MORETTA (CN) - Castello Solaro
Verso la
fine del XII secolo i Consignori di Moretta appartenevano alla famiglia dei Pazella,
originaria di Saluzzo, i quali avevano acquistato il feudo di Moretta in parte
dai Marchesi di Busca, (grazie ai rapporti tra costoro ed il capostipite della
famiglia, Guglielmo), in parte in virtù di un'investitura fatta dal Vescovo di
Torino in favore del loro congiunto Anselmo, benefattore dell'Abbazia di Staffarda.
Probabilmente ai Pazella si deve la costruzione del primo nucleo dell'imponente
castello che ancora oggi domina l’abitato, sorto a protezione della
colonizzazione del tratto di pianura morettese. Nello stesso periodo, in
prossimità del fiume Po e del cd. "bosco di Aymondino", i monaci
dell'Abbazia di Staffarda davano impulso alla costruzione di una grangia. Nell’agosto
del 1362, il Principe
Giacomo d'Acaia, in cambio di un corrispettivo ammontante a
21.000 fiorini d'oro, infeudò "il castello, luogo, giurisdizione, beni e
redditi feudali di Moretta" ad Agassino Solaro, a suo figlio
Giovanni ed ai nipoti Bonifacio e Stefano, detto il Borgognone.
A partire da quel momento i Solaro, costituenti un ramo di una delle più potenti
casate dell'astigiano ed a capo del partito guelfo, (fedele agli Acaia),
legarono indissolubimente le loro sorti con quelle di Moretta. Con tale mossa
gli Acaia intendevano limitare la politica espansionistica dei Marchesi di Saluzzo
nei territori più vicini al torinese. I nuovi Signori curarono la
riedificazione del castello, ma nel medesimo periodo crebbe anche l'abitato: i
documenti della fine del secolo XIV registrano infatti la presenza accanto al
"castrum domini", di un "burgus", costituito da un nucleo
di case sorte intorno alla antica chiesa di Santa Maria del Borgo, e di
un "receptus", insediamento abitativo fortificato da un muro e
circondato da un fossato, che derivava l’acqua da una bealera che attraversava
Moretta ed era accessibile tramite un ponte levatoio, di cui è ancora visibile la sede dei bolzoni. Questo impulso
alla fortificazione sembra dovuto all’aggravarsi delle scorrerie verificatesi
in quegli anni, tra le quali la più nefasta fu senz'altro quella compiuta dalle
truppe mercenarie di Facino Cane, che assaltarono Moretta nel 1369. Il rapporto tra la popolazione del ricetto
ed i conti Solaro non fu sempre facile, ma duraturo nel tempo; i Solaro detennero
per secoli il castello ed i possedimenti (terre, cascine, granai…), anche se il
maniero venne utilizzato come residenza saltuaria, quasi più un appoggio per i
loro interessi a Moretta. Dopo la pace di Cateau-Cambresis, Moretta
passò stabilmente alla Casa Savoia, alla quale i Solaro furono sempre fedeli,
tanto da occupare nel corso dei secoli, importantissimi incarichi a corte. Il castello, che conserva le antiche mura a scarpa, ha subito nel tempo notevoli
rimaneggiamenti: i merletti delle mura, un tempo a cielo aperto, vennero
inglobati nelle pareti e coperti da un tetto in tegole. Nell'800 l'edificio ospitò le prigioni e, all'ultimo piano, i
laboratori per l'allevamento dei "bigat",
i bachi da seta. Oggi del castello, che sorge maestoso nella piazza
centrale del paese, si può ammirare
l'imponente struttura, frutto di una rivisitazione settecentesca, circondata da
un giardino pubblico e dagli orti e frutteti che sono sorti nello spazio del
fossato medioevale. L'edificio è di proprietà privata
ed attualmente non visitabile negli spazi interni.
ed attualmente non visitabile negli spazi interni.
Fonti: http://www.castellideisolaro.it/l_castelli_mor.htm,
http://it.wikipedia.org, http://www.comune.moretta.cn.it/archivio/pagine/Cenni_storici.asp, libro "Castelli in Piemonte" a cura di Rosella Seren Rosso (1999)
Foto: entrambe di alessandro1953 su rete.comuni-italiani.it
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