SIRACUSA - Castello del Marchese in frazione Cassibile
Sorgeva nei pressi della Strada Provinciale Cassibile -
Cugni - Stallaini sulla sommità del Cugno Croce. Il luogo, oltre ad essere
pressochè inaccessibile per le scoscese pareti rocciose che lo delimitano da
tre lati, offriva anche la vista, quindi il controllo, della costa e della
fascia subcostiera tra Avola e Cassibile. La presenza del castello in questo
posto appare giustificata anche dalla presenza di un abitato trogloditico,
presumibilmente di eta normanna, nelle balze sottostanti alia forticazione. Se
escludiamo il 1093, anno in cui Cassibile viene ricordata in una bolla di
Urbano II e successivamente per l’insediamento dei Borboni in questi territori,
le notizie successive che si hanno, riguardano esclusivamente il feudo e i
numerosi passaggi di proprietà in seguito a concessioni di Sovrani o a lotte
tra grandi famiglie. Nel 1319 il feudo di Cassibile venne concesso a Giacomo
d’Arezzo che fece costruire un castello sul punto più alto del feudo chiamato
“la Mola”, a difesa del territorio. Nel 1368 il feudo passò alla famiglia
Alagona ed in seguito Iacopo d’Arezzo. Successivamente passò ai Lanza e
poi ai Branciforte fino al 1797, anno in cui Ferdinando I di Borbone lo
concesse a Silvestro della famiglia messinese dei Loffredo. L'area in cui si
trovava il castello, quasi al margine dello sperone roccioso, era stata
interamente occupata nel sec. XVIII da una costruzione, di cui resta solo una
parte del pianterreno, sulla quale nei primi anni dell'800 per volere proprio del
Marchese Silvestro Loffredo fu costruita una villa in stile neoclassico. L’edificio,
rimasto incompiuto, fu costruito in luogo così alto proprio per permettere al
Marchese di controllare i suoi possedimenti. Quest’ultimo nel 1850 iniziò la
costruzione dell’antica borgata rurale di Cassibile, portata a
termine dopo la sua morte dal figlio Gaetano I con l’edificazione di 99 case. A
Gaetano I successe Gaetano II e poi ancora la nipote Maria Emanuela Puleyo. Dunque,
dopo tutte queste edificazioni, ciò che restava della fortificazione originaria
è stato cancellato o inglobato, cosi che niente di essa ci è pervenuto che
possa essere riconoscibile, ad eccezione, forse, di una cisterna con collo
circolare, la cui vera venne graziosamente inserita nella facciata della villa. Dei blocchi di arenaria squadrati, giacenti nelle vicinanze, potrebbero essere
materiali di risulta della distruzione del castello. La villa marchesale è
diroccata ed abbandonata, anche se tuttora appartenente ai discendenti della
famiglia Loffredo. Architettonicamente l’edificio, a pianta quadrangolare, è
dotato di un portale d'accesso di forma arcuata. Su ciascuno dei quattro lati
vi è una fila di tre finestre sormontate da un timpano triangolare. L'interno
di questa residenza presenta stanzoni ormai spogli. Nei pressi del castello vi
sono le rovine di alcuni fabbricati storici tra cui i due "Trappeti"
("Trappeto Vecchio" e "Trappeto Nuovo") in cui venivano
macinate le olive per estrarre l'olio d'oliva e l'uva per estrarre il vino.
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