ORATINO (CB) - Palazzo Ducale Giordano e Torre
Nel secolo XII il suo nome era
"Loretinum" come si legge nel Catalogo dei Borrelli (244); nel secolo
XV "Ratino" o "Rateni" che poi divenne "Loratino"
ed in ultimo Oratino. Probabilmente un "laureato" originario avrà
potuto determinarlo. Lo stemma del Comune, invece, porta nel campo un olmo
sormontato dalla mezzaluna e da due stelle, e nel basso le lettere O. R. Esso è
scolpito nella facciata del palazzo ducale, e dipinto nell'interno della
parrocchiale. La successione feudale di Oratino fu alquanto complessa
nel corso delle varie epoche, e non è caratterizzata dalla costante presenza di
una sola famiglia, come avvenne in altri borghi. Uno dei primi titolari fu
Eustachio d'Ardicourt (1268), cui gli successe il figlio Adamo. I d'Ardicourt
vennero probabilmente privati con la violenza di Oratino, in quanto nel corso
della revisione feudale del 1279 indetta da Carlo I d'Angiò,
risultarono non rintracciabili. Sotto Carlo II d'Angiò,
sul finire del Duecento, abbiamo come feudatario tal “Giovanni di Lando”. Fu
poi la volta di Pietro di Sus, ciambellano di Re Roberto, e
Capitano Generale delle milizie del Regno (1326), la cui unica figlia,
Tommasa, moglie di Berardo d'Aquino, non venne mai investita del luogo. La
notizia dell'appartenenza di Oratino ai potenti d'Aquino, citata dal Candido
Gonzaga non è corretta, in quanto Tommasa di Sus non fu
intestataria del feudo. Nell'anno 1333 Oratino apparteneva al demanio
per cause ignote. Il 6 giugno del medesimo anno, re Roberto d'Angiò lo conferì
alla moglie Sancha d'Aragona, la quale lo conservò sino al decesso (1345). Nel Quattrocento
Oratino fu dei d'Evoli, indi dei conti Gambatesa (sino al 1495). Tra detto anno
ed il 1507 fu dei di Capua. Ferrante di Capua lo vendette ai baroni Rizzo di Napoli,
da cui passò per eredità ai Caracciolo. Successivamente, la
famiglia Coscia tenne in dominio Oratino, forse meno di un ventennio. Anteriormente
al 1586 il feudo - per vendita fattane da loro - era già da tempo passato a
Fabbrizio di Silva. La famiglia di Silva, venuta di recente dalla Spagna,
faceva parte del patriziato regnicolo, e trovavasi ascritta al Seggio di
Capuana. L'arme: un leone rampante di rosso, coronato, posto in campo d'oro.Non
sappiamo se per vendita fattane dai di Silva, o dalla R. Corte in seguito a
devoluzione per mancanza di successori, Oratino fu comprata nel 1630 da Ottavio
Vitaliano. Nel 1639 - recandosi da Oratino alla fiera di Campobasso del 29
giugno, venne ucciso lungo la via con due colpi d'archibugio tiratigli da dietro
una siepe. Il Perrella assegna al delitto la data dell'otto settembre 1651:
erronea del tutto (251). Ottavio Vitaliano aveva avuto tre figli dalla Brancia:
Ottavio, Girolamo, Antonio. Ottavio ebbe Oratino col titolo ducale che il padre
aveva regolarmente ottenuto nel 1638: Girolamo, come utilista, Ferrazzano:
Antonio, la terra di S. Croce del Sannio (allora di Morcone): la madre loro
Campobasso. Ottavio Vitaliano junior, fece aspro governo del feudo. Nelle gravi
perturbazioni del regno negli anni 1647-1648 temendo egli della vita, lasciò
Oratino. Il generale del popolo napoletano, Nicolò Manara (253), occupata
Oratino, v'istituì gli ordini republicani; ma appena la reazione vicereale
prese il sopravvento il duca di Oratino ritornò nel feudo, e vi restaurò i
propri poteri. Ottavio non ebbe prole da Francesca Selgato; onde alla morte di
lui - avvenuta verso il 1667 - il fratello Girolamo conseguì l'eredità del
feudo e del titolo annesso. Il duca Girolamo Vitaliano morì nel 1684, lasciando
erede il figlio Antonio procreatogli da Candida Moccia, consorte. Antonio fu il
quarto ed ultimo titolare, ed era in vita nel 1699. Egli, dopo pochi mesi di
possesso, si disfece del feudo vendendolo a Marcantonio Giordano il quale ebbe
ad erede nel feudo il figlio Nicolò. Nicolò a sua volta lasciò successore del
feudo il figlio Giovanni Girolamo il quale, con diploma 10 agosto 1729,
conseguì il titolo ducale sul feudo. Erede di Giovanni Girolamo fu il nipote
Giuseppe, figliuolo del di lui Germano Marcantonio. Giuseppe Giordano ascese a
grande notorietà per mecenatismo, per carattere bizzarro e per l'insuperabile
stoicità. Morì in Oratino nel 1814. Il titolo di duca di Oratino fu
riconosciuto al di lui Germano Antonio, Presidente del Consiglio Generale del
Molise nel 1830; ed al costui figlio Federico con R.R. due ottobre 1844. Uno
sguardo merita il Palazzo Ducale, nato come castello fortificato nel XIV
secolo, trasformato in residenza gentilizia nel XVIII. A testimoniare l'origine
quattrocentesca del maniero, e la sua appartenenza ai precedenti feudatari di
Oratino, vi è il ricordo del fossato e la presenza di quattro torri angolari,
caratterizzate da merli, demolite dal duca Giuseppe Giordano per ammodernare il
palazzo secondo il gusto settecentesco. Nel 1805 un terremoto distrusse la dimora: la
porzione nord orientale venne riedificata ex novo. Sovrastante l'entrata
principale vi è la volta in pietra del luogo “a crociera”: l'archivolto è
abbellito da foglie d'acanto scolpite. Attualmente si presenta come una vera e
propria residenza signorile; ha una pianta quadrata e presenta un tetto a
falde. All'interno vi è un cortile, caratterizzato da un porticato di pregevole
fattura, dove s'incontra una cisterna e un lavabo di pietra con uno stemma
della famiglia dei Giordano. Sui lati sono presenti altri ingressi e sulle facciate
sono presenti diverse finestre. Il soffitto ligneo del loggiato era stato
dipinto da Ciriaco Brunetti, opera quasi totalmente distrutta. L'edificio è di proprietà
privata. Nei pressi del paese, su di uno sperone roccioso, denominato per
l'appunto “La Rocca”, è ubicata un'antica torre, ciò che rimane di un castello
e di un borgo annesso medievali, crollati per il terremoto del 1456. La Torre,
a pianta quadrata, è alta 12 metri circa, e presenta l'usuale porta elevata
rispetto al suolo. Risalente al XII secolo, serviva per controllare la vallata
del Biferno. Il torrione e’ caratterizzato da pietre calcaree
distribuite in modo irregolare. L’ingresso, come già detto, era
sopraelevato rispetto al pavimento per cui l’accesso era consentito solo
mediante un ponte levatoio oppure una scala retrattile. L’architrave della
porta d’ingresso è contraddistinto da un bassorilievo che rappresenta un gallo
inserito in un cerchio. Oltrepassata la porta vi era un corridoio.
Internamente la struttura è ripartita in quattro livelli: il basamento con
cisterna, il pianterreno e due piani superiori. Il primo piano è illuminato da
quattro finestre di forma quadrata. Altre foto della torre al
seguente link: http://www.archart.it/italia/Molise/Oratino/index.html
Fonti: http://www.comune.oratino.cb.it/opencms/opencms/StoriaTradizioniCultura/,
http://www.borghitalia.it/pg.base.php?id=5&cod_borgo=776,
http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/432,
http://www.amicomol.com/oratino.html, http://it.wikipedia.org
Foto: le prime due, relative al Palazzo Ducale, sono prese
dai siti www.simolise.com e http://www.panoramio.com (di Michele Monteleone). La
terza, relativa alla Torre, è presa dal sito www.mondodelgusto.it
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