giovedì 4 settembre 2014

Il castello di giovedì 4 settembre






MORETTA (CN) - Castello Solaro

Verso la fine del XII secolo i Consignori di Moretta appartenevano alla famiglia dei Pazella, originaria di Saluzzo, i quali avevano acquistato il feudo di Moretta in parte dai Marchesi di Busca, (grazie ai rapporti tra costoro ed il capostipite della famiglia, Guglielmo), in parte in virtù di un'investitura fatta dal Vescovo di Torino in favore del loro congiunto Anselmo, benefattore dell'Abbazia di Staffarda. Probabilmente ai Pazella si deve la costruzione del primo nucleo dell'imponente castello che ancora oggi domina l’abitato, sorto a protezione della colonizzazione del tratto di pianura morettese. Nello stesso periodo, in prossimità del fiume Po e del cd. "bosco di Aymondino", i monaci dell'Abbazia di Staffarda davano impulso alla costruzione di una grangia. Nell’agosto del 1362, il Principe Giacomo d'Acaia, in cambio di un corrispettivo ammontante a 21.000 fiorini d'oro, infeudò "il castello, luogo, giurisdizione, beni e redditi feudali di Moretta" ad Agassino Solaro, a suo figlio Giovanni ed ai nipoti Bonifacio e Stefano, detto il Borgognone. A partire da quel momento i Solaro, costituenti un ramo di una delle più potenti casate dell'astigiano ed a capo del partito guelfo, (fedele agli Acaia), legarono indissolubimente le loro sorti con quelle di Moretta. Con tale mossa gli Acaia intendevano limitare la politica espansionistica dei Marchesi di Saluzzo nei territori più vicini al torinese. I nuovi Signori curarono la riedificazione del castello, ma nel medesimo periodo crebbe anche l'abitato: i documenti della fine del secolo XIV registrano infatti la presenza accanto al "castrum domini", di un "burgus", costituito da un nucleo di case sorte intorno alla antica chiesa di Santa Maria del Borgo, e di un "receptus", insediamento abitativo fortificato da un muro e circondato da un fossato, che derivava l’acqua da una bealera che attraversava Moretta ed era accessibile tramite un ponte levatoio, di cui è ancora visibile la sede dei bolzoni. Questo impulso alla fortificazione sembra dovuto all’aggravarsi delle scorrerie verificatesi in quegli anni, tra le quali la più nefasta fu senz'altro quella compiuta dalle truppe mercenarie di Facino Cane, che assaltarono Moretta nel 1369. Il rapporto tra la popolazione del ricetto ed i conti Solaro non fu sempre facile, ma duraturo nel tempo; i Solaro detennero per secoli il castello ed i possedimenti (terre, cascine, granai…), anche se il maniero venne utilizzato come residenza saltuaria, quasi più un appoggio per i loro interessi a Moretta. Dopo la pace di Cateau-Cambresis, Moretta passò stabilmente alla Casa Savoia, alla quale i Solaro furono sempre fedeli, tanto da occupare nel corso dei secoli, importantissimi incarichi a corte. Il castello, che conserva le antiche mura a scarpa, ha subito nel tempo notevoli rimaneggiamenti: i merletti delle mura, un tempo a cielo aperto, vennero inglobati nelle pareti e coperti da un tetto in tegole. Nell'800 l'edificio ospitò le prigioni e, all'ultimo piano, i laboratori per l'allevamento dei "bigat", i bachi da seta. Oggi del castello, che sorge maestoso nella piazza centrale del paese, si può ammirare l'imponente struttura, frutto di una rivisitazione settecentesca, circondata da un giardino pubblico e dagli orti e frutteti che sono sorti nello spazio del fossato medioevale. L'edificio è di proprietà privata
ed attualmente non visitabile negli spazi interni.

Fonti: http://www.castellideisolaro.it/l_castelli_mor.htm,
http://it.wikipedia.org,  http://www.comune.moretta.cn.it/archivio/pagine/Cenni_storici.asp, libro "Castelli in Piemonte" a cura di Rosella Seren Rosso (1999)

Foto: entrambe di alessandro1953 su rete.comuni-italiani.it

Nessun commento: