giovedì 24 maggio 2012

Il castello di mercoledì 23 maggio




BERNALDA (MT) - Castello aragonese

Situato in una posizione dominante sulla valle del Basento, è orientato verso sud-ovest. La prima costruzione risale ai normanni, ad opera di Riccardo da Camarda, che aveva ottenuto in feudo le terre circostanti, e che dunque provvide immediatamente a incastellare il territorio. Poco o nulla si sa delle epoche seguenti, se non che anche la comunità di Camarda fu, al tempo dell’imperatore Federico II, obbligata dallo Statutum de reparatione castrorum del 1241-1246 a manutenere e riparare le fortificazioni del castrum di Torremare, presso Metaponto. In seguito il castello fu abitato da vari signori, tra i quali si ricordano Pietro Tempesta e Bernando del Balzo e più volte restaurato per i frequenti terremoti che imperversavano nella zona, ultimo fra tutti quello del 1466 che devastò l'edificio. Si rese necessaria, infatti, una sua ricostruzione quasi totale che avvenne nel 1470 ad opera di Bernardino de Bernaudo, eminente uomo di corte, segretario di re Alfonso II di Napoli. Il maniero venne fortificato e difeso da un fossato e da un ponte levatoio. Dal nome del feudatario prese il nome l’intero abitato, che dovette crescere prospero se nel 1607 don Niccolò di Peres Navarrete ne potè diventare duca. Nel 1735 vi dimorò Carlo III di Borbone, il quale volle visitare i territori del suo regno, appena acquisito, in seguito alla guerra di secessione polacca. L’ospitalità ricevuta valse al feudo il titolo di città. Il castello ha una forma quadrangolare con tre torri angolari, una tipologia architettonica che è propria delle fortificazioni costruite alla fine del 400. Le torri hanno una forma cilindrica con la base più larga in confronto alla sommità, elemento che fa supporre un intervento edilizio sul maniero in epoca angioina. A ponente si nota una torre sottile e quadrata più antica delle altre. Le mura di chiusura del castello paiono assecondare la natura del terreno, e risultano prevalentemente perpendicolari. Originariamente la struttura era molto più grande e comprendeva almeno altre quattro torri. Ma con il tempo e con continui aggiustamenti il castello fu molto rimaneggiato nelle dimensioni. Le tre torri rimaste sono costituite da un piano interrato, adibito prevalentemente a deposito, cui segue un pian terreno con apprestamenti difensivi orientati anche verso l’interno del recinto, e due piani superiori aperti sul cortile, fatta eccezione per il torrione del vertice meridionale. Nella parte interna del castello vi sono diversi cunicoli, uno in particolare raggiungeva la Val Basento ed era una via di fuga in caso di assedio. Inoltre, peculiarità del maniero, vi sono ben quattordici pozzi, voluti da Bernardino de Bernaudo e utilizzati dai suoi abitanti per rifornirsi d'acqua in caso di attacco nemico prolungato. Una scorta praticamente illimitata.

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