lunedì 22 settembre 2014

Il castello di lunedì 22 settembre







ORATINO (CB) - Palazzo Ducale Giordano e Torre

Nel secolo XII il suo nome era "Loretinum" come si legge nel Catalogo dei Borrelli (244); nel secolo XV "Ratino" o "Rateni" che poi divenne "Loratino" ed in ultimo Oratino. Probabilmente un "laureato" originario avrà potuto determinarlo. Lo stemma del Comune, invece, porta nel campo un olmo sormontato dalla mezzaluna e da due stelle, e nel basso le lettere O. R. Esso è scolpito nella facciata del palazzo ducale, e dipinto nell'interno della parrocchiale. La successione feudale di Oratino fu alquanto complessa nel corso delle varie epoche, e non è caratterizzata dalla costante presenza di una sola famiglia, come avvenne in altri borghi. Uno dei primi titolari fu Eustachio d'Ardicourt (1268), cui gli successe il figlio Adamo. I d'Ardicourt vennero probabilmente privati con la violenza di Oratino, in quanto nel corso della revisione feudale del 1279 indetta da Carlo I d'Angiò, risultarono non rintracciabili. Sotto Carlo II d'Angiò, sul finire del Duecento, abbiamo come feudatario tal “Giovanni di Lando”. Fu poi la volta di Pietro di Sus, ciambellano di Re Roberto, e Capitano Generale delle milizie del Regno (1326), la cui unica figlia, Tommasa, moglie di Berardo d'Aquino, non venne mai investita del luogo. La notizia dell'appartenenza di Oratino ai potenti d'Aquino, citata dal Candido Gonzaga non è corretta, in quanto Tommasa di Sus non fu intestataria del feudo. Nell'anno 1333 Oratino apparteneva al demanio per cause ignote. Il 6 giugno del medesimo anno, re Roberto d'Angiò lo conferì alla moglie Sancha d'Aragona, la quale lo conservò sino al decesso (1345). Nel Quattrocento Oratino fu dei d'Evoli, indi dei conti Gambatesa (sino al 1495). Tra detto anno ed il 1507 fu dei di Capua. Ferrante di Capua lo vendette ai baroni Rizzo di Napoli, da cui passò per eredità ai Caracciolo. Successivamente, la famiglia Coscia tenne in dominio Oratino, forse meno di un ventennio. Anteriormente al 1586 il feudo - per vendita fattane da loro - era già da tempo passato a Fabbrizio di Silva. La famiglia di Silva, venuta di recente dalla Spagna, faceva parte del patriziato regnicolo, e trovavasi ascritta al Seggio di Capuana. L'arme: un leone rampante di rosso, coronato, posto in campo d'oro.Non sappiamo se per vendita fattane dai di Silva, o dalla R. Corte in seguito a devoluzione per mancanza di successori, Oratino fu comprata nel 1630 da Ottavio Vitaliano. Nel 1639 - recandosi da Oratino alla fiera di Campobasso del 29 giugno, venne ucciso lungo la via con due colpi d'archibugio tiratigli da dietro una siepe. Il Perrella assegna al delitto la data dell'otto settembre 1651: erronea del tutto (251). Ottavio Vitaliano aveva avuto tre figli dalla Brancia: Ottavio, Girolamo, Antonio. Ottavio ebbe Oratino col titolo ducale che il padre aveva regolarmente ottenuto nel 1638: Girolamo, come utilista, Ferrazzano: Antonio, la terra di S. Croce del Sannio (allora di Morcone): la madre loro Campobasso. Ottavio Vitaliano junior, fece aspro governo del feudo. Nelle gravi perturbazioni del regno negli anni 1647-1648 temendo egli della vita, lasciò Oratino. Il generale del popolo napoletano, Nicolò Manara (253), occupata Oratino, v'istituì gli ordini republicani; ma appena la reazione vicereale prese il sopravvento il duca di Oratino ritornò nel feudo, e vi restaurò i propri poteri. Ottavio non ebbe prole da Francesca Selgato; onde alla morte di lui - avvenuta verso il 1667 - il fratello Girolamo conseguì l'eredità del feudo e del titolo annesso. Il duca Girolamo Vitaliano morì nel 1684, lasciando erede il figlio Antonio procreatogli da Candida Moccia, consorte. Antonio fu il quarto ed ultimo titolare, ed era in vita nel 1699. Egli, dopo pochi mesi di possesso, si disfece del feudo vendendolo a Marcantonio Giordano il quale ebbe ad erede nel feudo il figlio Nicolò. Nicolò a sua volta lasciò successore del feudo il figlio Giovanni Girolamo il quale, con diploma 10 agosto 1729, conseguì il titolo ducale sul feudo. Erede di Giovanni Girolamo fu il nipote Giuseppe, figliuolo del di lui Germano Marcantonio. Giuseppe Giordano ascese a grande notorietà per mecenatismo, per carattere bizzarro e per l'insuperabile stoicità. Morì in Oratino nel 1814. Il titolo di duca di Oratino fu riconosciuto al di lui Germano Antonio, Presidente del Consiglio Generale del Molise nel 1830; ed al costui figlio Federico con R.R. due ottobre 1844. Uno sguardo merita il Palazzo Ducale, nato come castello fortificato nel XIV secolo, trasformato in residenza gentilizia nel XVIII. A testimoniare l'origine quattrocentesca del maniero, e la sua appartenenza ai precedenti feudatari di Oratino, vi è il ricordo del fossato e la presenza di quattro torri angolari, caratterizzate da merli, demolite dal duca Giuseppe Giordano per ammodernare il palazzo secondo il gusto settecentesco. Nel 1805 un terremoto distrusse la dimora: la porzione nord orientale venne riedificata ex novo. Sovrastante l'entrata principale vi è la volta in pietra del luogo “a crociera”: l'archivolto è abbellito da foglie d'acanto scolpite. Attualmente si presenta come una vera e propria residenza signorile; ha una pianta quadrata e presenta un tetto a falde. All'interno vi è un cortile, caratterizzato da un porticato di pregevole fattura, dove s'incontra una cisterna e un lavabo di pietra con uno stemma della famiglia dei Giordano. Sui lati sono presenti altri ingressi e sulle facciate sono presenti diverse finestre. Il soffitto ligneo del loggiato era stato dipinto da Ciriaco Brunetti, opera quasi totalmente distrutta. L'edificio è di proprietà privata. Nei pressi del paese, su di uno sperone roccioso, denominato per l'appunto “La Rocca”, è ubicata un'antica torre, ciò che rimane di un castello e di un borgo annesso medievali, crollati per il terremoto del 1456. La Torre, a pianta quadrata, è alta 12 metri circa, e presenta l'usuale porta elevata rispetto al suolo. Risalente al XII secolo, serviva per controllare la vallata del Biferno. Il torrione e’ caratterizzato da pietre calcaree distribuite in modo irregolare. L’ingresso, come già detto, era sopraelevato rispetto al pavimento per cui l’accesso era consentito solo mediante un ponte levatoio oppure una scala retrattile. L’architrave della porta d’ingresso è contraddistinto da un bassorilievo che rappresenta un gallo inserito in un cerchio. Oltrepassata la porta vi era un corridoio. Internamente la struttura è ripartita in quattro livelli: il basamento con cisterna, il pianterreno e due piani superiori. Il primo piano è illuminato da quattro finestre di forma quadrata. Altre foto della torre al seguente link: http://www.archart.it/italia/Molise/Oratino/index.html

Fonti: http://www.comune.oratino.cb.it/opencms/opencms/StoriaTradizioniCultura/,
http://www.borghitalia.it/pg.base.php?id=5&cod_borgo=776, http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/432,  
http://www.amicomol.com/oratino.html, http://it.wikipedia.org

Foto: le prime due, relative al Palazzo Ducale, sono prese dai siti www.simolise.com e http://www.panoramio.com (di Michele Monteleone). La terza, relativa alla Torre, è presa dal sito www.mondodelgusto.it

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