CORTONA (AR) – Fortezza Medicea
Conosciuta anche come Fortezza del Girifalco, fu utilizzata
probabilmente nel periodo altomedioevale da guarnigioni gote e longobarde, ma
la prima documentazione certa risale all'anno 1258, quando fu ceduta ad Arezzo.
Dopo il 1266 vi furono eseguiti diversi interventi di rifacimento, proseguiti
poi successivamente nel 1300 sotto la Signoria dei Casali. Furono in seguito i
Senesi ad aiutare i Cortonesi sia nella ricostruzione delle mura che della
Fortezza, poco prima che la città passasse sotto il dominio di Firenze (1411).
Risale a questo periodo il corpo centrale, o maschio, che serviva da chiave di
volta del circuito delle fortificazioni. Nel 1540 il Granduca Cosimo I de'
Medici (detto Cosimo il Vecchio), a seguito di una lunga ispezione di tutte le
fortificazioni da poco entrate nel dominio di Firenze, rimase colpito dalla
peculiare posizione di quella di Cortona. Decise allora di farne uno dei
baluardi più imponenti del potere mediceo nell'aretino. Sebbene l'opera,
avviata nel 1556, sia stata finanziata con denaro fiorentino, la popolazione
locale contribuì di tasca propria, sottoposta ad una pesante tassazione. I
lavori, diretti dall'architetto Gabrio Serbelloni, nipote del papa Pio IV, e dal
cortonese Francesco Laparelli, si conclusero nel 1561. Il Serbelloni continuò
la linea tracciata anni prima, sull'architettura militare medicea, dai due
Sangallo. L'intervento di ristrutturazione della Fortezza interessò anche le
mura e le porte della città: furono abbattute le torri che, con cadenza
regolare, sorgevano sulle mura, furono anche chiuse alcune porte ed abbattuti i
borghi esterni. La città trasse fin da subito i benefici della nuova
ristrutturazione, che gli permise di difendersi dalla pressione dei Senesi e
dello Stato della Chiesa, i cui confini non erano molto lontani da quelli di
Cortona. Con il nuovo clima di pace e stabilità politica instauratosi a partire
dal XVII secolo, l'interesse dei Granduchi per le costruzioni militari iniziò a
sfumare, in favore dei fastosi palazzi residenziali e la rocca iniziò
progressivamente a perdere di importanza. La Fortezza divenne così la sede di
una piccola guarnigione con esclusivi compiti di polizia cittadina. L'aspetto
attuale è il frutto della ristrutturazione cinquecentesca: imponenti mura
seguono un tracciato trapezoidale con quattro bastioni angolari di forme e
dimensioni diverse. Ognuno di essi aveva un proprio nome: quello a sud era
chiamato S. Margherita (la patrona della città di Cortona, infatti la Fortezza
si trova vicino alla chiesa di S. Margherita), prossimo all'ingresso, dove era
situato il corpo di guardia; gli altri erano ad ovest S. Maria Nuova (altra
chiesa di Cortona), a nord S. Egidio (il monte più alto delle montagne
cortonesi) e infine S. Giusto a sud. Al loro interno si trovavano il magazzino
delle polveri ed il carcere (a sud), quattro posti cannone (a ovest), due
cannoniere (a nord) e tre fuciliere (a est). Le mura vennero concepite con
progetti di ultima generazione, munite ai loro piedi di terrapieni studiati per
attutire i colpi dei cannoni, mentre ogni bastione ha delle feritoie laterali
su cui venivano sistemati i cannoni che consentivano di difendere tutti i lati
della struttura. Il corpo centrale del fortilizio ha dimensioni piuttosto
ridotte per cui si pensa che potesse ospitare solo un'esigua guarnigione, pur
tenendo presente che diverse baracche dei soldati che si trovavano lungo i lati
del cortile sono state demolite. Osservando bene l'edificio dall'esterno, si
può notare che vi sono, nella facciata rivolta verso l'ingresso, diverse
integrazioni a mattoni e notevoli rimaneggiamenti: ampie finestre sostituiscono
quelle più antiche molto più piccole, ciò a dimostrazione dell'uso diverso che
si fece nel tempo del palazzo, il quale venne assumendo via via caratteristiche
sempre più 'civili'. Il materiale utilizzato nelle varie epoche per la sua
costruzione è molto differenziato, infatti a pietre ben squadrate si alternano
vari materiali. Le parti più antiche rimaste sono la facciata interna e la
muraglia orientale che chiude a nord il cortile interno. L'accesso alla
Fortezza avviene per mezzo di un grande portone rivestito di ferro e
ulteriormente protetto da una chiusura a saracinesca. Ai lati dell'accesso si
vedono subito due casamatte progettate per il fuoco incrociato. Il Maschio è
visitabile anche se poi al suo interno sostanzialmente non c'è nulla. Dal
secondo piano del Maschio si può visitare tutto il camminamento di guardia.
Dalla Fortezza e dal suo camminamento si può ammirare praticamente tutta la Val
di Chiana fino al Monte Amiata ed al Monte Cetona oltre che vedere
un'interessante scorcio del Lago Trasimeno. Attualmente la fortezza, recentemente
restaurata e di proprietà comunale, viene utilizzata per manifestazioni ed
esposizioni. Si avvia ad essere un importante centro per l’arte contemporanea
nonché uno spazio utilizzato per eventi culturali. In rete ho trovato un
articolo che parla della fortezza come futura sede di un centro
supertecnologico delle arti, aperto alla ricerca internazionale, alla
sperimentazione e contaminazione di generi come musica, teatro, cinema e arti
visive. Un progetto ambizioso, di cui sarà direttore artistico un illustre
cittadino cortonese, la rockstar Jovanotti. Non so come sia andata a finire
questa storia...se qualcuno è più informato, si accettano aggiornamenti !
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