MONESIGLIO (CN) - Castello dei Conti Caldera (di Mimmo
Ciurlia)
Posto lungo il corso del fiume Bormida, al crocevia tra le
terre di Langa, Roero e Monferrato si erge al sommo del poggio che domina
l'abitato. Monesiglio è un importante paese dell'Alta Langa posto quasi
esattamente a mezza strada tra Alba e Savona, cioè lungo la principale strada
di comunicazione tra il Piemonte occidentale e il mare. Circa l'origine del suo
castello, le notizie sono piuttosto controverse; alcuni storici fanno risalire
la sua costruzione addirittura al Marchese Aleramo (anno 967), altri alla
famiglia Caldera, nel 1221, che ne fu proprietaria sino al 1736 quando, portato
in dote da Olimpia Elisabetta Caldera sposa di Alessandro Saluzzo, passò ai
Marchesi Saluzzo di Monesiglio e Valgrana, anche se il castello è attestato già
nel 1142, nell'ambito del territorio di Clavesana, affidato ad Ugo, uno dei
figli di Bonifacio del Vasto. Estintisi i Saluzzo, troviamo come proprietari
nel 1865 gli Aglié che lo trasformarono in residenza signorile e a seguire, nel
1882, il marchese Giulio d'Auriel. Nel 1945 fu infine acquistato dal Beneficio
parrocchiale. Don Adolfo Sciandra, in modo particolare, riportò la costruzione
alle sue antiche caratteristiche di abitazione signorile con pregi artistici.
In tema di restauri c'è da ricordare l'interessante scoperta di un restauratore
torinese che, nel 1940, rimuovendo l'intonaco dei muri della cappella, portò
alla luce gli affreschi di gusto raffinato con figure del secolo XVI,
attribuiti ad Antonio Occello, pittore originario di Ceva. Inizialmente il castello
ebbe una funzione difensiva e presenta una pianta rettangolare su cui domina il
poderoso mastio quadrato affiancato da una torre più bassa con feritoie, finestre
strette allungate che costituivano le uniche aperture del castello. A questa
struttura iniziale venne affiancata una costruzione allungata a forma di
"L", in cui venne inclusa l'antica parrocchiale di S. Andrea. La
torre centrale è coronata da merli a "coda di rondine" discretamente
conservati. Venute meno le esigenze difensive, il castello venne trasformato in
dimora residenziale senza alterarne la pianta. Nel XVIII secolo, per uniformare
la facciata vennero aggiunti gli archi a sesto acuto attorno ai portali
d'ingresso e le persiane che dovevano servire ad occultare le vecchie feritole.
La struttura originaria del castello è oggi, quindi, difficilmente leggibile. Il
piano nobile del castello ospita l’Armeria e il “Salone delle Feste”, mentre la
“Sala rossa” e la “Sala degli Stemmi” nobiliari, recentemente riportata agli
splendori originali, sono visitabili al secondo piano.
Fonti: http://www.castelliaperti.it/pagine/ita/scheda.lasso?-id=6
http://www.langamedievale.it/monumenti-medievali-langhe/castello-di-monesiglio/
http://www.piemonteitalia.eu/gestoredati/dettaglio/445/beni-architettonici/153/castello-di-monesiglio.html
http://www.piemonteoutdoor.it/web/interessi/cultura-e-dintorni/castelli/item/1011-castellodimonesiglio
http://www.centrostudibeppefenoglio.it/PatrimonioArtistico/architettura_scheda.php?ID=45
http://www.langamedievale.it/monumenti-medievali-langhe/castello-di-monesiglio/
http://www.piemonteitalia.eu/gestoredati/dettaglio/445/beni-architettonici/153/castello-di-monesiglio.html
http://www.piemonteoutdoor.it/web/interessi/cultura-e-dintorni/castelli/item/1011-castellodimonesiglio
http://www.centrostudibeppefenoglio.it/PatrimonioArtistico/architettura_scheda.php?ID=45
Foto: di Naldina47 su http://rete.comuni-italiani.it e da
www.castelliaperti.it
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