BEDIZZOLE (BS) – Castello
Il complesso difensivo di Bedizzole, di cui oggi
rimangono importanti e ben conservate testimonianze, specialmente per la
presenza del castello, fu eretto a difesa delle invasioni degli Ungari fra il
IX e il X secolo su un'altura dominante la pianura e la valle del fiume Chiese.
Una volta completato, il sistema del fortilizio si trovò ad assumere una
posizione perfettamente centrale rispetto a quei centri abitati del territorio
che avrebbe dovuto controllare. La fortezza svolse la funzione militare fino al
1401, quando il comune di Bedizzole si rivoltò contro il potere di Galeazzo
Visconti, signore di Milano. Per rappresaglia, Visconti fece abbattere le
difese del castello, le quali furono ricostruite ad opera delle autorità venete
nel 1426. Nel 1483, durante la Guerra di Ferrara, Bedizzole venne attaccata per
tre giorni, ma senza esito, dalle truppe di Alfonso d'Aragona, figlio del re di
Napoli. I danni arrecati al sistema difensivo del paese vennero assorbiti con
un'opera di vasta ricostruzione nell'anno 1494. I lavori ebbero luogo grazie
alla disponibilità finanziaria comunale, creatasi a seguito dell'alienazione di
alcuni beni. L'anno successivo, applicati alla nuova fortificazione cittadina,
partirono altri importanti lavori, tanto all’interno che all'esterno della
cinta murata. Iniziarono le opere alla fabbrica del castello, quelle di
riposizionamento della fossa esterna e, contestualmente a ciò, venne completata
la muraglia. Infine furono poste in essere le merlature alla facciata. Ulteriori
significative modifiche ebbero luogo all'inizio del XVI secolo, e questa volta
non per motivi estetici, ma per arginare i pericoli derivanti dalle nuove
tecniche di assalto nemiche. Le torri vennero così ampliate, furono rafforzate
ed ingrandite le cortine, i fossati lungo il perimetro murario furono
nuovamente allargati. È in questo momento che fu introdotto anche il baluardo.
Il muro difensivo fu realizzato impiegando ciottoli di fiume, disposti in corsi
regolari, con introduzione di pietre per la regolarizzazione dei profili.
L'intero perimetro della cinta era originariamente percorribile sia
dall'interno (camminamento di ronda) che dall'esterno. Il nucleo abitato
interno era costituito da una maglia regolare con edifici che si disponevano su
linee parallele e doppio affaccio su vicoli intermedi, tutti molto stretti.
Ciascun gruppo di case era disposto a isolati di quattro unità, separati da tre
vicoli orientati da nord verso sud e da un periplo di camminamento. Nel 1509,
dopo la sconfitta della Serenissima Repubblica Veneta presso Agnadello, il
sistema difensivo di Bedizzole vide iniziare il proprio declino. I Veneti
infatti decisero di concentrare i propri sforzi difensivi solo su poche grandi
fortezze, localizzate in altri punti strategici, riconoscibili in Legnano,
Verona, Peschiera del Garda, Asola, Orzinuovi e Pontevico. Il castello di
Bedizzole, tuttavia, continuò ad essere utilizzato dalle popolazioni locali,
non più come fortezza militare bensì come “ricetto”. Il “recinto castellare”
funse da deposito di derrate alimentari, prodotti agricoli e, qualora se ne
fosse presentata l'esigenza, anche come luogo di rifugio e protezione della
popolazione in caso di attacchi militari. Nel 1840 all'esterno della cinta
fortificata fu costruita la nuova sede comunale. Il progetto dell'ingegnere
Paolo Chiodi prevedeva la demolizione delle vecchie mura che circondano il
castello fino all'altezza di 120 centimetri sopra il piano interno. Il progetto
fu così stilato per poter limitare il più possibile l'esborso economico, ma
anche per consentire una maggiore circolazione d’aria ed ottenere maggiore
penetrazione della luce all'interno di quella che era la nuova sede municipale.
Nel 1844 poi, il fabbricato adiacente l'area libera fu adibito ad ospedale. Per
favorire l'ingresso alla struttura sanitaria fu aperto un varco attraverso le
cortine del lato ovest, a lato della torre. La struttura difensiva di Bedizzole
costituisce, da un punto di vista tipologico, un esempio di
"castello-recinto" o "castello-ricetto"; questo
"tipo" è il risultato della fusione in un unico complesso di due
elementi: la torre (utilizzata per l'avvistamento e la segnalazione) e lo
"spazio di difesa" e/o recinto (utilizzato per la protezione della
comunità). L'esempio di Bedizzole rientra, inoltre, fra quei "castelli-recinti"
che diedero luogo a veri e propri borghi fortificati dotati di case
all'interno, allineate su strade di semplice ma ben ordinata maglia ortogonale.
Nel recinto a pianta rettangolare sono presenti tre torri cilindriche: una sul
lato Est, in posizione centrale del muro di cinta e, due sugli angoli Sud-Ovest
e Nord-Ovest che, negli anni, sono state ampiamente rimaneggiate (rifatte le
solette interne, modificate le aperture e realizzate coperture in coppi). Nel castello,
d’estate, si svolgono anche rappresentazioni teatrali e concerti di carattere musicale,
frequentati assiduamente da un folto pubblico.
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