martedì 29 maggio 2012

Il castello di martedì 29 maggio





FINALE EMILIA (MO) – Rocca Estense

Situata lungo l’antico corso del Naviglio (successivamente Panaro della Lunga, e oggi Via Trento e Trieste), questa possente costruzione, chiamata anche Castello delle Rocche ha mantenuto pressoché intatto fino a pochi giorni fa il suo impianto quattrocentesco, tale da renderla uno dei più cospicui castelli dell’Emilia Romagna e un gioiello dell’architettura militare del XV secolo. Altre sue parti risalivano ad un’epoca più antica, al XIII secolo. In quel tempo il Comune di Modena costruì la Torre del Popolo Modenese, oggi Torre dell’Orologio (anch’essa ridotta a rudere in seguito al terremoto di pochi giorni fa), e innalzò il mastio del castello, allora adibito a porta della cerchia difensiva del borgo, come confermato dal voltone di passaggio ritrovato alla sua base. Un primo nucleo fortificato, che poi andò a inglobare il mastio eliminandone la primitiva funzione di torre d’accesso, fu innalzato nei primi anni del Trecento, sotto Obizzo III d’Este, ma di esso non rimangono che pochi resti venuti alla luce nel corso di recenti scavi. La struttura del castello, così come l’abbiamo conosciuto di recente, vide la luce nel XV secolo. Infatti, nel 1402 il marchese Nicolò III d'Este affidò i lavori per la costruzione della rocca all'architetto Bartolino Ploti da Novara, autore dei castelli di Ferrara, Mantova, San Felice. La frammentazione del periodo di realizzazione della rocca spiega l’irregolarità dell’impianto planimetrico e la collocazione anomala del mastio rispetto alle altre quattro torri, tutte in posizione angolare. Intorno al 1430, infine, il disadorno fortilizio che sorse in origine subì la trasformazione in sontuosa residenza signorile sempre per volere degli Estensi e grazie all’opera dell'architetto Giovanni da Siena. Fu allora che vennero allestiti gli appartamenti ducali, aggiunti i loggiati che si affacciavano sul cortile e ingentilita la parte alta delle torri e dei corpi di collegamento con graziosi sporti e variopinti decori. Ai merli ghibellini già esistenti venne conferita una forma sinuosa ed elegante, tale che le punte di un merlo si congiungono con quelle del successivo formando un motivo di gradevole effetto decorativo che ben si coniuga con i sottostanti archetti trilobati. Degno di nota era il magnifico loggiato che delimita la corte, dalle eleganti archeggiature e il gusto raffinato dei particolari decorativi in cotto e marmo. Gli interni del castello conservavano preziosi resti di ornamentazione pittorica quattrocentesca, caratterizzata dal ripetersi, su fondo bianco, di elementi come stemmi, animali simbolici e imprese araldiche, attorno ai quali si dispongono tralci vegetali e cartigli svolazzanti che recano scritte in caratteri gotici. Alla fine del quattrocento, vari lavori vennero progettati per difendere il castello dalle acque piovane e dal fiume. Nel gennaio 1511 il castello ospitò il papa Giulio II che da Bologna si portava all'assedio di Mirandola. Probabilmente intorno al 1533 il castello venne restaurato. Nel 1535 le mura di Finale furono abbatture e il paese si allargò. Vennero poi progettate le nuove mura più ambie e robuste che non furono mai realizzate. Dopo secoli di dominio Estense, Finale Emilia ottiene nel 1779 il titolo di Città da Francesco III duca di Modena. Il castello divenne proprietà comunale nel 1864 e fu sede, sino alla metà del Novecento, delle carceri mandamentali. Nei suoi sotterranei sono state allestite mostre e organizzate conferenze e feste, mentre le sale del primo e secondo piano, grazie all'impegno di Berto Ferraresi e di tutto il gruppo culturale R6j6, hanno ospitano il museo civico. Resta grande amarezza nel ricordare i recenti restauri durati 5 anni e terminati nel 2011 grazie ai quali era tornata a splendere la facciata sude del castello, dopo un investimento di 650mila euro. Tutto ciò ora può apparire vano, purtroppo….ecco come si presenta oggi....
http://www.youreporter.it/video_RIPRESE_AEREE_La_rocca_di_Finale_Emilia

La foto che accompagna le notizie sul castello è invece antecedente al recentissimo sisma, mi piace ricordarlo com'era.

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