CAIVANO (NA) – Castello Angioino
Il castello così come si presenta oggi è frutto di una
serie continua di interventi e trasformazioni susseguitisi nel tempo. In epoca
longobarda, esisteva probabilmente solo un posto di guardia rinforzato dove ora
è il Torrione. In quella fase la zona appartenne al principato di Benevento e
Caivano fu forse sottoposto a S. Arcangelo, all'epoca villaggio fortificato
longobardo a sua volta dipendente dal gastaldato di Suessula. L'indipendenza
del borgo di Caivano dal castello di S. Arcangelo, cui appartenne anche durante
le dominazione normanna, avvenne presumibilmente agli inizi della dominazione
angioina e coincise con la costruzione del castello posto direttamente a
protezione del centro abitato. Alla torre già esistente ne furono aggiunte
altre tre, collegate tra loro da massicce mura sormontate da un camminamento
difensivo. Pertanto gli artefici dell'imponente costruzione difensiva sono da
individuarsi tra i primi feudatari che ebbe Caivano, tra cui Mustarolo
Antiquini. A questi successe Bartolomeo Siginulfo. Tra i feudatari del XV
secolo si annovera Marino Santangelo (conte di Sarno), che partecipò alle lotte
tra Alfonso d'Aragona e Renato d'Angiò. Il castello sostenne nel 1441, per tre
mesi, l'assedio di Alfonso d'Aragona, il quale ne ottenne alla fine la resa a
patti. Nel 1452 il feudo venne acquistato dai Marzano. Poco tempo dopo, a
seguito di alcuni passaggi, pervenne direttamente ad Alfonso d'Aragona
che lo vendette alla famiglia Gaetani. Agli inizi del XVI secolo questa
famiglia, caduta in disgrazia nei confronti della corona spagnola, si vide il
castello confiscato a favore della famiglia Colonna. Dopo un periodo di
rafforzamento degli elementi difensivi, il castello, intorno al XVI secolo, fu
lentamente trasformato da fortezza militare in residenza nobiliare. Fu
realizzata la sopraelevazione e vennero aperte ampie finestre secondo gli stili
rinascimentali napoletani. Fu nel XVII secolo, con la famiglia Barile, che ebbe
il suo massimo splendore e nel XVIII secolo con l’avvento dei Borboni, il
castello ospitò spesso il re. Danneggiato e restaurato dopo il secondo
conflitto mondiale, con purtroppo alcune gravi compromissioni, tra cui il
rifacimento del coronamento della torre maggiore e l'aggiunta di alcune
superfetazioni lungo il perimetro, subì ulteriori lavori dopo il sisma del
1980. Oggi ospita la sede comunale e la biblioteca pubblica. Presenta una forma
quadrangolare che distribuisce i diversi ambienti intorno ad una modesta corte
interna, circondato da quello che era il fossato, presenta quattro torri
angolari di cui, quella originaria la “maschia”, posta a destra dell’ingresso.
La costruzione si sviluppa su tre livelli fuori terra ed uno seminterrato. Il
fronte d’ingresso, collegato alla strada con un passetto che scavalca il
“fossato” è fortemente marcato dalla presenza imponente della torre maschia che
presenta sviluppo cilindrico su base scarpata e si conclude in sommità con
beccatelli che sorreggono archetti di coronamento. Dei tre piani in cui si
divide la torre è notevole la volta del primo per la sua speciale e simmetrica
costruzione a spicchi. Tre ordini di bucature alleggeriscono la facciata, il
primo è caratterizzato da due finestre arcuate poste ai lati del portale, il
secondo riprende la tipologia di quello inferiore, il terzo livello, in asse
con le altre, presenta ampie finestre rettangolari, che affiancano un modesto
balcone posto in mezzeria, rimandando all’architettura rinascimentale
napoletana. Il corpo ad Est, coronato con un modesto cornicione, mostra il
portale arcuato sovrastato da una epigrafe marmorea finemente lavorata che,
apposta da Giovanni Angelo Barile nel 1632, ricorda la visita del viceré don
Emanuele Zunica y Fonseca e della moglie Eleonora Maria Guzman. La facciata
rivolta a Sud ingloba parte di una torre angolare ed è marcata da ampie
finestre che se pur non mantengono ai primi due livelli un ordine regolare, non
creano confusione formale. Il fronte posto ad Ovest e soprattutto quello
orientato verso Nord, sono sfigurati dalle trasformazioni avvenute in tempi diversi.
Elemento architettonico di pregio è il portale di accesso al secondo livello
che è arricchito da una elegante modanatura in marmo incisa con una ghirlanda
di prodotti agricoli.
Nessun commento:
Posta un commento