martedì 7 ottobre 2014

Il castello di martedì 7 ottobre






BOZZOLO (MN) – Mura dei Gonzaga

Come tutte le terre che stanno alla destra dell'Oglio, nel Medioevo, Bozzolo, fu sotto il controllo politico del comune di Cremona e appartiene tuttora alla diocesi cremonese. Nel periodo che va dal XII al XIV secolo venne infeudato ad alcune grandi famiglie cremonesi: i Dovara, i Persico, i Cavalcabò. Nei suoi dintorni nacque l’abbazia benedettina di Santa Maria della Gironda, indipendente dal vescovo di Cremona, attestata in epoca matildica da una investitura del 1101, che scomparve nel XIV secolo. Bozzolo ebbe una sorte comune con altri paesi dell’Oltre Oglio: nel 1408 passò sotto i Gonzaga, Signori di Mantova e, nel 1478 entrò a far parte di un “condominio signorile”, che controllava Gazzuolo, San Martino, Rivarolo, Commessaggio, Sabbioneta, Pomponesco, Isola Dovarese e Ostiano, autonomo rispetto ai Gonzaga di Mantova, dipendente solo dall’impero, assegnato per testamento da Lodovico Marchese di Mantova al figlio Giovan Francesco e ai suoi eredi. Le diverse “terre”, per ogni generazione, furono ridistribuite a membri di questa famiglia marchionale, che le governano e le abbellirono. La ristrutturazione urbanistica di Bozzolo risale a Vespasiano Gonzaga, che incominciò a occuparsene dopo aver completato la costruzione di Sabbioneta, a partire dal 1577. Nel 1584 chiuse la Cittadella con portoni e nel 1587 rinnovò completamente la possente cinta fortificata del castello, dandole la forma di un trapezio difeso da sei baluardi muniti di fossati. I muraglioni furono sostituiti da terrapieni per consentire di resistere all’artiglieria. Nella prima metà del XVII secolo, Giulio Cesare e Scipione Gonzaga cinsero l’intero abitato di mura, munite di bastioni e lunette e interrotte da due porte, Porta Cremona e Porta Mantova. Le mura furono costruite alla moderna, provviste di un retrostante terrapieno, con mattoni provenienti dalle fornaci della zona e materiali ricavati dalla demolizione delle fortificazioni dei borghi del principato. Si tratta di mura solo apparentemente solide. Furono, infatti, costruite usando, come legante, la terra e ciò rese instabili soprattutto i tratti di cortina innalzati sui terreni umidi nella parte nord est. Ciò le ha rese da sempre fragili e soggette a forte degrado dovuto all’azione degli agenti atmosferici e della vegetazione spontanea. Fra il XVIII e la prima metà del XIX secolo si ha una ricca documentazione relativa ai costanti interventi di restauro, ripristino e rifacimento delle parti di cortina e baluardi degradati. Tuttavia, il castello, un baluardo maestoso simile a una cittadella fortificata pentagonale, venne venduto a privati e demolito già nella prima metà del XX secolo, in quanto considerato inutile, dannoso, fonte di spese per la comunità, ostacolo all’espansione economica del borgo: via via si procedette all’abbattimento di vari tratti verso sud e ovest fino al settimo decennio del secolo (solo trent’anni fa!), quando, paradossalmente, nel 1972 circa, l’Istituto Italiano dei Castelli ne restaurò un breve tratto presso porta San Martino o Porta Mantova. Le mura si estendono per 900 metri : 800 sul lato est della città e un altro centinaio sul lato ovest nei pressi dell' ex Porta Cremona. Il complesso murario è in fase di recupero. Altri link consigliati: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede-complete/MN360-00169/, http://www.youtube.com/watch?v=Qqss088SZxQ (video), http://www.youtube.com/watch?v=b2UUWVLAEFg (video)
Foto: da www.mondimedievali.net e da http://www.lombardiabeniculturali.it

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