venerdì 5 ottobre 2012

Il castello di giovedì 4 ottobre





TRABIA (PA) – Castello Lanza

Le sue origini sono molto antiche poiché ad esso pare si riferisca Edrisi nella sua descrizione della Sicilia, scritta in lingua araba nel 1153, parlando di un'amena rocca chiamata «della Trabia», parola che significava magione. Di sicuro fu possedimento dei Normanni, i quali rafforzarono le difese del castello, baluardo importante contro i saraceni. Da un privilegio di Re Federico III d'Aragona si apprende come, al suo tempo, vi fosse un molino della regia curia dato in concessione a tale Bertino Cipolla e, dopo la morte di quest'ultimo, ceduto dallo stesso re, a Lombardo De Campo. Nel 1408 circa divenne proprietà di Guglielmo Tricotta e poi di Bernardo Tricotta che, per testamento, lo lasciò al convento del Carmine di Palermo. II convento lo cedette a Leonardo Di Bartolomeo il 21 agosto 1441 e l'atto fu poi confermato da re Alfonso con privilegio del 15 dicembre 1445. Il Di Bartolomeo, protonotaro del regno, avendo come unica erede la nipote Eloisia, decise di darla in moglie a Blasco Lanza, assicurandogli la successione della Trabia, del palazzo di Palermo e di tutti gli altri suoi beni. Con l'avvenuto matrimonio il Lanza divenne quindi «di Trabia» e da allora la rocca fu proprietà di tale famiglia, di origine normanno-sveva. Morta Eloisia, Blasco sposò in seconde nozze Laura Tornabene, di nobile famiglia catanese, recuperando così altri cespiti di casa Lanza, un tempo ceduti ai Tornabene. Quando Re Ferdinando II d'Aragona, il 14 novembre 1509, eresse in «feudo nobile» la terra di Trabia, Blasco, fortificando il castello, vi pose sopra l'arma dei Lanza in un grande scudo del Gagini. Successivamente i siciliani, ribellatisi al viceré Ugone Moncada (che cercava di occultare al popolo la morte di rè Ferdinando finché non avesse ricevuto conferma alla sua carica dal nuovo re Carlo V d'Austria) e volendolo sostituito da Jacopo Albata, vice giustiziere del regno, si sollevarono contro il Moncada ed i suoi partigiani. Tra questi fu perseguitato il Lanza che, da valente uomo di legge, aveva difeso la causa di Ugone contro i suoi avversari, recandosi a Bruxelles da re Carlo. Dopo avergli invaso e bruciato la casa di Palermo i ribelli assalirono il castello di Trabia appiccandovi il fuoco (1517) e, nella notte, altissime si levarono le fiamme avvolgendo il superbo, turrito edificio sulla scogliera. Gli assalitori furono poi costretti a riparare i gravi danni ed a Blasco, in compenso dell'onta subita, vennero assegnate alte cariche. Nel 1535 morì il «primo Lanza di Trabia» ed il figlio Cesare decise più avanti di ampliare il castello e aumentarne le fortificazioni. Nel 1587 era controllato da un castellano, un portiere, tre guardiani e un soldato. C’erano inoltre un cappellano, un muratore e un falegname. Con il tempo, a lato del castello, furono costruiti un’osteria e alcune industrie di trasformazione. Nel 1601 re Filippo II di Sicilia, concesse ad Ottavio il titolo di principe sul feudo e castello della Trabia con ordine di primogenitura ed in seguito Ottavio II, principe di Trabia, migliorò le condizioni del paese allargandone i confini (1633). Un secolo e mezzo dopo, il principe di Trabia, Pietro Lanza, nel 1784 trasformò il castello in operoso stabilimento poiché all'industria del tonno aggiunse quella del panno, dei biscotti, dell'olio di «nozzolo» e della colla. L'austera residenza venne così riempita dal fragore di simili imprese, certamente nobili ma tanto in contrasto con la poesia del luogo, finché questa prosaica parentesi ebbe termine con la morte del principe Pietro nel 1811. Il castello venne poi abitato dai suoi proprietari soltanto al tempo della tonnara e l'altro principe Pietro nel 1835 istituì fra le sue mura una «società filodrammatica» che vi durò alcuni anni. Suggestivo e pittoresco sull'alta costa rocciosa, il maniero conserva anche, intatta, una antica torre, un tempo adibita a carcere, che si innalza solitaria al centro del cortile interno. Dalle grandi terrazze è invece possibile ammirare il golfo di Termini Imerese. Il primo ingresso al castello, conserva resti del ponte levatoio, mentre il secondo ingresso serviva come collegamento alla dimora riservata del principe. Un video sul castello si può guardare cliccando sul seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=IApZga93vlU

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