CERRO AL VOLTURNO (IS) – Castello Pandone
E' situato ad oltre 500 metri di altezza sul livello del
mare, sulla sommità di una rupe rocciosa, con cui crea un insieme omogeneo,
nato dal perfetto equilibrio di architettura e natura; la fortezza infatti è
stata edificata con tecniche di costruzione così perfette da far sembrare
il castello prolungamento della stessa roccia. L’eventuale assalitore era messo
in seria difficoltà dalle pareti scoscese della roccia senza appigli né spazi
di manovra. Fin dall'antichità tale imponente massa rocciosa venne utilizzata
come punto di osservazione e controllo dell'Alta Valle del Volturno. Si ritiene
infatti che i monaci benedettini della vicina abbazia di S. Vincenzo, fondando
il castrum Cerri, abbiano riutilizzato, sotto l'abate Goffredo, il
vecchio recinto fortificato costruito dai Longobardi sullo stesso spuntone
di roccia calcarea. L'impianto originario risale quindi al X secolo ed aveva la
forma di un recinto quadrangolare, al cui interno venivano conservati i
prodotti agricoli del territorio. L'avvento delle armi da fuoco, rese
indispensabile l'adeguamento del castello alle nuove esigenze di difesa e sul
finire del 1400 il superbo maniero assunse l'aspetto attuale per volere del
conte Federico Pandone, della casata di Venafro, il quale fece consolidare
la cinta muraria e costruire le tre torri bastoniate che ne accentuarono
notevolmente il carattere di fortezza inespugnabile. Nel 1525 il successore di
Federico lo vendette a Manfredino Bucca, che rimase feudatario di Cerro
fino al 1552. Nei primi anni del 1600 il castello, passato per mani diverse,
diventò proprietà della famiglia Colonna. Lucrezia Tumacella, moglie di Filippo
Colonna, principe di Sonnino, lo abbellì e ne rafforzò le mura, come ricorda la
lapide datata 1623 collocata sul portale d'ingresso. Per migliorare la difesa
furono apportate ulteriori modifiche, tra cui la costruzione postuma delle
bombardiere cosiddette alla francese, costituite da aperture di forma
rettangolare che attraversano lo spessore delle mura nelle torri, sulle quali
vennero posizionati i cannoni. I Colonna vendettero il Castello alla famiglia
Spinola, proveniente da Sesto Campano, che nel 1688 lo passò ad Antonio Carafa
di Traetto. I Carafa detennero il castello fino all'abolizione della feudalità
(1806). Dai Carafa venne venduto alla famiglia Lombardi nel 1828, i cui
discendenti ne sono attualmente ancora proprietari. Di recente il castello è
stato sottoposto a restauro di tipo conservativo per evitare frane. L’elemento
di maggiore risalto è la sua mole massiccia, arricchita dai tre torrioni a
pianta circolare, di cui due bastionati
con punta a sperone. La torre quadrangolare d’angolo è la più antica e presenta
un interessante apparecchio realizzato con barre lapidee intelaiate di lungo e
di corto. Dalla parte bassa del paese, il borgo detto Santa Maria Assunta, e’
possibile accedere, per mezzo di una suggestiva stradina a scale, percorribile
a piedi, al fortilizio. Le facciate sono costituite da una sequenza di finestre
quadrate o a monofora, limitate da ringhiere. Il portone centrale a cui si
arriva percorrendo un ponte è delimitato da un grosso arco in pietra lavorata. Oltre
il portale seicentesco, sormontato dallo stemma della famiglia Colonna e unico
ingresso sul lato sud, c’è un’ampia corte sulla quale si affaccia l’ingresso
della cappella. Il castello internamente presenta due sostanziali
caratteristiche: la prima è la irregolarità delle mura e la seconda è la
disposizione degli ambienti sul lato sinistro. Al primo e al secondo piano vi
si accede tramite una scala esterna, mentre per arrivare al terzo si deve
salire una scaletta sempre esterna ma ripida e molto piccola che conduce al
famoso percorso di guardia. Il castello di Cerro è inoltre celebre per essere stato
riprodotto in uno dei francobolli della serie "Castelli d'Italia",
emesso il 22 settembre 1980. Per saperne di più sul maniero molisano, potete visitare
il seguente link: http://www.cerro-dintorni.it/?page_id=29
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