BERNALDA (MT) - Castello aragonese
Situato in una posizione dominante sulla valle
del Basento, è orientato verso sud-ovest. La prima costruzione risale ai
normanni, ad opera di Riccardo da Camarda, che aveva ottenuto in feudo le terre
circostanti, e che dunque provvide immediatamente a incastellare il territorio.
Poco o nulla si sa delle epoche seguenti, se non che anche la comunità di
Camarda fu, al tempo dell’imperatore Federico II, obbligata dallo Statutum
de reparatione castrorum del 1241-1246 a manutenere e riparare le
fortificazioni del castrum di Torremare, presso Metaponto. In seguito il
castello fu abitato da vari signori, tra i quali si ricordano Pietro Tempesta e
Bernando del Balzo e più volte restaurato per i frequenti terremoti che
imperversavano nella zona, ultimo fra tutti quello del 1466 che devastò l'edificio.
Si rese necessaria, infatti, una sua ricostruzione quasi totale che avvenne nel
1470 ad opera di Bernardino de
Bernaudo, eminente uomo di corte, segretario di re Alfonso II di Napoli.
Il maniero venne fortificato e difeso da un fossato e da un ponte levatoio. Dal
nome del feudatario prese il nome l’intero abitato, che dovette crescere
prospero se nel 1607 don Niccolò di Peres Navarrete ne potè diventare duca. Nel
1735 vi dimorò Carlo III di Borbone, il quale volle visitare i territori del
suo regno, appena acquisito, in seguito alla guerra di secessione polacca.
L’ospitalità ricevuta valse al feudo il titolo di città. Il castello ha una
forma quadrangolare con tre torri angolari, una tipologia architettonica che è
propria delle fortificazioni costruite alla fine del 400. Le torri hanno una
forma cilindrica con la base più larga in confronto alla sommità, elemento che
fa supporre un intervento edilizio sul maniero in epoca angioina. A ponente si
nota una torre sottile e quadrata più antica delle altre. Le mura di chiusura
del castello paiono assecondare la natura del terreno, e risultano
prevalentemente perpendicolari. Originariamente la struttura era molto più
grande e comprendeva almeno altre quattro torri. Ma con il tempo e con continui
aggiustamenti il castello fu molto rimaneggiato nelle dimensioni. Le tre torri
rimaste sono costituite da un piano interrato, adibito prevalentemente a
deposito, cui segue un pian terreno con apprestamenti difensivi orientati anche
verso l’interno del recinto, e due piani superiori aperti sul cortile, fatta
eccezione per il torrione del vertice meridionale. Nella parte interna del
castello vi sono diversi cunicoli, uno in particolare raggiungeva la Val Basento
ed era una via di fuga in caso di assedio. Inoltre, peculiarità del maniero, vi
sono ben quattordici pozzi, voluti da Bernardino
de Bernaudo e utilizzati dai suoi abitanti per rifornirsi d'acqua in
caso di attacco nemico prolungato. Una scorta praticamente illimitata.
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