venerdì 18 maggio 2012

Il castello di venerdì 18 maggio




PULA (CA) - Torre del Coltellazzo

Situata sul promontorio che domina la splendida baia di Nora, la Torre del Coltellazzo fu costruita dagli Spagnoli alla fine del XVI secolo, in arena calcaria; le sue fondazioni poggiano sui resti di antiche strutture dell'acropoli di Nora. La denominazione "Coltellas" risale al Medioevo, poiché il termine "Cortelazo" è presente nella documentazione del XIV secolo. La Torre del Coltellazzo dal XVIII secolo è chiamata anche torre di Sant'Efisio, in ricordo del martire guerriero, che, secondo la tradizione, fu ucciso a Nora per decapitazione. Essa costituiva una delle strutture difensive costiere dell'area sud occidentale della Sardegna: con il “Coltellas” di Carbonara (Fortezza Vecchia di Villasimius), a circa 42 km di distanza in linea d’aria, assicuravano l’estrema difesa a controllo del Golfo di Cagliari. Era un posto di guardia fortificato esistente già dagli inizi del XVI secolo (da documenti si rileva che nel novembre 1505 nel municipio di Cagliari si discuteva dei salari delle guardie di Pula, Carbonara e Sant'Elia. In seguito, come è testimoniato nel 1578, i due uomini di guardia furono stipendiati dal feudatario il conte di Quirra), con funzione di difesa delle insenature e delle peschiere dagli assalti corsari, e per questo era in contatto visivo con le Torri di Cala d'Ostia, di San Macario e del Diavolo. In posizione ideale per vigilare il mare e l’immediato entroterra, offre un superbo panorama su tutto il litorale circostante. Entrò in funzione nel 1607, ma solo nel 1700 diventò torre 'de armas', ovvero per difesa pesante: era dotata di cannoni capaci di rispondere al fuoco dei bastimenti, con una guarnigione di 4 uomini, oltre l'artigliere e il comandante. La struttura aveva forma troncoconica con un piccolo parapetto verticale, diametro di base di 12 m, spessore murario di circa 2 m e altezza di 11 m. L'ingresso, aperto a circa 6 metri dal suolo e rivolto a Sud, immetteva in una camera interna, larga 7,5 metri e con volta a cupola, pilastro centrale e costoloni di irrigidimento. Qui erano ricavati alcuni ambienti, tra cui la stanza dell'alcade, l'alloggio per i soldati, la santabarbara, i magazzini, la cambusa e la cucina. A destra dell'ingresso, una scala ricavata dallo spessore murario portava nella piazza d'armi. La terrazza era poi coperta da una mezzaluna. Tra il 1722 e il 1728 la torre venne trasformata in forte ad opera dell'ingegner Antonio Felice de Vincenti, coadiuvato dall'ingegnere Bellin e dal capitano Audibert. Dal XIX secolo subì interventi arbitrari che ne modificarono la fisionomia, come ad esempio l'aggiunta di una scala esterna per facilitare la salita all'ingresso. Passata alla Marina Militare, la torre venne trasformata, nella prima metà del 1900, nella stazione semaforica di Capo Pula, e durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come punto di avvistamento e fu presidiata da una piccola guarnigione della Regia Marina. Dal 1999 è di proprietà del Demanio dello Stato. Dal 2009 è stata data in concessione al Comune di Pula, dopo il restauro del 2002. Attualmente si può salire fino alla base della torre attraverso un sentiero dietro la zona archeologica. La struttura non è visitabile internamente senza un'autorizzazione preventiva della Soprintendenza.

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