CAPORCIANO (AQ) - Castello
Collocato in posizione strategica a controllo di
tutta la Piana di Navelli e in modo da avere una comunicazione visiva con i
castelli e conventi di Rocca Balascio, S. Pio delle Camere, Castelnuovo,
Barisciano e Castellacci verso nord - Bominaco ad ovest e Collepietro, Navelli
e Civita Retenga verso est, Caporciano conserva ancora oggi le caratteristiche
di borgo fortificato. Il nucleo originario è individuabile nella porzione di
territorio posta al centro dell'abitato e costituito da un recinto fortificato che
si stringe attorno all'antica torre di avvistamento. Nel 1193 Galgano di
Collepietro, fratello di Derisio signore di Carapelle, ottenne il feudo di Caporciano,
che allora contava quaranta famiglie. E’ quindi quanto meno a questo periodo da
far risalire la nascita del castello di Caporciano e, di conseguenza,
dell’attuale abitato. La forma del recinto è riconducibile ad un triangolo al
cui vertice si trova la torre principale. Si erge, come era allora
consuetudine, sulla sommità del colle a quota m. 850 circa, da cui si apre un
vasto orizzonte con uno stupendo panorama sull’altopiano. Nel ‘500 il castello
subì un ampliamento necessario ad adeguare la cresciuta importanza socio-economica,
testimoniata del resto dal crescente numero degli abitanti che vi
soggiornavano. Da castello, assunse la tipologia di palazzo fortificato. Un
ultimo ampliamento, anche se più modesto del precedente, vi fu intorno alla
seconda metà del ‘600 e tutto nel versante est. Dalle fonti si apprende che il
castello appariva proprietà di Giovan Vincenzo Quinzio dell'Aquila, che lo
aveva acquistato, con tutte le giurisdizioni per il prezzo di quattromila
ducati. Giovan Battista Quinzio, possessore anche di Bominaco, nel 1604
vendette i due feudi a Muzio Cappa dell'Aquila per il prezzo di settemila
ducati. Dell'antico maniero, oltre al robusto mastio rimangono tre torri, tutte
facenti parte della cortina muraria posta a sud, inglobate nelle abitazioni e
due porte d'accesso. Sui resti del castello vennero costruite, nel '600 e '700,
la chiesa parrocchiale dedicata a San Benedetto e l'oratorio dedicato alla
Madonna ed al culto dei morti. Certamente l'elemento meglio conservato oggi è la
torre principale, attualmente con funzione di campanile della chiesa, ma che il
recente restauro iniziato nel 1990 ha in parte restituito alla vigorosa forma
militare che le era propria. La torre è a base quadrangolare irregolare con
dimensioni interne di mt. 4,00 x 2,30 e spessore murario variabile da mt. 1,30
a mt. 1,70 alla base. La sua altezza massima, misurata fino allo sporto di
gronda, è di mt. 19,00. La notevole dimensione e la robusta fattura, con grossi
conci di pietra squadrata presenti nella prima parte verso il basso, le
conferiscono il caratteristico aspetto di fortezza militare. La torre aveva,
così come la tecnica militare imponeva, l’unico ingresso al primo piano.
L'entrata attualmente visibile al piano terra, con una piattabanda in cemento
armato e con evidente taglio a forza di muratura, è stata costruita in epoca
successiva. Al primo piano sorgeva con ogni probabilità un solaio poggiante su
un arco in muratura; già a questo livello sono presenti le tipiche aperture di
difesa e guardia. Oltre al primo solaio in muratura, esistevano altri due piani
con orditura lignea le cui tracce nella muratura sono tuttora evidenti messe in
evidenza dal restauro eseguito. Questi due piani sono caratterizzati dalle
aperture di cui, particolarmente significative, sono quelle del secondo
livello. Qui sono presenti, per ogni lato, quattro monofore a bandiera di cui
due sono state riscoperte nel corso del restauro. L’apertura verso sud, che
guardava all’interno del recinto, è munita di una doppia seduta per la guardia,
mentre le altre sono munite di stipiti scolpiti e di una sola seduta. Sempre a
questo livello, è stato possibile ricostruire sia il solaio di legno che una
parte della scala che vi accedeva, giacchè erano ancora visibili i segni del
vecchio solaio. La torre terminava con una volta in muratura su cui poggiava il
terrazzo merlato di cui è tuttora visibile la traccia, sostituito da un solaio
in cemento su cui, con una sopraelevazione di mt. 2, sono state impostate le
celle campanarie. Del vecchio fortilizio medievale resta ancora ben visibile il
tratto di mura che dalla torre si sviluppa verso sud-ovest. Su questa cortina
furono poi ricavati dei vani di cui restano evidenti tracce abitative (un
camino ed una data 1635). In questo tratto di cortina è stata rinvenuta, ancora
nel suo sito originario, una delle due “archibugiere”, l’altra è stata
riscoperta affiancata alla porta d’ingresso adiacente la torre principale, il
rialzamento del piano di calpestio, l’aveva del tutto ricoperta. Qua e là, nel
sito del recinto fortificato sono presenti numerosi frammenti di pietra
lavorata con decorazioni a treccia alcuni dei quali del IX sec.
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