MOLA DI BARI (BA) – Castello Angioino
Fu costruito, contestualmente alla riedificazione
della città e a ridosso delle sue mura, per ordine di Carlo I d’Angiò tra il
1278 ed il 1281 per difendere la costa sud-barese dalle frequenti incursioni
dei pirati. La direzione dei lavori venne affidata ai celebri regi carpentieri Pierre d'Angicourt,
per le opere murarie, e Jean da Toul, per la carpenteria. Fu costruito dapprima
il palazzo regio, odierna ala sud-est, e poi il castello vero e proprio, con la
collaborazione di progettisti francesi e costruttori baresi, di cui si legge
un’attenta documentazione a dimostrazione dell’accuratezza dell’opera. Per
questo il castello di Mola appare invincibile, dotato di ottima fabbrica,
feritoie, merli, caditoie, cannoniere, quindi eccellenti sistemi di difesa. L'ipotesi
più accreditata sull'aspetto originario del castello è quella che fosse
costituito da una torre rettangolare a tre livelli, guarnito di merli e difeso
da caditoie e feritoie. Del complesso angioino, nucleo focale dell'attuale
castello, probabilmente situato fra gli odierni bastioni Sud ed Est in
corrispondenza dell'ingresso principale, si sono rinvenuti resti murari costituiti
da conci in pietra rozzamente squadrati secondo la tecnica muraria dell'epoca,
caratteristica di quasi tutte le costruzioni militari. Verso la metà del XIV
secolo il castello fu rinforzato con due torri cilindriche in pietra viva poste
a sud e ad est della torre angioina. Allo stesso periodo potrebbe risalire
la costruzione dell'antico portale di accesso in pietra, posto a breve distanza
dall'ingresso, lungo le mura angioine ma a livello inferiore, sotto la cortina
est. All'inizio del XV secolo venne effettuato un consolidamento delle
fortificazioni: alle cortine si aggiunse la realizzazione di un puntone a forma
di pentagono irregolare, con conci in tufo carparo ancora oggi rintracciabili
sotto l'estremità ovest del castello. Dopo alterne vicende il castello subì
delle trasformazioni ad opera di Gaspare Toraldo che vi fece costruire ad
intervalli regolari parecchi torrioni di forma circolare, uno dei quali è ancor
oggi esistente. In epoca Aragonese, con la scoperta della polvere da sparo si
verificò un sostanziale cambiamento delle strategie militari: i castelli
costruiti in precedenza, a difesa prevalentemente verticale, dotati di alte
mura a strapiombo per evitare la scalata, in seguito non furano in grado di
opporre un'adeguata resistenza alle pur rudimentali armi da fuoco. Da qui la
necessità di creare barriere che consentissero di ammortizzare l'urto delle
palle di cannone. Tuttavia, data la novità della situazione, si preferì
lasciare accanto alle cannoniere le caditoie, difese più tradizionali ma di
efficacia sperimentata. Di qui l'originalità del maniero molese in cui si
sovrappongono, stratificandosi, le esperienze architettoniche e militari di
epoche diverse. Quindi alle mura verticali angioine furono addossate mura oblique,
riempiendo le intercapedini con terra e materiale di risulta; furono create
piazzole interne per l'artiglieria e le mura furono abbassate per consentire il
tiro radente; sorsero inoltre bastioni per il tiro fiancheggiato, cioè per
proteggere le cortine di muro comprese fra un bastione e l'altro. Tra il XV e
il XVI secolo l'edificio seguì le sorti della città e passò attraverso le mani
di diversi feudatari, resistendo a numerosi attacchi senza essere mai
espugnato. Tuttavia i notevoli danni subiti con l'assedio veneziano del 1508 ne
imposero un radicale restauro, avvenuto pochi anni più tardi, durante il regno
di Carlo V, su progetto dell'architetto militare Evangelista Menga da Copertino,
che gli diede l'attuale forma di poligono stellato. Un fossato comunicante con
il mare circondava l'edificio, che era collegato alle mura della città per
mezzo di un ponte. Avendo perso lo status di città regia tra XV-XVI sec. per
indebitamento della Corona, Mola vide l’avvicendarsi di una notevole serie di
feudatari, fino al momento in cui cadde nelle mani del mercante ebreo
portoghese, conte Michele Vaaz, che per i suoi modi dispotici non fu mai
gradito ai molesi che cercarono di riscattarsi con una causa portata avanti
fino a metà XVIII secolo. Il castello
fu utilizzato fino al XVIII secolo, poi, abbandonato, cominciò a subire un
progressivo degrado fino al crollo parziale delle volte di copertura e di circa
la metà delle cortine delimitanti il cortile interno, oltreché alla perdita di
tutti gli orizzontamenti lignei. A
completare tale quadro d’abbandono e di degrado, negli anni Cinquanta fu
costruito un cinema addossato alle cortine del lato ovest, col completo
stravolgimento delle caratteristiche architettoniche ed ambientali del
complesso monumentale. Dopo scrupolosi restauri portati egregiamente a
termine, il castello appare oggi splendido e fiero, segno della potente
identità di Mola di Bari. Sono stati recuperati l’originario accesso est ad
arco ribassato, percorsi ipogei, un suggestivo terrazzo panoramico, la cortina
ovest. Alcune delle sale al pianterreno e al primo piano sono oggi affascinanti
location per conferenze e altri importanti eventi culturali e artistici. Altre
notizie su questa inespugnabile fortezza sull'Adriatico, si possono trovare al
seguente link: http://www.comune.moladibari.ba.it/CittaVirtuale/Monumenti/castello/castello_storia.html
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