sabato 21 ottobre 2017

Il castello di sabato 21 ottobre



COLLESANO (PA) – Castello normanno

Dopo la conquista normanna, sotto il nome di Golisano, Collesano divenne centro di un vasto feudo esteso tra il torrente Roccella e l'interno delle Madonie, inizialmente concesso a Rainolfo, nipote del gran conte Ruggero. Per volere di Ruggero II re di Sicilia il centro fortificato venne distrutto e ricostruito nel sito attuale, e dato in feudo ad Adelicia di Adernò, nipote del re (1140), ricordata nei documenti di eta normanna anche come Adelicia de' Golisano. La località è inoltre citata nel “Libro di Ruggero” del geografo arabo Idrisi, che lo descrive come un centro fortificato posto in altura, distrutto da Ruggero II. Il geografo scrive: "rocca sopra un colle scosceso ed elevato poggio, abbonda d'acque ed ha molte terre da seminare, alle quali sovrasta un alto e superbo monte; una volta sorgeavi un castello fortissimo e difendevolissimo [ne' cui dintorni poteano pascolare] pecore e buoi; ma il ridottato re Ruggiero ha fatto diroccare il castello e tramutar l'abitato nel sito dove è oggi". Dal XIII secolo fu in possesso della famiglia Siracusa. Dopo il matrimonio di Berardo Siracusa, signore di Collesano, con Hilaria Ventimiglia, figlia del primo conte di Geraci, Collesano venne incorporata nel territorio della contea e divenne centro del potere dei Ventimiglia sulle Madonie. Appartenne nel tempo anche alle famiglie dei Centelles, dei Cardona, degli Aragona, dei Moncada e infine dei Ferrandina di Toledo, ultimi feudatari a detenere in centro prima dell'abolizione della feudalità in Sicilia (1812). Edificato probabilmente in età normanna (per opera della Contessa Adelasia, intorno ai primi decenni del 1100, quando il Re Ruggero II fece distruggere il sito sul Monte d’Oro - Qal-at as-sirat =Rocca dello strada - a causa dei contrasti con il cognato Rainolfo) il castello si trova oggi in stato di rudere. Presenta uno schema a pianta quadrangolare con un'ampia corte interna, inglobata entro quattro torri angolari e mura spesse fino a due metri. Di esse rimane soltanto la torre di nord-est, posta accanto all'attuale ingresso e parzialmente inglobata in strutture di età moderna. Il primo documento che menziona il castello risale al 1194: si tratta del privilegio col quale l’ultimo re normanno Guglielmo III lo cede all’Arcivescovo Bartolomeo di Palermo. Il documento ricordato è la testimonianza del disfacimento della dinastia Normanna. Dal XIII secolo il castello passò nelle mani dei Cicala di Alife. Con gli Angioini pervenne ai De Monfort, e poi a Giovanni de Bullasio. Al nascere della nuova Contea di Collesano, successiva ai Vespri Siciliani, per quasi tutto il ‘300, il Castello e la terra furono in mano a Francesco ed Antonio Ventimiglia. In seguito nel ‘400, dopo Antonio Centelles, tutta la contea passò ai Cardona e successivamente ai Moncada fino a tutto il’600, dove raggiunse probabilmente l’apice dello splendore architettonico, e una delle sale più ampie venne addirittura trasformata in teatro per delle rappresentazioni, spesso a carattere religioso, messe in scena dalla locale Accademia degli Offuscati. Il terremoto dell'11 gennaio 1693 rese inagibile il Castello che non fu più riparabile da una nobiltà in declino e indebitata. Dopo essere stato ancora abitato nel ‘700 (fu possesso dei Duchi di Ferrandina e, nell' 800, degli Alvarez de Toledo), fu utilizzato come carcere cittadino fino al 1819, quando un altro terremoto rese la struttura del tutto inagibile e quindi abbandonata. A partire dalla seconda metà dell'800, sulle mura del castello vennero addossate alcune costruzioni di civile abitazione, che andarono trasformando progressivamente la struttura in caseggiato urbano. Intorno ad esso sorse il primo quartiere di Collesano: Bagherino. Soltanto nella tela della “Sacra Famiglia”di autore ignoto, datata 1688, si può ammirare l’immagine del Castello ancora intatto e il paese di Collesano nella conformazione urbanistica e architettonica di fine ‘600. La tela, che si trovava originariamente nella chiesa del Collegio, è stata recentemente trasferita nella Basilica di San Pietro. Altri link per approfondire: http://www.icastelli.it/it/sicilia/palermo/collesano/castello-di-collesano, https://www.vivasicilia.com/itinerari-viaggi-vacanze-sicilia/castelli-in-sicilia/castello-medievale-collesano.html.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Collesano, http://www.comune.collesano.pa.it/luoghi-di-interesse-a-collesano/castello-medievale.html,

Foto: la prima è presa da http://www.cefalumadoniehimera.it/wp-content/uploads/uploads/1445267501Castello_Collesano.jpg, la seconda è presa da http://www.icastelli.it/uploaded/castelli/1378822586.jpg

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