mercoledì 15 ottobre 2014

Il castello di mercoledì 15 ottobre






MONESIGLIO (CN) - Castello dei Conti Caldera (di Mimmo Ciurlia)

Posto lungo il corso del fiume Bormida, al crocevia tra le terre di Langa, Roero e Monferrato si erge al sommo del poggio che domina l'abitato. Monesiglio è un importante paese dell'Alta Langa posto quasi esattamente a mezza strada tra Alba e Savona, cioè lungo la principale strada di comunicazione tra il Piemonte occidentale e il mare. Circa l'origine del suo castello, le notizie sono piuttosto controverse; alcuni storici fanno risalire la sua costruzione addirittura al Marchese Aleramo (anno 967), altri alla famiglia Caldera, nel 1221, che ne fu proprietaria sino al 1736 quando, portato in dote da Olimpia Elisabetta Caldera sposa di Alessandro Saluzzo, passò ai Marchesi Saluzzo di Monesiglio e Valgrana, anche se il castello è attestato già nel 1142, nell'ambito del territorio di Clavesana, affidato ad Ugo, uno dei figli di Bonifacio del Vasto. Estintisi i Saluzzo, troviamo come proprietari nel 1865 gli Aglié che lo trasformarono in residenza signorile e a seguire, nel 1882, il marchese Giulio d'Auriel. Nel 1945 fu infine acquistato dal Beneficio parrocchiale. Don Adolfo Sciandra, in modo particolare, riportò la costruzione alle sue antiche caratteristiche di abitazione signorile con pregi artistici. In tema di restauri c'è da ricordare l'interessante scoperta di un restauratore torinese che, nel 1940, rimuovendo l'intonaco dei muri della cappella, portò alla luce gli affreschi di gusto raffinato con figure del secolo XVI, attribuiti ad Antonio Occello, pittore originario di Ceva. Inizialmente il castello ebbe una funzione difensiva e presenta una pianta rettangolare su cui domina il poderoso mastio quadrato affiancato da una torre più bassa con feritoie, finestre strette allungate che costituivano le uniche aperture del castello. A questa struttura iniziale venne affiancata una costruzione allungata a forma di "L", in cui venne inclusa l'antica parrocchiale di S. Andrea. La torre centrale è coronata da merli a "coda di rondine" discretamente conservati. Venute meno le esigenze difensive, il castello venne trasformato in dimora residenziale senza alterarne la pianta. Nel XVIII secolo, per uniformare la facciata vennero aggiunti gli archi a sesto acuto attorno ai portali d'ingresso e le persiane che dovevano servire ad occultare le vecchie feritole. La struttura originaria del castello è oggi, quindi, difficilmente leggibile. Il piano nobile del castello ospita l’Armeria e il “Salone delle Feste”, mentre la “Sala rossa” e la “Sala degli Stemmi” nobiliari, recentemente riportata agli splendori originali, sono visitabili al secondo piano.



Foto: di Naldina47 su http://rete.comuni-italiani.it e da www.castelliaperti.it

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