PULA (CA) - Torre del Coltellazzo
Situata sul
promontorio che domina la splendida baia di Nora, la Torre del Coltellazzo fu costruita
dagli Spagnoli alla fine del XVI secolo, in arena calcaria; le sue fondazioni
poggiano sui resti di antiche strutture dell'acropoli di Nora. La denominazione
"Coltellas" risale al Medioevo, poiché il termine
"Cortelazo" è presente nella documentazione del XIV secolo. La Torre
del Coltellazzo dal XVIII secolo è chiamata anche torre di Sant'Efisio, in
ricordo del martire guerriero, che, secondo la tradizione, fu ucciso a Nora per
decapitazione. Essa costituiva una delle strutture difensive costiere dell'area
sud occidentale della Sardegna: con il “Coltellas” di Carbonara (Fortezza
Vecchia di Villasimius), a circa 42 km di distanza in linea d’aria,
assicuravano l’estrema difesa a controllo del Golfo di Cagliari. Era un posto
di guardia fortificato esistente già dagli inizi del XVI secolo (da documenti
si rileva che nel novembre 1505 nel municipio di Cagliari si discuteva dei
salari delle guardie di Pula, Carbonara e Sant'Elia. In seguito, come è
testimoniato nel 1578, i due uomini di guardia furono stipendiati dal
feudatario il conte di Quirra), con funzione di difesa delle insenature e delle
peschiere dagli assalti corsari, e per questo era in contatto visivo con le
Torri di Cala d'Ostia, di San Macario e del Diavolo. In posizione ideale per vigilare il mare e
l’immediato entroterra, offre un superbo panorama su tutto il litorale
circostante. Entrò in funzione nel 1607, ma solo nel 1700 diventò torre 'de
armas', ovvero per difesa pesante: era dotata di cannoni capaci di rispondere
al fuoco dei bastimenti, con una guarnigione di 4 uomini, oltre l'artigliere e
il comandante. La struttura aveva forma troncoconica con un piccolo parapetto
verticale, diametro di base di 12 m, spessore murario di circa 2 m e altezza di
11 m. L'ingresso, aperto a circa 6 metri dal suolo e rivolto a Sud, immetteva
in una camera interna, larga 7,5 metri e con volta a cupola, pilastro centrale
e costoloni di irrigidimento. Qui erano ricavati alcuni ambienti, tra cui la
stanza dell'alcade, l'alloggio per i soldati, la santabarbara, i magazzini, la
cambusa e la cucina. A destra dell'ingresso, una scala ricavata dallo spessore
murario portava nella piazza d'armi. La terrazza era poi coperta da una
mezzaluna. Tra il 1722 e il 1728 la torre venne trasformata in forte ad opera
dell'ingegner Antonio Felice de Vincenti, coadiuvato dall'ingegnere Bellin e
dal capitano Audibert. Dal XIX secolo subì interventi arbitrari che ne
modificarono la fisionomia, come ad esempio l'aggiunta di una scala esterna per
facilitare la salita all'ingresso. Passata alla Marina Militare, la torre venne
trasformata, nella prima metà del 1900, nella stazione semaforica di Capo Pula,
e durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come punto di avvistamento e
fu presidiata da una piccola guarnigione della Regia Marina. Dal 1999 è di
proprietà del Demanio dello Stato. Dal 2009 è stata data in concessione al
Comune di Pula, dopo il restauro del 2002. Attualmente si può salire fino alla
base della torre attraverso un sentiero dietro la zona archeologica. La
struttura non è visitabile internamente senza un'autorizzazione preventiva
della Soprintendenza.
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