giovedì 26 luglio 2012

Il castello di giovedì 26 luglio





SAN MARCO DEI CAVOTI (BN) – Palazzo Marchesale dei Cavaniglia

A seguito della distruzione di San Severo, avvenuta a causa di un terremoto nel 1349, venne edificato San Marco dei Cavoti, inizialmente e per lungo tempo denominato San Marco dei Gavoti laddove i Gavoti (da Gavots), sono i provenzali di Gap che - inviativi dagli Angioini grazie alla concessione di particolari agevolazioni - concorsero assieme ai superstiti alla fondazione del nuovo centro urbano a circa 4 km di distanza. Il nuovo paese prese il nome di San Marco, santo vescovo di Eca, mentre nei dintorni alcune contrade conservano negli antichissimi toponimi Francisi, Franzese e Borgognona il ricordo della presenza francese in loco. Il nucleo più antico del paese era costituito dal Largo Vicidomini, da Piazza del Carmine e dalla chiesa madre di San Marco, arroccata su un'altura, intitolata a San Marco e affiancata - oltre che dal campanile (distrutto all'inizio del XIX secolo) - da una imponente torre carceraria (detta appunto Torre dei Provenzali). Il borgo era cinto da mura turrite e vi si accedeva da quattro porte delle quali oggi ne restano tre (Porta Palazzo, Porta Grande e Porta di Rose). San Marco rimase nelle mani degli Angioini fino al 1435, anno in cui fu acquistato da Onorato Gaetani, conte di Fondi e di Morcone, che militava nell'esercito di Alfonso d'Aragona. Il feudo si trasmise all'interno di tale famiglia fino agli anni del conflitto franco-spagnolo (1494-1502), al ternine del quale i Gaetani d'Aragona, per avere appoggiato la parte francese, si videro confiscati i principali beni. Il feudo di S. Marco fu assegnato, con privilegio del 12 novembre 1528 del vicerè del Regno di Napoli Filippo di Chalons, a Cesare Cavaniglia, conte di Troja e di Montella. La famiglia Cavaniglia, i cui membri vissero e morirono in paese, nel palazzo Marchesale (edificato nel 1674 e in seguito appartenuto anche alla famiglia Zurlo), tennero il feudo fino alla prima metà del XVIII secolo quando, con Trojano Onero Cavaniglia, marchese di S. Marco, preferirono stabilirsi a Napoli perché impegnati a corte, affidando ad un vicedomini la conduzione degli affari locali. Agli inizi del XIX secolo il marchesato passò, per via ereditaria, ai Caracciolo di San Vito. Questi ultimi, nel XIX secolo, cedettero poi gran parte dei beni e i diritti di terraggiare e di nomina arcipretale alla famiglia Jelardi. Oggi una parte del palazzo Marchesale, ultimati i lavori di restauro, è stata trasformata in un elegante Bed & Breakfast, nel quale, ad esempio, la ricca colazione viene servita nella sala che un tempo fungeva da Cappella Gentilizia.

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