sabato 15 aprile 2017

Il castello di sabato 15 aprile






VILLA SANTO STEFANO (FR) – Torre (o Porta) di Re Metabo

Nell'antichità la comunità di Santo Stefano in Valle (suo primitivo nome) includeva genti rurali volsche e latine e popolazioni che in epoca imperiale, fuggendo da Roma, cercava un rifugio in quei territori. La primitiva città non era cinta di mura, si trovava in piano (a valle) e solo dopo le incursioni saracene gli abitanti furono costretti a cercare scampo nei monti adiacenti e a porsi sotto la protezione dei Conti di Ceccano. Questi fortificarono il "Castrum S. Stephani" con un robusto Torrione circolare (XII sec.) e una cinta muraria. La Rocca Ceccanese occupava allora l'area del fabbricato oggi conosciuto come "Palazzo del Marchese" di cui restano alcuni spezzoni di mura, oltre il citato Torrione, meglio noto come Torre di "re Metabo", mitico re volsco. Il Centro, cui si accede da una porta medievale, occupa un'area molto limitata con viuzze strette e ripide. Caratteristici gli archi in muratura che uniscono gli edifici ai due lati delle strade. Il feudo venne venduto, nel 1425, ai signori Antonio, Prospero ed Odoardo Colonna. I Colonna furono i baroni di S.Stefano, con le alterne note vicende, fino al 1816, anno in cui rinunciarono a tutti i loro feudi. Di origine medievale la Porta venne ristrutturata nel Quattrocento e nel suo complesso prese alloggio il castellano con i suoi armigeri, con i quartieri di guardia nella torre e le prigioni dalle finestre ad inferriata che si affacciano ancor oggi sotto la Loggia. La torre della Porta, popolarmente detta di Metabo da un’iscrizione che un letterato del paese vi fece mettere nell’Ottocento in commemorazione della vicenda virgiliana dell’Eneide (che narra la vicenda del re Metabo e di sua figlia Camilla), fino agli anni Venti sorgeva più alta del presente e diroccata; nella finestra di mezzo si riconoscevano le linee di una bifora ed in basso, al limite della scarpa, si aprivano feritoie ad archibugio praticatevi probabilmente al tempo dei briganti. Da questa torre le mura riprendevano la discesa, prima lungo una striscia d’orto al margine del fossato, poi sul ciglio della roccia tufacea cingendo la parte più antica del paese per raccordarsi alla Portella. Altri link suggeriti: http://lazionauta.it/2015/08/villa-santo-stefano/, http://www.aironeinforma.it/villa_santo_stefano.html



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