venerdì 17 ottobre 2014

Il castello di venerdì 17 ottobre


CHIUSI DELLA VERNA (AR) - Castello Cattani o Del Conte Orlando (di Mimmo Ciurlia)
Su uno sperone roccioso della dorsale appenninica sulla destra del corso del torrente Rassina, là dove il monte della Verna lascia un'apertura fra la valle dell'Arno e quella del Tevere, a dominio dell'abitato di Chiusi della Verna e della valle sottostante, sono oggi visibili i suggestivi ruderi del castello detto 'del conte Orlando Cattani'. L'origine di questo antico maniero risale sicuramente a prima dell'anno 1000. Le prime notizie sono datate il 7 dicembre 967 quando Chiusi, al centro del feudo costituito da questo territorio, fu confermato in un documento dall'imperatore Ottone I sotto il dominio di Goffredo del fu Ildebrando. In data 8 maggio 1213, il conte Orlando Cattani, discendente di Goffredo, donò a San Francesco una parte della sua contea con il Sacro Monte della Verna. Il santo salì per la prima volta alla Verna l'anno successivo, nel 1214, accolto dalla devozione del conte. I figli del Conte, Orlando, Cungio, Bandino, Guglielmo e Francesco, confermarono la donazione del monte con un atto sottoscritto il 9 giugno del 1274. Come ricorda lo stesso documento l'estensione del territorio donato comprendeva tutto il terreno, ricoperto di alberi, con dirupi e prati, che va dalla cima del monte sino alla terra che ne attornia la base tutto intorno. Con un atto emanato il 29 ottobre 1261 Guglielmo degli Ubertini, vescovo di Arezzo, dichiarò decaduti i Cattani facendo il castello tributario del vescovo di Arezzo. Nel 1324 il vescovo Guido Tarlati si impossessò del castello insediandovi il proprio fratello Angelo Tarlato Tarlati e sua moglie la contessa Giovanna di Santa Fiora. I due diedero inizio ai lavori di costruzione della Basilica del Santuario, poi interrotti, ed edificarono la chiesa di San Michele Arcangelo adiacente al castello. Nel 1385 il castello passò alla Repubblica Fiorentina. Secondo fonti attendibili, la Repubblica concesse Chiusi ed altri castelli del contado di Arezzo ai conti Guidi di Bagno, alleati suoi, ai quali poi nel 1404 li ritolse, dopo che detti conti fecero lega con il Duca di Milano, ed insieme con gli Ubertini, presero le armi contro Firenze. Nel 1440 Niccolò Piccinino occupò il castello, dove in seguito vi fu stabilita la sede della Podesteria Fiorentina, poi ampliata con l'annessione di Caprese. Nel 1474 fu podestà a Chiusi, per la Repubblica Fiorentina, Lodovico Buonarroti, padre di Michelangelo. Dai primi anni del Quattrocento ebbe inizio il graduale smantellamento dell'imponente castello di Chiusi, le cui pietre, ben squadrate, vennero reimpiegate nella costruzione di altri edifici. Mariano da Firenze scrive che nell'agosto del 1486 il nobiluomo Domenico Bartoli, fiorentino, per fare il nuovo campanile della Verna, cioè l'attuale, lo murò "tucto dalle pietre arrechate da Chiusi dal palazzo del devotissimo Conte Orlando". Il 19 gennaio 1628 il Granduca concede alla Compagnia dei benefattori di Firenze di servirsi dei sassi della rocca di Chiusi per continuare a costruire l'ospizio femminile della Beccia. Nel 1740 (la data è scolpita in una bozza della terz'ultima fila) il muro del lato sud-ovest della chiesa di Santa Maria degli Angeli fu rivestito con pietre prese dal castello. Segno dello scempio sono le bozze sparse, circa una decina, in cui sono ben visibili i segni della meridiana dell'antico castello. Oltre per la costruzione di questi ambienti le bozze del maniero vennero impiegate anche per la costruzione di case, per l'edificazione della cappellina e del perimetro del veccio cimiterino di chiusi, adiacente alla rocca, e per la costruzione del muro di cinta del camposanto di Chiusi, nel 1898/99. Il complesso, costruito con grossi blocchi di pietra chiara squadrata (diversa dall'abituale pietra bruna degli altri castelli casentinesi), aveva in origine vaste dimensioni, con la forma di quadrilatero irregolare per meglio adattarsi alla roccia, con una torre e il cassero nella parte più elevata. Almeno tre lati del fortilizio sono sufficentemente protetti dall'alto scoglio, del quale sembrano la naturale prosecuzione, a strapiombo sulla vallata. Le mura perimetrali e la porta di accesso con arco a tutto sesto sono ancora in buono stato di conservazione. L'interno, in completo stato di abbandono, aveva un piano terreno adibito a magazzino e stalle, un piano superiore per la famiglia e gli altri abitanti del castello. Vicino sorge l’antica chiesa di San Michele Arcangelo, ad un’unica navata e tetto a capanna, di cui sono state già descritte le origini, accanto alla quale è ubicata l'antica Podesteria, che ha subìto varie trasformazioni nel corso dei secoli. I ruderi del castello sono recintati e l'ingresso può comportare qualche pericolo, soprattutto nell'effettuare il giro delle mura dal lato dello strapiombo.

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