvée. Il borgo ha subito nell'arco del tempo vari adattamenti strutturali. Dalla seconda metà del XIII secolo si è esteso verso il fianco orientale del poggio per soddisfare la maggiore necessità di abitazioni. Ogni isolato è separato da quelli attigui mediante una viabilità minore, costituita da stretti viottoli intagliati nella roccia e il più possibile paralleli tra loro. La via principale iniziava dalla porta e conduceva alla chiesa e alla torre; lungo la strada si dividevano stretti vicoli che collegavano gli isolati e portavano alle abitazioni. Soltanto alcuni tratti di strada avevano pavimentazioni in pietra; dove il dislivello era troppo forte sono state costruite delle rampe di gradini. Le abitazioni erano disposte anche su due piani ed avevano una superficie media di 27 m². Il tetto, a doppio spiovente, era realizzato in lastre di calcare scistoso della zona. Gli ambienti in cui si viveva avevano pavimenti in terra battuta, focolari in argilla o malta e nicchie ricavate nelle murature; gli ambienti a piano terra, usati come stalle e magazzini, avevano generalmente un ingresso diverso. A Rocca San Silvestro, nel momento di massima espansione dell'insediamento (seconda metà del XIII secolo), vivevano 200/250 persone, in circa 42 abitazioni. Nella parte più alta del villaggio si trovava la residenza signorile, composta da un edificio quadrangolare, disposto su due piani, una cisterna per la raccolta delle acque e la torre di guardia. Il tutto era protetto da una seconda cortina muraria. La torre, di dimensioni ridotte (4x5 m), risale al periodo romanico ed è realizzata in muratura a sacco con conci perfettamente squadrati. È posta sulla sommità dell'abitato ed attualmente l'ingresso è sospeso a 3 metri di altezza e difficilmente raggiungibile, a causa dei frequenti crolli di tutta l'area. Grazie al Dipartimento di Archeologia e Storia delle Belle Arti dell’Università di Siena sul sito sono stati e sono a tutt’oggi condotti importanti scavi che hanno portato alla realizzazione di un parco museo minerario e archeologico aperto ai visitatori con percorsi nelle vecchie miniere e a cielo aperto fra le strade dell’antico borgo. Il complesso monumentale della Rocca è stato inaugurato nel 2008 dopo un accurato restauro. Altri link sull'argomento: http://www.castellitoscani.com/italian/silvestro.htm, video di Duepassinelmistero: https://www.youtube.com/watch?v=uORxOVqadkc, http://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/arte/italia/toscana/archeominerario/virocca/, http://www.fototoscana.it/mostra-gallery.asp?nomegallery=sansilvestro

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_San_Silvestro, http://guide.supereva.it/toscana_meravigliosa/interventi/2010/04/il-parco-archeominerario-di-rocca-san-silvestro

Foto: la prima è di Deboran su https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_San_Silvestro#/media/File:La_rocca_di_san_silvestro.JPG, la seconda è di Andrea Semplici su http://andreasemplici.blogspot.it/2012/07/il-parco-di-san-silvestrola-bellezza-il.html

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