FORNELLI (IS) – Castello
Non è altro che un borgo medievale composto di singole "cellule
edilizie", ovvero case e chiese, racchiuse dalle spesse mura di cinta
comprendenti le sette torri costruite in età normanna. Fulcro del complesso è il
palazzo marchesale, simbolo del paese nonché edificio di notevole interesse
architettonico. Per ricostruire la storia del castello e del palazzo, si
possono individuare due fasi che accompagnarono la realizzazione dell'abitato
di Fornelli. Le fasi non sono databili con precisione, a causa delle
ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli e anche per la mancanza di studi
accurati sull'abitato medievale. Si può ipotizzare con una certa sicurezza,
comunque, che il processo di incastellamento del borgo, iniziato in età
longobarda, abbia trovato il suo primo momento costruttivo alla fine del X
secolo, se già intorno all'anno 1000 Leone Ostiense lo citò tra le località che
gravitavano intorno all'abbazia di San Vincenzo al Volturno. Nella prima fase
oggi riconoscibile, Fornelli cominciò a prendere forma attraverso la
costruzione del palazzo marchesale, della torre di vedetta e della chiesa,
dando vita così al primitivo borgo rurale del paese. L'accesso al castello era
possibile grazie a una porta principale aperta nelle mura, raggiungibile
attraverso un ponte levatoio al di sotto del quale si trovava un fossato, per
la difesa della fortezza dalle incursioni nemiche. Una porta secondaria
permetteva invece le uscite di emergenza. Nella seconda fase, relativa a un
ulteriore sviluppo del borgo, la cinta muraria difensiva si presenta più
articolata, munita di torri di vedetta di forma cilindrica con la base a
scarpa. Le torri sono in alcuni casi annesse ad abitazioni private, due sono
collegate al palazzo marchesale, mentre nel torrione centrale si apre la porta
principale di accesso al borgo. In questa fase si trovano diversi altri punti
di accesso, oltre al predetto. Il palazzo, nonostante comprenda nella sua
struttura anche altri edifici, ha sempre mantenuto un aspetto unitario ed
omogeneo, come un unico volume strutturale. Solo osservando attentamente le
porte, le finestre e le coperture realizzate dai singoli proprietari su
ciascuna cellula, ci si rende conto della molteplicità di edifici di cui si
compone il manufatto. Una struttura di questo tipo rappresenta la tipica
abitazione abruzzese-molisana, nata per svilupparsi con il crescere delle
famiglie: più aumentavano i componenti, compresi gli animali, maggiore era
l'accrescimento dei volumi delle singole abitazioni. Il palazzo fu quindi il
frutto di una necessità abitativa, una casa più grande, priva di elementi
difensivi poiché già inserita nel borgo fortificato. Si sviluppa su due piani,
un pianterreno suddiviso in fondaci e il piano nobile. Un'ala del palazzo è più
alta, sembra che abbia anche un secondo piano: in realtà non è così, in quanto
l'edificio segue le linee della collina, che in quel punto è più alta. Nel X
secolo il castello di Fornelli - come detto - possedimento della badia di S.
Vincenzo al Volturno, fu occupato con la forza dal conte Landolfo di Isernia;
l'abate di San Vincenzo, Giovanni, si recò a Benevento dall'imperatore Ottone
II, per chiedere la restituzione delle terre usurpate da Landolfo. La
restituzione avvenne il 10 ottobre 981, attraverso un documento che è il primo
ad attestare l'esistenza di un castello a Fornelli. Nel 1011 l'agro di Fornelli
fu abitato dall'Abate del Monastero di S. Vincenzo al Volturno, Ilario di
Matera, conosciuto per la sua santità. Francesco Pandone ne prese possesso nel
1433 e la sua famiglia ne mantenne la proprietà fino al 1525, quando passò alla
famiglia Galluccio. Nel 1648 i titolari del feudo furono i Caracciolo, ai quali
successero prima i Dentice e infine i marchesi Carmignano, ultimi signori di
Fornelli, fino al 1832. Nel 1744 Carlo III di Borbone soggiornò a Fornelli, di
passaggio con le truppe verso Castel di Sangro, per prevenire una manovra
austriaca. In quell'occasione il re stabilì i suoi quartieri nell'area esterna
al cortile del palazzo, in un'ala chiamata da allora "alcova di Carlo
III". Fino al 1968 erano ancora presenti le antiche porte con lo stemma
dei Borbone. Il passaggio del re non fu un evento piacevole per gli abitanti di
Fornelli: infatti dopo pochi giorni, conclusa l'operazione, il sovrano tornò
indietro con le truppe, che in mancanza di vettovagliamenti adeguati si diedero
a ruberie di ogni sorta nel paese, arrivando perfino a uccidere il sindaco, che
non aveva potuto dar loro il denaro richiesto. Il palazzo marchesale venne
incendiato nel 1943 dalle armate tedesche e gran parte dell'archivio storico
contenuto nell'edificio andò perduto, con la conseguenza che i pochi documenti
rimasti non permettono di ricostruirne completamente la storia.
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