LANGHIRANO (PR) - Castello Rossi di Torrechiara (di Mimmo
Ciurlia)
E' senz'altro il castello più
spettacolare, più strutturato e anche più frequentato della provincia parmense.
Sorge sulle colline di Torrechiara a 278 m. di altezza, vicino a Langhirano, a circa
18 km da
Parma. La sua posizione elevata gli permette di dominare perfettamente la vallata dove scorre
il torrente Parma, punto di incontro tra la città e la montagna poco distante. È
considerato un esempio tra i meglio conservati di architettura dei castelli in
Italia poiché unisce elementi del medioevo a quelli del Rinascimento italiano. Il castello fu fatto
costruire dal conte Pier Maria II de' Rossi fra il 1448 e il 1460, sulle rovine
di una precedente casaforte del 1259, di cui rimane una sezione del portico nel
lato ovest del cortile interno. Fin dall'inizio doveva servire non solo come
struttura difensiva ma anche come dimora isolata del Conte e della sua amante,
Bianca Pellegrini di Arluno. Pier Maria II, a soli 15 anni, fu obbligato a
sposare Antonia Torelli, figlia dei Signori di Montechiarugolo, per legare le
due famiglie confinanti e istituire così un accordo di non belligeranza.
Tuttavia a Milano si innamorò perdutamente di Bianca Pellegrini, una dama di corte
della duchessa Visconti. Dopo diversi anni di matrimonio e dopo aver avuto
dieci figli da Antonia Torelli, quest'ultima si ritirò nel convento di San
Paolo a Parma, lasciando la possibilità a Pier Maria di avvicinare Bianca a San
Secondo, precisamente a Roccabianca, dove lo stesso cavaliere le fece costruire un castello e nel 1448 edificò per
l'amata anche il castello di Torrechiara. Il maniero, a pianta rettangolare,
era originariamente difeso da tre cerchia di mura: la prima circondava la
collina su cui sorge, la seconda proteggeva il borgo e la terza riparava il
castello vero e proprio. Per superare ogni cerchio di mura era necessario
passare attraverso un ponte levatoio, di cui è possibile intuire la presenza
dalle scanalature sul muro sotto cui si passa per accedere al castello. Vi erano
in origine anche due fossati, uno a protezione del borgo, l'altro del castello,
l'unico visibile ancora oggi. Il fossato è sempre stato asciutto per specifica
richiesta di Pier Maria II de' Rossi affinché chiunque avesse tentato la
scalata al castello potesse costituire un facile bersaglio delle guardie e non
si potesse nascondere nell'acqua. Le mura erano inoltre costruite su alte
scarpate in modo da rendere difficile la scalata ai nemici e resistere meglio
ai proiettili delle prime armi da fuoco in dotazione ai soldati. Altro sistema
di sicurezza perfettamente conservatosi è costituito dalle quattro torri
quadrate collegate fra di loro da una doppia cinta di mura un tempo merlate e
poi coperte dal tetto, che circoscrivono il cortile interno o Corte d'Onore. La
torre di San Nicomede si trova sopra l'omonima cappella dove pare vi siano le
tombe di Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini. Da qui si può osservare tutta la
valle del Parma verso Langhirano. A Ovest guarda invece la torre del Giglio, così
chiamata perché vi si trova lo stemma di Bianca Pellegrini. La torre che guarda
ad est è invece detta torre della Camera d'Oro perché lì è situata la stanza
omonima. A Nord si trova la torre più alta, il mastio, detta torre del Leone,
dallo stemma nobiliare della famiglia dei Rossi. Da queste torri, grazie a
feritoie e caditoie, potevano essere lanciati detriti e acqua bollente.
Inoltre, sembra che le altezze delle torri e delle cortine murarie nascondano
relazioni proporzionali, rapportabili alle armonie musicali, ispirate alla
geometria pitagorica e ai concetti filosofici che influenzarono l'arte del
Rinascimento. Dopo il 1575 gli Sforza di Santa Fiora trasformarono la geometria
del maniero: fecero costruire le due ampie logge panoramiche affacciate sul torrente
Parma, abbassarono le mura difensive, allargarono porte e finestre,
trasformarono gli spalti in frutteti e giardini pensili, accentuando la
funzione residenziale del castello. Lasciato l'esterno rivestito di mattoni,
tipico dell'architettura castellare dell'Italia centrale, si raggiunge
l'interno, ricchissimo di sale affrescate a grottesche (stile divenuto poi in
uso comune tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI secolo), principalmente
a temi naturalistici, fantastici. I nomi delle sale richiamano il tema
principale dell'affresco. Al piano terreno si trova l'Oratorio di San Nicomede,
costruito in un ambiente a pianta quadrata; occupa il pianterreno dell'omonima
torre a cui si accede dal portico della corte attraverso un portone di legno.
La volta dell'oratorio fu affrescata da Cesare Baglione (1525-1590) con immagini
simili a quelle della stanza del Vespro, del Meriggio e dell'Aurora. Secondo le
cronache Bianca Pellegrini e Pier Maria Rossi, che qui si sarebbero fatti
seppellire, assistevano alle funzioni da una piccola tribuna lignea (ora al
Museo del Castello Sforzesco di Milano). Gli unici arredi risalenti al '400
provengono dall'oratorio stesso e sono custoditi all'interno del Museo del
Castello Sforzesco di Milano. All'interno quindi troviamo:
- Sala di Giove. Affrescata da
Cesare Baglione (fine XVI sec.) con la figura del padre degli dei sulla volta e
motivi a grottesche, putti, cartigli, architetture fantastiche. Alle pareti,
altre decorazioni naturalistiche del XVIII sec.
- Sala del pergolato. Cesare
Baglione affrescò nella volta un pergolato e alle pareti figure femminili, a
cui si sono sovrapposti paesaggi con uccelli del XVIII sec.
- Sala dei paesaggi. Decorazioni
paesaggistiche entro ovati, con raffigurazioni di castelli, e grottesche alle
pareti.
- Sala della Vittoria. Una
Vittoria vola al centro della volta in uno squarcio di cielo. Le altre
raffigurazioni sono strutturate entro motivi architettonici collegati da
festoni.
- Sala degli Angeli. Al centro
della volta, l'arma degli Sforza, e alle vele angeli che si affacciano da
balaustre. Nelle lunette, uccelli con stemmi degli Sforza di S.Fiora e famiglie
collegate.
- Sala del Velario. Un velario
dipinto nella volta si raccorda con i peducci angolari a filari di serti. Nelle
vele e nelle pareti, altri motivi a grottesche.
- Salone degli Stemmi. Volte e
lunette a grottesche e stemmi di papi, sovrani e nobili legati ai Rossi e agli Sforza
di S.Fiora. Nella volta,riquadri con angeli.
- Salone dei Giocolieri. Così
detta dall'affresco di Baglione nel quale dei nudi su leoni si prodigano in
acrobatici esercizi fino a formare una specie di piramide umana. Fregio con
scene di battaglia e figure femminili. Monocromi con architetture e grottesche
su tutte le pareti.
- La Camera d'Oro. La più famosa
stanza all'interno del castello, occupa l'intero primo piano della torre
omonima, quella di nord-est. Era la camera da
letto di Pier Maria Rossi, che la fece affrescare dal pittore Benedetto
Bembo (1420 ca.-1495) nel 1452. La stanza doveva avere anche funzioni di
studiolo privato come sembrerebbe essere dimostrato dalla diversa decorazione presente
nella parte dell'angolo a nord- est.
Sulle pareti sono dipinte figure storiche e mitologiche con cui Pier Maria condivideva
valori e virtù: Sansone ed Ercole, simboli della forza fisica, e Virgilio e
Terenzio, simboli dell'importanza della cultura e dell'intelletto. La camera
era così chiamata in virtù della decorazione a foglie d'oro che ricopriva le
formelle in cotto che rivestono interamente la stanza. La decorazione non è
oggi più presente perché all'inizio del XX secolo l'allora proprietario, Pietro
Cacciaguerra, asportò l'oro e disperse tutti gli arredi originali. Sulle
formelle sono presenti cinque motivi diversi: arabeschi intrecciati su uno
sfondo di tralci di mirto, pianta sacra a Venere, dea dell'amore, creano un
disegno a scacchiera lungo le pareti. A questi vengono alternati gli stemmi di
Pier Maria (il leone rampante) e di Bianca (un castello sull'acqua tra due
bordoni da pellegrino), una formella
con due cuori sovrapposti sormontati dal motto in latino "digne et in
aeternum" e un'altra dov'è rappresentata una M in stile gotico (lettera
che per la grafica può ricordare le lettere M e B sovrapposte) con un nastro
con la scritta "nunc et semper", a celebrazione dell'amore di Bianca
e Pier Maria. La decorazione della volta è considerata una delle più eleganti e
complete rappresentazioni quattrocentesche dell'amor cortese ed è piuttosto insolita, poiché nelle stanze da
letto dell'epoca si trovano quasi esclusivamente decorazioni di tipo religioso.
Nelle quattro vele della volta a crociera è raffigurata Bianca, identificabile
per la veste, il bastone, la conchiglia e le chiavi da pellegrina, per creare
un gioco allusivo con il suo cognome, che attraversa uno ad uno tutti i luoghi
in cui sorgono castelli del feudo rossiano in cerca dell'amato. Ognuna delle
rocche e dei borghi è identificata con il nome, e ricreata con particolari
realistici sia per quanto riguarda le strutture sia per l'ambientazione
geografica. Nelle lunette laterali viene celebrato l'incontro dei due amanti attraverso
quattro scene: nella lunetta est i due si ritrovano colpiti dai dardi di un
Cupido bendato, simbolo dell'amore cieco; nella lunetta sud, secondo un rituale
cavalleresco, Pier Maria dona la sua spada a Bianca, in segno di assoluta
sottomissione; nella lunetta ovest Bianca fa dono all'amato di una corona
d'alloro, simbolo di fedeltà e di elevazione morale. Nella lunetta nord,
l'ultima del ciclo, vengono rappresentati Bianca e Pier Maria affiancati dai
rispettivi castelli di Roccabianca e San
Secondo, con al centro il Castello di Torrechiara, il loro nido d'amore.
Dalla stanza si accede ad una loggia panoramica, realizzata fra il XVI e il
XVII secolo, aperta sulla valle sottostante. La leggenda vuole che nel castello
di Torrechiara, durante le notti di plenilunio, in cui la nebbia avvolge l'edificio,
appaia il fantasma di una bellissima duchessa, murata viva dal marito, che vaga
nella torre del maniero offrendo baci appassionati agli uomini che la incontrano.
La bellissima duchessa non smetterà di andare al castello finché non ritroverà
suo marito. Il castello inoltre, è stato location nel 1937 degli esterni del
film storico "Condottieri" di Luis Trenker ispirato alla figura del
soldato di ventura e condottiero Giovanni dalle Bande Nere e usato come set
cinematografico di film come "Ladyhawke" di Richard Donner
interpretato da Michelle Pfeiffer. Dal 1911 il castello di Torrechiara è un
monumento nazionale tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
è aperto al pubblico ed è inserito nel circuito dell'Associazione dei Castelli
del Ducato di Parma e Piacenza. Il maniero ha riportato danni in seguito al
sisma del 23 dicembre 2008. Dopo una parziale chiusura al pubblico è stato
completamente riaperto il 27 febbraio
2010.
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Torrechiara
http://turismo.parma.it/page.asp?IDCategoria=260&IDSezione=1094&ID=34643
http://www.icastelli.it/castle-1235754714-castello_di_torrechiara-it.php
Foto: una cartolina della mia collezione, oltre ad una
immagine di Claudio Pedrazzi presa da http://www.panoramio.com
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