martedì 3 luglio 2012

Il castello di domenica 1 luglio




SCIOLZE (TO) – Castello di San Severino

Nel 1034 Sulcia (Sciolze) e Faniolo (Fagnour) furono cedute, insieme a molte altre località del Chierese, dall'abbazia di Nonantola, in Friuli, a cui erano state donate prima dell'anno 1000, ai Conti di Biandrate. Nei secoli successivi il consistente indebitamento dei Conti di Biandrate nei confronti del Comune di Chieri favorì l'estensione del dominio di quest'ultimo sulle colline sciolzesi. Alla fine del XIII secolo la località di Sciolze era costituita dal castrum, il castello, probabilmente già eretto a metà dell'XI secolo, e dalla villa, il villaggio abitato dalla comunità, situato in un posto diverso, probabilmente vicino alla Chiesa di Santa Maria sulla collina di Fagnour. Dalla sua particolare posizione geografica, Sciolze, punta estrema del Marchesato di Monferrato e quasi circondata dal ducato di Savoia, fu quasi mai direttamente coinvolta nelle delicate vicende storiche che travagliarono il Piemonte nei secoli XV e XVI. Il centro del paese è dominato dal Castello di S. Severino, roccaforte di origine medioevale, posta su un'altura a dominio dell'abitato, di cui non rimangono che pochi resti delle mura. Una volta, in Piemonte, si usava dire "Va a Siosse!" (= "Va' a Sciolze!") per mandare al diavolo una persona. Il significato di questa imprecazione, ormai in disuso, è data -probabilmente- dal fatto che in passato al castello di Sciolze venivano eseguite sentenze capitali e la frase, quindi, significherebbe "Va' a farti impiccare!". Sul sito del castello è stato edificato un palazzo signorile di gusto eclettico, tuttora abitato come residenza privata e sede dell'Associazione Culturale l'Opera di Sciolze.

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