mercoledì 14 settembre 2016

Il castello di mercoledì 14 settembre






BESOZZO (VA) - Castello

Situato al centro di antichi percorsi che dai passi alpini scendevano verso la pianura lombarda, Besozzo è già conosciuto in epoca romana, e appartenne nel medioevo al territorio pievano di Brebbia. Il nucleo antico del paese, nella parte alta del borgo a dominare il corso del Bardello, fu presto fortificato per controllare il traffico e il passaggio delle strade nella sottostante vallata del fiume. La famiglia dei da Besozzo compare nella "Matricula Nobilium" del 1277 e nel Quattrocento ricevette da Facino Cane il feudo della pieve di Brebbia, riconfermato nel 1412 dal duca Filippo Maria Visconti. L'importanza e il prestigio della famiglia restò immutato su Besozzo e l'intera plaga sino a tutto il sec. XVIII. Nel 1574 venne sancito ufficialmente anche lo spostamento della sede pievana da Brebbia a Besozzo. Gli edifici che costituiscono oggi il Castello sono il risultato di modifiche e sovrapposizioni avvenute nei sec. XV e XVI sul nucleo originario e più antico. Della rocca originaria restano la massiccia torre, a dominare la valle del Bardello e parti della cinta muraria che delimitava la parte superiore della collina. Ancora oggi la fisionomia di Besozzo superiore è data dai diversi edifici abitati nel medioevo e nel rinascimento dalle nobili famiglie dei Besozzi e Castelbesozzo, nativi del posto e rami di una stessa antica famiglia, che ebbero un ruolo importante nel panorama politico ed economico di tutta la plaga per diversi secoli. Da non dimenticare, nel quadro territoriale del Comune, i centri abitati delle frazioni di Bogno, Cardana e Olginasio, che mantengono autonome e caratteristiche fisionomie urbane. Su tutti i palazzi spicca il nucleo originario delle dimore dei Besozzi denominato il Castello. Il corpo settentrionale, sorto sulle antiche strutture fortificate, è conosciuto come Castello Cadario, contraddistinto da una elegante torre d'ingresso tardorinascimentale con una leggera loggia a colonne su beccatelli che la conclude nella parte sommitale e un bel portale bugnato fiancheggiato da due colonne. All'interno si apre un raccolto cortile su possenti colonne in pietra d'Angera. Di fronte al Castello Cadario, ma sempre facente parte dello stesso nucleo originario, è il palazzo Adamoli, frutto di trasformazioni e modifiche, con bel portale d'ingresso di fattura rinascimentale e un elegante cortile con decorazioni e balconcini settecenteschi. Tracce di decorazione a graffito d'età rinascimentale si notano nell'ala di fondo del bel cortile, aperto sul lato est. Al piano nobile dell'edificio, nella parte oggi proprietà dei conti Foderati di Val d'Elsa, dormì più volte nel 1863 Giuseppe Garibaldi, ospitato dal generale Adamoli. Nell'appartamento, tra arredi d'antiquariato e oggetti da collezione, il “celebre” letto si conserva ancora: evidentemente anche comodo, perché deputato nel 1867 a ospitare, dopo Garibaldi, Giuseppe Mazzini. Gli Adamoli giunsero a Besozzo all'inizio dell'800, prendendo dapprima in affitto dai conti Besozzi sia i terreni che il castello, ed in seguito diventandone i proprietari. La famiglia giunse da Varese e si insediò nel castello di Besozzo Superiore intorno al 1820: qui Domenico ricoprì la carica di sindaco, mentre il figlio Giulio fu, in tempi successivi, consigliere comunale, Carabiniere di Genova, Garibaldino, Granatiere di Sardegna. Nel giardino si eleva una torre, ritenuta la campanaria dell'oratorio di S. Maria in Castro, residuo del fortilizio originario, in massiccia muratura in pietra a vista. Ai piedi del castello, nelle antiche strade del borgo, si sgranano gli antichi palazzi delle casate Besozzi, che conservano tutti i nobili segni del passato con notevoli elementi architettonici: portali, cortili, colonnati, decorazioni scultoree, balconi in ferro battuto, scaloni interni, bei giardini. Tra tutti si evidenziano i palazzi Contini, Cà Marchetta, casa Bossi, il cosiddetto Palazzo, l'attuale Sede comunale e le adiacenti case lungo la via Mazzini. Sulla collina di fronte al castello, si raggruppa il nucleo religioso del borgo, formatosi già nel medioevo, ma che assunse forme più evidenti quando la pieve di Brebbia fu trasferita a Besozzo nel 1574 dal cardinale arcivescovo Carlo Borromeo. C'è un episodio tragico, legato al castello e, in particolare, agli Adamoli, che avevano fatto fortuna con i bachi da seta, ma non riuscivano a sposare la figlia trentenne. Per propiziare incontri con un buon partito, davano banchetti, i quali finivano tutti allo stesso modo. Le donne si ritiravano a ricamare e spettegolare, gli uomini a fumare sigari e parlare di politica, e la zitella era lasciata libera di stare con gli ospiti più giovani nella sala da bigliardo. Un giorno, sotto il castello, in quella che era stata la filanda di una famiglia ebraica, aprì una scuola allievi ufficiali bersaglieri e la più aitante gioventù italiana invase il Varesotto. È fatta, si fregarono le mani gli Adamoli. E difatti i cadetti venivano, mangiavano, ballavano, giocavano, e la zitella giocava con loro. Era brava, spesso vinceva. Finché non accadde l'assurdo. Una sera, in sala bigliardo con i giovani ufficiali, la nubile d'alto bordo tentò il colpo di sponda più difficile della sua vita. Si sporse in avanti in punta dei piedi, sfiorò col seno il velluto verde, protese verso l'alto il fondo schiena, e nel silenzio la cosa successe. Un miagolìo corporale. Inequivocabile. Perfettamente udito da tutti. Attenti, siamo nell'Ottocento. Il senso del pudore è un altro. Piombò sulla sala un silenzio glaciale, seguito da risolini. La donna scoppiò in lacrime, corse via e si chiuse in camera sua. I genitori bussarono ma lei non aprì. Nel frattempo la voce corse, l'indomani in paese non si parlava d'altro, e la giovane Adamoli decise di non uscire mai più dalla sua stanza, nella quale morì per un sentimento oggi sconosciuto all'Italia che conta: la vergogna. Per approfondimenti sul castello, visitare anche: http://www.adamoli.org/giulio/castello-di-besozzo-01.html, http://asiamicky.blogspot.it/2015/04/il-castello-di-besozzo.html

Fonti: http://www.comune.besozzo.va.it/cennistorici.asp, http://www.ilvaresotto.it/Castelli/Besozzo_Castello.htm, http://www.repubblica.it/rubriche/camicie-rosse/2010/08/12/news/rumiz_12_agosto-6231985/?refresh_ce (di Paolo Rumiz)

Foto: la prima è presa da http://www.ilvaresotto.it/immagini/Besozzo_Adamoli.gif, la seconda è presa dahttp://www.adamoli.org/giulio/sotterranei-castello-besozzo/foto-07970.jpg

Nessun commento: