CASALBAGLIANO (AL) – Castello dei Bagliani
Il primo nucleo abitativo documentato, sorto presumibilmente dopo la
fondazione di Alessandria (1168), viene citato negli Statuti alessandrini con
il toponimo di Casalis de fontana o Casalis fontanae e a partire
dagli inizi del XIV secolo con
quello di Casalis Balianorum (dal nome della nobile famiglia decurionale
di Alessandria che vi costruì un castello e vi mantenne i possessi sino alla
sua estinzione). La frazione assunse quindi il toponimo di Casal Bagliano o
Casalbagliano ed anche Casalbagliani. Fu altresì baronia della famiglia Peretti
da Carmagnola su investitura di Carlo Emanuele III di Savoia (1747). Di
vocazione prevalentemente agricola, seguì nel corso dei secoli le sorti della
vicina città di Alessandria assumendo spesso funzioni di presidio difensivo e/o
di accampamento militare. Nella frazione è presente il castello dei Bagliani,
costruito, secondo la tradizione, verso la fine del XIII secolo e loro
residenza sino alla scomparsa dell'ultimo discendente, il marchese Raimondo
Luigi (1750-1825). L’edificio, concepito inizialmente come elegante villa
signorile e in seguito, con la costruzione della torre, divenuto castello vero
e proprio, fu realizzato con meticolosità, arricchito di affreschi e
particolari architettonici. Il castello passò quindi per eredità prima agli
Inviziati, poi ai Petitti di Roreto e da questi ai Paravicini che lo abitarono
sino agli inizi del ‘900. Ceduto a privati, il castello fu acquisito
successivamente dal Comune di Alessandria, attuale proprietario. Durante la I
Guerra Mondiale fu adibito ad ospedale militare e poi a sede della sezione
locale del partito fascista. Ancora integro ed efficiente per tutta la prima
metà del secolo scorso, fu via via oggetto di spoliazione e di completo
abbandono, così da facilitarne rapidamente il degrado. Negli anni ci sono stati
lenti logoramenti e crolli, come quello del 1° febbraio 1998 alle 18: un boato e la caduta di una parte della facciata. Dato
il suo attuale stato assai pericolante, il castello è recintato e non è
accessibile al pubblico. La struttura è imponente, la si può ammirare
percorrendo la strada che dal quartiere Cristo porta fuori città. L’elemento
più evidente, e anche il più antico, è l’alta torre duecentesca che, come
quella di Masio o quella di Teodolinda a Marengo, faceva parte del complesso di
torri di avvistamento. Su di essa è cresciuto un albero, facendole guadagnare
il soprannome da molti, come l’architetto alessandrino Mario Mantelli, di “torre
chiomata”, come la Torre Guinigi che si trova a Lucca.
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