CHIUSI DELLA VERNA (AR) - Castello Cattani o Del Conte Orlando (di Mimmo Ciurlia)
Su uno sperone roccioso della dorsale appenninica sulla destra
del corso del torrente Rassina, là dove il monte della Verna lascia
un'apertura fra la valle dell'Arno e quella del Tevere, a dominio
dell'abitato di Chiusi della Verna e della valle sottostante, sono oggi
visibili i suggestivi ruderi del castello detto 'del conte Orlando
Cattani'. L'origine di questo antico maniero risale sicuramente a prima dell'anno 1000. Le
prime notizie sono datate il 7 dicembre 967 quando Chiusi, al centro del
feudo costituito da questo territorio, fu confermato in un documento
dall'imperatore Ottone I sotto il dominio di Goffredo del fu Ildebrando.
In data 8 maggio 1213, il conte Orlando Cattani, discendente di
Goffredo, donò a San Francesco una parte della sua contea con il Sacro
Monte della Verna. Il santo salì per la prima volta alla Verna l'anno
successivo, nel 1214, accolto dalla devozione del conte. I figli del
Conte, Orlando, Cungio, Bandino,
Guglielmo e Francesco, confermarono la donazione del monte con un atto
sottoscritto il 9 giugno del 1274. Come ricorda lo stesso documento
l'estensione del territorio donato comprendeva tutto il terreno, ricoperto
di alberi, con dirupi e prati, che va dalla cima del monte sino alla
terra che ne attornia la base tutto intorno. Con un atto emanato il
29 ottobre 1261 Guglielmo degli Ubertini, vescovo di Arezzo, dichiarò
decaduti i Cattani facendo il castello tributario del vescovo di
Arezzo. Nel 1324 il vescovo Guido Tarlati si impossessò del castello
insediandovi il proprio fratello Angelo Tarlato Tarlati e sua moglie la
contessa Giovanna di Santa Fiora. I due diedero inizio ai lavori di
costruzione della Basilica del Santuario, poi interrotti, ed edificarono
la chiesa di San Michele Arcangelo adiacente al castello. Nel 1385 il
castello passò alla Repubblica Fiorentina. Secondo fonti attendibili,
la Repubblica concesse Chiusi ed altri castelli del contado
di Arezzo ai conti Guidi di Bagno, alleati suoi, ai quali poi nel 1404
li ritolse, dopo che detti conti fecero lega con il Duca di Milano, ed
insieme con gli Ubertini, presero le armi contro Firenze. Nel 1440
Niccolò Piccinino occupò il castello, dove in seguito vi fu stabilita la
sede della Podesteria Fiorentina, poi ampliata con l'annessione di
Caprese. Nel 1474 fu podestà a Chiusi, per la Repubblica Fiorentina,
Lodovico Buonarroti, padre di Michelangelo. Dai primi anni del Quattrocento ebbe inizio il graduale smantellamento dell'imponente
castello di Chiusi, le cui pietre, ben squadrate, vennero reimpiegate
nella costruzione di altri edifici. Mariano da Firenze scrive che
nell'agosto del 1486 il nobiluomo Domenico Bartoli, fiorentino, per fare
il nuovo campanile della Verna, cioè l'attuale, lo murò "tucto dalle
pietre arrechate da Chiusi dal palazzo del devotissimo Conte Orlando". Il
19 gennaio 1628 il Granduca concede alla
Compagnia dei benefattori di Firenze di servirsi dei sassi della rocca
di Chiusi per continuare a costruire l'ospizio femminile della Beccia. Nel
1740 (la data è scolpita in una bozza della terz'ultima fila) il muro
del lato sud-ovest della chiesa di Santa Maria degli Angeli fu rivestito
con pietre prese dal castello. Segno dello scempio sono le bozze
sparse, circa una decina, in cui sono ben visibili i segni della
meridiana dell'antico castello. Oltre per la costruzione di questi
ambienti le bozze del maniero vennero impiegate anche per la
costruzione di case, per l'edificazione della cappellina e del perimetro
del veccio cimiterino di chiusi, adiacente alla rocca, e per la
costruzione del muro di cinta del camposanto di Chiusi, nel 1898/99. Il
complesso, costruito con grossi blocchi di pietra chiara squadrata
(diversa dall'abituale pietra bruna degli altri castelli casentinesi),
aveva in origine vaste dimensioni, con la forma di quadrilatero
irregolare per
meglio adattarsi alla roccia, con una torre e il cassero nella parte più
elevata. Almeno tre lati del fortilizio sono sufficentemente protetti
dall'alto scoglio, del quale sembrano la naturale prosecuzione, a
strapiombo sulla vallata. Le mura perimetrali e la porta di accesso con
arco a tutto sesto sono ancora in buono stato di conservazione.
L'interno, in completo stato di abbandono, aveva un piano terreno
adibito a magazzino e stalle, un piano superiore per la famiglia e gli
altri abitanti del castello. Vicino sorge l’antica chiesa di San Michele
Arcangelo, ad un’unica navata e tetto a capanna, di cui sono state già descritte le origini, accanto alla quale è ubicata
l'antica Podesteria, che ha subìto varie trasformazioni nel corso dei
secoli. I ruderi del castello sono recintati e l'ingresso può comportare
qualche pericolo, soprattutto nell'effettuare il giro delle mura dal
lato dello strapiombo.
Fonti: http://www.chiusidellaverna.info/il-castello-cattani.html
http://www.castellitoscani.com/italian/chiusi_verna.htm
http://www.toscanaeturismo.it/info_toscana/cattani_e_gressa-206.html
http://www.ruderimedievali.altervista.org/castello_cattani.html
http://www.castellitoscani.com/italian/chiusi_verna.htm
http://www.toscanaeturismo.it/info_toscana/cattani_e_gressa-206.html
http://www.ruderimedievali.altervista.org/castello_cattani.html
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