CAMMARATA (AG) – Castello Normanno
Il primo documento nel quale viene citato il
territorio di Cammarata è del 1141, un atto di donazione della chiesa di Santa
Maria (oggi distrutta) da parte della normanna Lucia di Cammarata al vescovo di
Cefalù; insieme alla chiesa, Lucia la normanna donò anche cinque casali dal
nome inequivocabilmente arabo, segno che il territorio a quell'epoca era
abitato almeno dal tempo dell'occupazione araba della Sicilia; ma reperti
archeologici trovati in tutto il territorio di Cammarata testimoniano che esso
era abitato anche in epoca romana e addirittura preistorica. La contea di
Cammarata seguì le vicissitudini storiche della Sicilia, passando dai Normanni
agli Svevi e con Federico II diventò per breve tempo città demaniale. Passato
il periodo di grande incertezza dovuto alla guerra del Vespro, nel 1397 in
seguito alla ribellione del conte di Cammarata a Martino il Giovane che nel
frattempo era diventato re di Sicilia, Cammarata subì l'assedio da parte di
Bernardo Cabrera, braccio destro del Re. Cammarata fu possesso e residenza di
diverse famiglie nobili fra cui quella dei Vinciguerra, Moncada e dei
Branciforte. Cammarata visse un periodo florido e di pace nel XV secolo, sotto
gli Abatellis che, grazie alla loro origine di mercanti, sfruttarono al meglio
le risorse del territorio, soprattutto l'estrazione del salgemma. Il castello, costruito
nel secolo XIII e il cui aspetto si può fare risalire all'architettura
aragonese, venne abitato stabilmente dai signori di Cammarata fino al XVII
secolo. Poi cominciò la decadenza, fino alla fine del feudalesimo in Sicilia
nel 1812. Il castello (castrum Cammaratae), ubicato nella parte nord-orientale del
paese (centro urbano, via Roma) in posizione elevata e strategica, sfruttava la
morfologia del sito, inserendosi all'interno del contesto urbanistico. La sua struttura
si può desumere soltanto dalle fonti storiche, poiché nel tempo si sono
susseguiti parecchi crolli dovuti alle cattive condizioni del terreno roccioso
sottostante le fondazioni e al degrado della struttura muraria. Dall'esame dei
ruderi è possibile stabilire lo schema planimetrico che è sostanzialmente
rettangolare: dei lati lunghi, quello rivolto verso ovest misura 50 m circa,
mentre la lunghezza del lato est è di 52 m circa. Il lato sud misura 38 m
circa: su questo lato si trovano i ruderi di una torre circolare. Il lato nord
è rafforzato da un'altra torre di forma circolare, avente diametro di m 7 circa
con uno spessore murario di m 2,20. Oggi è rimasto ben poco dell’intera
struttura: alcuni muri perimetrali, una parte dell’antico edificio, che è sede
dell’Istituto religioso “Figlie di Maria Ausiliatrice”, e la torre. Dopo la
fine del feudalesimo sorse una controversia fra gli eredi dei Signori ed il
Comune per contendersi la proprietà del castello. Successivamente si giunse ad
un compromesso, per cui toccò al Comune una parte di esso, precisamente la
torre, che fu utilizzata come carcere mandamentale fino agli anni 70. In
seguito l’intera struttura è stata considerata patrimonio architettonico da
salvare, ed è stato oggetto fino a qualche anno fa di interventi di restauro e
consolidamento. Oggi la torre, che è la parte meglio conservata, in attesa di
istituirvi un museo permanente, è utilizzata per l’allestimento di mostre e
manifestazioni vari.
Fonti: http://www.comune.cammarata.ag.it/site/la-storia,
http://www.castelli-sicilia.com/links.asp?CatId=292,
http://it.wikipedia.org/wiki/Cammarata
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