MORRO REATINO (RI) – Rocca e Torre di Morro Vecchio
Morro Reatino sorge su una altura già frequentata in epoca romana (Plinio ne
indica la frequentazione anche ovviamente dei Sabini) e certamente sede di
insediamenti longobardi (intorno all'VII secolo), ma se ne ha notizia certa da
fonti documentali solo a partire dal medioevo. Nel 1101, viene indicato il
“vocabulo ubi dicitur Morrus “, an
che se non è dato
capire se si indichi una forma di incastellamento già stabile e difeso o un
semplice insediamento. Nel 1152 Morro viene citato come facente parte di quei
castelli che Labro aveva donato a San Giovanni in Laterano per trovare un
valido aiuto nell’arginare i Normanni, e viene citato quindi come rocca
fortificata. Antico avamposto di Rieti ai confini col Regno di Napoli,
fu spesso in lotta con la vicina Rivodutri. Non si hanno notizie di Morro per i
secoli successivi, anche se è da supporre che la sua storia sia strettamente
legata a quella del comune di Rieti. Delle sue origini di forte medioevale
conserva oggi la porta castellana, con arco a tutto sesto, volta a botte, le
mura
con i merli a conci pieni (guelfi) e i
torrioni circolari e quadrangolari che ricordano il carattere difensivo di
quest’antico borgo ed il suo ruolo di sorveglianza sul territorio. Ai
margini della conca reatina, poco prima che il Velino s'immetta nel piano di
Canale, su un poggio sorge la Torre di Morro Vecchio, testimonianza di un
castello abbandonato. Un castello di cui non si conosce il nome, ma che ebbe
una notevole importanza militare per la posizione strategica, che consentiva il
controllo delle vie di acqua e di terra tra la Valle di Rieti e quella del
Nera. Recenti scavi archeologici hanno riportato in luce parti delle antiche
strutture, tra le quali il palazzo signorile. E’ probabile che questo castello sia
appartenuto ai Nobili di Labro che esercitarono nella zona una sorta di
egemonia per tutto il medioevo.
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