QUERO (BL) - Castelnuovo
Costruito attorno al 1376 dal capitano della Serenissima di Venezia Jacopo
Cavalli per controllare la strada Feltrina che congiungeva i monti bellunesi
con la pianura trevigiana, rimase a lungo funzionante come dogana. La necessità
era dunque di difendere la repubblica veneta dagli attacchi dei nemici, in
particolare dalle forze dei duchi d'Austria. La maestosa costruzione, che sorge
poco prima di Santa Maria, si articola in due grosse torri: la maggiore,
fornita di caditoie, e la minore, poggiante sul letto del Piave. Quest'ultima
era un tempo collegata ad un'altra torre sulla riva opposta mediante una catena
che regolava i traffici sul fiume. A testimoniare l'importanza attribuita alla
fortezza, detta Castelnuovo perché sostituiva un precedente sistema murario di
difesa di origine longobarda o addiritura romana, è l'invio di castellani
scelti fra le famiglie nobili, che vi rimanevano due anni con potere di
giurisdizione sul territorio della pieve di Quero. Fra questi il più famoso è
Girolamo Miani che nel 1511, durante la Guerra della Lega di Cambrai, si
distinse per la strenua difesa del maniero, e della Repubblica Veneta, e venne fatto
prigioniero dalle armate imperiali Austriache. Fu liberato, come egli stesso
raccontò, per intervento della Madonna. Tale episodio straordinario lo indusse
a riconsiderare gli scopi della sua vita.
Dal 1528 al 1537, anno della sua morte, Girolamo
Miani dedicò la sua vita interamente agli orfani e alla gioventù abbandonata, e
fondò l'ordine dei PADRI SOMASCHI, che ancora oggi continuano la sua missione. Una
vicenda che contribuisce ad accrescere il fascino di Castelnuovo, testimone non
solo di fatti di sangue e rivoluzioni terrene, ma anche di rivoluzioni
dell'animo. L'eco di questo avvenimento riecheggia fra le mura del castello,
assieme alle grida delle guardie impegnate in battaglia, o alle voci dei
dazieri che regolavano il passaggio delle merci attraverso il valico. Dopo la
Guerra della Lega di Cambrai, durante la quale fu oggetto di contese, il
fortilizio cominciò a decadere, venendo adibito dapprima ad osteria, quindi ad
albergo. Oggi l’edificio è diventato Casa di Preghiera e Centro Religioso
gestito dai Padri Somaschi che onorano il loro fondatore. S. Girolamo è stato
proclamato dalla Chiesa Patrono universale degli orfani e della gioventù
abbandonata. É un luogo nato per accogliere quanti sentono il bisogno di
trovare pace, silenzio, spazio per ritrovare il "sè" che giorno dopo
giorno rischia di rimanere sepolto da problemi, sofferenze, dubbi, paure, che
forse percepiamo solo in superficie.
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