BOZZOLO (MN) – Mura dei Gonzaga
Come tutte le terre che stanno alla destra
dell'Oglio, nel Medioevo, Bozzolo, fu sotto il controllo politico del comune di
Cremona e appartiene tuttora alla diocesi cremonese. Nel periodo che va dal XII
al XIV secolo venne infeudato ad alcune grandi famiglie cremonesi: i Dovara, i
Persico, i Cavalcabò. Nei suoi dintorni nacque l’abbazia benedettina di Santa
Maria della Gironda, indipendente dal vescovo di Cremona, attestata in epoca
matildica da una investitura del 1101, che scomparve nel XIV secolo. Bozzolo ebbe
una sorte comune con altri paesi dell’Oltre Oglio: nel 1408 passò sotto i
Gonzaga, Signori di Mantova e, nel 1478 entrò a far parte di un “condominio
signorile”, che controllava Gazzuolo, San Martino, Rivarolo, Commessaggio,
Sabbioneta, Pomponesco, Isola Dovarese e Ostiano, autonomo rispetto ai Gonzaga
di Mantova, dipendente solo dall’impero, assegnato per testamento da Lodovico
Marchese di Mantova al figlio Giovan Francesco e ai suoi eredi. Le diverse
“terre”, per ogni generazione, furono ridistribuite a membri di questa famiglia
marchionale, che le governano e le abbellirono. La ristrutturazione urbanistica
di Bozzolo risale a Vespasiano Gonzaga, che incominciò a occuparsene dopo aver
completato la costruzione di Sabbioneta, a partire dal 1577. Nel 1584 chiuse la
Cittadella con portoni e nel 1587 rinnovò completamente la possente cinta
fortificata del castello, dandole la forma di un trapezio difeso da sei
baluardi muniti di fossati. I muraglioni furono sostituiti da terrapieni per
consentire di resistere all’artiglieria. Nella prima metà del XVII secolo,
Giulio Cesare e Scipione Gonzaga cinsero l’intero abitato di mura, munite di
bastioni e lunette e interrotte da due porte, Porta Cremona e Porta Mantova. Le
mura furono costruite alla moderna, provviste di un retrostante terrapieno, con
mattoni provenienti dalle fornaci della zona e materiali ricavati dalla
demolizione delle fortificazioni dei borghi del principato. Si tratta di mura
solo apparentemente solide. Furono, infatti, costruite usando, come legante, la
terra e ciò rese instabili soprattutto i tratti di cortina innalzati sui
terreni umidi nella parte nord est. Ciò le ha rese da sempre fragili e soggette
a forte degrado dovuto all’azione degli agenti atmosferici e della vegetazione
spontanea. Fra il XVIII e la prima metà del XIX secolo si ha una ricca
documentazione relativa ai costanti interventi di restauro, ripristino e
rifacimento delle parti di cortina e baluardi degradati. Tuttavia, il castello,
un baluardo maestoso simile a una cittadella fortificata pentagonale, venne
venduto a privati e demolito già nella prima metà del XX secolo, in quanto considerato
inutile, dannoso, fonte di spese per la comunità, ostacolo all’espansione
economica del borgo: via via si procedette all’abbattimento di vari tratti
verso sud e ovest fino al settimo decennio del secolo (solo trent’anni fa!),
quando, paradossalmente, nel 1972 circa, l’Istituto Italiano dei Castelli ne
restaurò un breve tratto presso porta San Martino o Porta Mantova. Le mura si
estendono per 900 metri : 800 sul lato est della città e un altro
centinaio sul lato ovest nei pressi dell' ex Porta Cremona. Il complesso
murario è in fase di recupero. Altri link consigliati: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede-complete/MN360-00169/,
http://www.youtube.com/watch?v=Qqss088SZxQ
(video), http://www.youtube.com/watch?v=b2UUWVLAEFg
(video)
Foto: da www.mondimedievali.net e da http://www.lombardiabeniculturali.it
Nessun commento:
Posta un commento