giovedì 19 luglio 2012

Il castello di mercoledì 18 luglio



GORGA (RM) – Castello Doria-Pamphilj

L’origine del nome Gorga è duplice: potrebbe derivare dal sottostante ristagno d’acqua o essere un nome proprio di persona. Il primo documento storico in cui compare il nome di Gorga è la Bolla di Urbano II del 1088, in cui questo castello è incluso tra quelli sotto la giurisdizione di Anagni. Nel 1151 avvenne il trasferimento delle terre di Gorga al monastero di Villamagna in cui operavano molti proprietari terrieri provenienti da Anagni, noti con l’appellativo di condomini. Nel 1216 venne siglato il primo giuramento di vassallaggio nella chiesa di S. Michele Arcangelo. Sul finire del XIII secolo tutta la zona fu posto sotto il dominio dei Conti di Segni. Nel 1398 accadde un fatto molto grave: i gorgani distrussero Villamagna, probabilmente per ribellione contro il forte potere del monastero e per affermare la volontà di indipendenza del popolo di Gorga. Come conseguenza, i Conti iniziarono una lunga lotta con altri casati quali i Colonna, gli Orsini e i Borgia ma anche all’interno della loro stessa famiglia. Nel 1495 Gorga venne saccheggiata e devastata dalle truppe del re di Francia. Nel 1648, al termine di una lunga causa giudiziaria, la famiglia dei Teodoli di Marsciano subentrò nel possesso di Gorga alla famiglia Conti che, per quattrocento anni, era stata feudataria della zona. Nel 1659 il feudo di Gorga, acquistato dalla famiglia eugubina, era stato infatti messo all’asta dall’amministrazione centrale pontifica, la Reverenda Camera Apostolica, che aveva requisito il feudo al conte Marc’Antonio di Marciano, pressato dai debiti. Il governo del conte, benché non di lunga durata, era stato tuttavia disastroso poiché aveva gravato la comunità di Gorga con una serie di provvedimenti molto restrittivi e pesanti dal punto di vista economico. Il possesso del feudo passò alla famiglia Pamphilj, già feudatari della vicina Valmontone e di molti altri paesi dei dintorni; ciò decretò, nella seconda metà del Seicento, la perdita della rocca poiché la famiglia romana trasformò, demolendola, la primigenia struttura architettonica fortificata per adeguarla ad esigenze di carattere più residenziale. La proprietà di Gorga da parte dei Pamphilj rappresentava per essi un sicuro investimento tanto in termini economici quanto di immagine; al contempo, per la comunità lepina segnava un’importante svolta tesa al ripristino della stabilità politica nel paese; si  riaccesero le future speranze della comunità locale, ormai ridotta allo stremo e all’esiguo numero di 609 abitanti. Non a caso, il Castello di Gorga entrava a far parte, con tale acquisto, di quel “bellissimo stato” che i Pamphilj, ormai da anni, avevano teso a costruire in quel territorio grazie al possesso di molte località circonvicine. Nel 1760, essendo rimasti senza eredi maschi ed avendo la loro ultima discendente, Anna Pamphilj, sposato Giovanni Doria, Gorga passa alla casata dei Doria-Pamphilj.

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