TRABIA (PA) – Castello Lanza
Le sue origini sono molto antiche poiché ad esso pare si riferisca Edrisi
nella sua descrizione della Sicilia, scritta in lingua araba nel 1153, parlando
di un'amena rocca chiamata «della Trabia», parola che significava magione. Di
sicuro fu possedimento dei Normanni, i quali
rafforzarono le difese del castello, baluardo importante contro i
saraceni. Da un privilegio di Re Federico III d'Aragona si
apprende come, al suo tempo, vi fosse un molino della regia curia dato in
concessione a tale Bertino Cipolla e, dopo la morte di quest'ultimo, ceduto
dallo stesso re, a Lombardo De Campo. Nel 1408 circa divenne proprietà di
Guglielmo Tricotta e poi di Bernardo Tricotta che, per testamento, lo lasciò al
convento del Carmine di Palermo. II convento lo cedette a Leonardo Di Bartolomeo
il 21 agosto 1441 e l'atto fu poi confermato da re Alfonso con privilegio del
15 dicembre 1445. Il Di Bartolomeo, protonotaro del regno, avendo come unica
erede la nipote Eloisia, decise di darla in moglie a Blasco Lanza, assicurandogli
la successione della Trabia, del palazzo di Palermo e di tutti gli altri suoi
beni. Con l'avvenuto matrimonio il Lanza divenne quindi «di Trabia» e da allora
la rocca fu proprietà di tale famiglia, di origine normanno-sveva. Morta
Eloisia, Blasco sposò in seconde nozze Laura Tornabene, di nobile famiglia
catanese, recuperando così altri cespiti di casa Lanza, un tempo ceduti ai
Tornabene. Quando Re Ferdinando II d'Aragona, il 14 novembre 1509, eresse in
«feudo nobile» la terra di
Trabia, Blasco, fortificando
il castello, vi pose sopra l'arma dei Lanza in un grande scudo del Gagini. Successivamente
i siciliani, ribellatisi al
viceré Ugone Moncada (che cercava di occultare al popolo la morte di rè
Ferdinando finché non avesse ricevuto conferma alla sua carica dal nuovo re
Carlo V d'Austria) e volendolo sostituito da Jacopo Albata, vice giustiziere
del regno, si sollevarono contro il Moncada ed i suoi partigiani. Tra questi fu
perseguitato il Lanza che, da valente uomo di legge, aveva difeso la causa di
Ugone contro i suoi avversari, recandosi a Bruxelles da re Carlo. Dopo avergli
invaso e bruciato la casa di Palermo i ribelli assalirono il castello di Trabia
appiccandovi il fuoco (1517) e, nella notte, altissime si levarono le fiamme
avvolgendo il superbo, turrito edificio sulla scogliera. Gli assalitori furono
poi costretti a riparare i gravi danni ed a Blasco, in compenso dell'onta subita,
vennero assegnate alte cariche. Nel 1535 morì il «primo Lanza di Trabia» ed il
figlio Cesare decise più avanti di ampliare il castello e aumentarne le
fortificazioni. Nel 1587 era controllato da un castellano, un portiere, tre
guardiani e un soldato. C’erano inoltre un cappellano, un muratore e un falegname.
Con il tempo, a lato del castello, furono costruiti un’osteria e alcune
industrie di trasformazione. Nel 1601 re Filippo II di Sicilia, concesse ad
Ottavio il titolo di principe sul feudo e castello della Trabia con ordine di
primogenitura ed in seguito Ottavio II, principe di Trabia, migliorò le
condizioni del paese allargandone i confini (1633). Un secolo e mezzo dopo, il
principe di Trabia, Pietro Lanza, nel 1784 trasformò il castello in operoso
stabilimento poiché all'industria del tonno aggiunse quella del panno, dei biscotti,
dell'olio di «nozzolo» e della colla. L'austera residenza venne così riempita
dal fragore di simili imprese, certamente nobili ma tanto in contrasto con la
poesia del luogo, finché questa prosaica parentesi ebbe termine con la morte
del principe Pietro nel 1811. Il castello venne poi abitato dai suoi
proprietari soltanto al tempo della tonnara e l'altro principe Pietro nel 1835
istituì fra le sue mura una «società filodrammatica» che vi durò alcuni anni.
Suggestivo e pittoresco sull'alta costa rocciosa, il maniero conserva anche,
intatta, una antica torre, un tempo adibita a carcere, che si innalza solitaria
al centro del cortile interno. Dalle grandi terrazze è invece possibile
ammirare il golfo di Termini Imerese. Il primo ingresso al castello, conserva resti
del ponte levatoio, mentre il secondo ingresso serviva come collegamento alla
dimora riservata del principe. Un video sul castello si può guardare cliccando
sul seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=IApZga93vlU
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