TOLVE (PZ) - Castello normanno
Lo stemma del comune, con un castello a tre torri, ha fatto
pensare all'esistenza nel paese di una struttura castellare, ma Tolve non ha
mai avuto un castello bensì una fortificazione muraria che avvolgeva tutto il
borgo antico, l'attuale centro storico. All'interno del borgo numerose
abitazioni e botteghe artigiane raccontano una vita attiva che ne struttura
definitivamente le caratteristiche di centro agricolo-pastorale-artigiano
conservato fino ai giorni nostri. La dominazione longobarda ha lasciato molte
tracce negli usi e nelle abitazioni dei centri fortificati lucani, poi
modificati durante la dominazione normanna. A quest'epoca risale la fondazione
del castello, di cui restano scarse tracce sopravvissute ai terremoti e
all'incuria dell'uomo. Il dominio dei Longobardi certamente finì nel X secolo,
come ricordato da un documento vaticano che cita Tolve bizantina (1001). I Bizantini
a loro volta abdicarono in favore dei Normanni (XI sec.) i quali l’assegnarono alla contea di Tricarico. Sotto
gli Svevi,
Tolve fu del conte Galvano, zio materno di Manfredi, figlio di
Federico II e Bianca Lancia. Con gli Aragonesi (XV sec.) divenne feudo
dei Pignatelli, dei Brayda (1575), di Gian Matteo Rinaldi dei Jovene ed ancora
dei Pignatelli (1677). Una tradizione racconta un fatto realmente accaduto a
Tolve e la cui memoria si tramanda da secoli. Una notte di luglio del 1561 nei
saloni del Castello si festeggiavano le nozze della figlia del Duca di Tolve,
Fabrizio Pignatelli di Monteleone. Numerosi invitati danzavano e cantavano al
suono dei musici invitati per la festa più importante dell'anno, tra cibo e
lussi che gli abitanti di Tolve potevano solo favoleggiare. La sposa era
bellissima nel suo abito nuziale e volteggiava leggiadra al suono dei flauti.
All'improvviso un tuono scosse la terra, i musici smisero di suonare, le
possenti mura del salone ed il pavimento si squarciarono. Fu tutto in un
attimo: l'intera ala del Castello precipitò dalla rupe nel sottostante torrente
per decine di metri, trascinando con sé gli sventurati invitati. Il terremoto,
un evento che ha segnato per secoli la terra lucana, infranse in un attimo il
sogno della giovane sposa e mutò in tragedia la festa. I Tolvesi ancora oggi,
sul greto del torrente, nelle notti di luna piena, possono sentire il suono
degli strumenti, i passi di danza, il vocio della festa e le urla disperate di
chi precipitava nel vuoto. Alcuni hanno visto le figure leggiadre delle giovani
fanciulle volteggiare per un attimo prima che il loro viso si trasformasse in
una maschera di terrore. Oggi blocchi squadrati di pietra sul greto del
torrente indicano ancora dove rovinò l'ala del Castello.
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