SCIOLZE (TO) – Castello di San Severino
Nel 1034 Sulcia (Sciolze) e Faniolo (Fagnour) furono cedute,
insieme a molte altre località del Chierese, dall'abbazia di Nonantola, in
Friuli, a cui erano state donate prima dell'anno 1000, ai Conti di Biandrate. Nei
secoli successivi il consistente indebitamento dei Conti di Biandrate nei
confronti del Comune di Chieri favorì l'estensione del dominio di quest'ultimo
sulle colline sciolzesi. Alla fine del XIII secolo la località di Sciolze
era costituita dal castrum, il castello, probabilmente già eretto a metà
dell'XI secolo, e dalla villa, il villaggio abitato dalla comunità, situato in
un posto diverso, probabilmente vicino alla Chiesa di Santa Maria sulla collina
di Fagnour. Dalla sua particolare posizione geografica, Sciolze, punta estrema
del Marchesato di Monferrato e quasi circondata dal ducato di Savoia, fu quasi
mai direttamente coinvolta nelle delicate vicende storiche che travagliarono il
Piemonte nei secoli XV e XVI. Il centro del paese è dominato dal Castello di S. Severino,
roccaforte di origine medioevale, posta su un'altura a dominio dell'abitato, di
cui non rimangono che pochi resti delle mura. Una volta, in Piemonte, si usava
dire "Va a Siosse!" (=
"Va' a Sciolze!") per mandare al diavolo una persona. Il
significato di questa imprecazione, ormai in disuso, è data -probabilmente- dal
fatto che in passato al castello di Sciolze venivano eseguite sentenze capitali
e la frase, quindi, significherebbe "Va' a farti impiccare!". Sul
sito del castello è stato edificato un palazzo signorile di gusto eclettico,
tuttora abitato come residenza privata e sede dell'Associazione Culturale
l'Opera di Sciolze.
Nessun commento:
Posta un commento