martedì 6 giugno 2023

Il castello di martedì 6 giugno



BORGO A MOZZANO (LU) - Torre e Rocca Castracani in frazione Diecimo

Fra l’XI e il XII secolo a Diecimo, sorse uno dei più grandi castelli della valle del Serchio che, nel Placito della Contessa Matilde di Canossa, del 1078, viene descritto, con un’ampia cinta muraria, difesa da torri, con delle Porte, protette da ponti levatoi e con un grande fossato (la Pedogna,) roccaforte che al suo interno racchiudeva, gli edifici della curia, le case della comunità e una piccola rocca vescovile (eretta fra Zandori e la Pieve). Dimensioni rilevanti per l’epoca, ma anche per quelle precedenti. Visto che Matilde di Canossa in quell’anno ristrutturò un castello già esistente, in questo caso, non è da escludere una prima fortificazione, eretta a difesa del “Pagus” romano, al tempo delle invasioni gotiche, un insediamento di quell’importanza (una piccola Curtis, simile a quella di Bonifacio in Vivinaia), sicuramente doveva essere fortificato, comunque, le prime notizie del castello, le troviamo in un documento del 1033, nel quale Ingizio di Hoficia, vende la sua parte del castello di Diecimo, locato in colle Pastino, a Oddo del fu Griffo, mentre la località di Pastino, dove sorse il castello, viene già citata in una pergamena del 901. Il castello venne edificato nella parte più alta dell’attuale Pastino (detta Colle Pastino), vicino probabilmente al ponte sulla Pedogna, costruito sulla strada diretta a Pescaglia, naturalmente al di là del torrente (riva sinistra), dato che dopo il Mille, vengono nominati dei ponti levatoi e un grande fossato (il letto della Pedogna e forse anche un canale artificiale, alimentato dallo stesso torrente, realizzato lungo le mura). Di questo castello, oggi si sono perse le tracce, probabilmente l’esistenza della Jura, dalla metà del XIV secolo, ha salvato il paese, dalle dispute scoppiate in tutta la lucchesia, fra i lucchesi, pisani e fiorentini, la protezione della Santa Sede, mise al sicuro questa Terra che nessuna armata, osò mai sfidare apertamente, lo stesso mercenario Fortebraccio, il più spietato, venuto in lucchesia alla caduta della Signoria di Paolo Guinigi (1430) e al soldo dei fiorentini, si guardò bene dal toccare questo feudo vescovile, l’unico ad infischiarsene, fu Castruccio Castracane che nella sua breve Signoria, annesse la Jura alla Repubblica, rafforzando il castello e costruendo una nuova rocca lungo le pendici del Bargiglio, a levante di Diecimo. Dopo la ristrutturazione di Castruccio, il castello non subì altri interventi ma, col passare dei secoli, persa l’importanza strategica (la politica difese il borgo), iniziò a decadere. Alcune sue parti furono inglobate nei nuovi edifici o riconvertite ad uso civile, altre andarono completamente distrutte e, forse, anche utilizzate come materiale edile, per le nuove costruzioni civili. Oggi le uniche vestigia rimaste sono alcuni ruderi della nuova rocca di Castruccio e una vecchia torre, presente in piazza e attribuita a Matilde. La torre di Castruccio Castracani è una della molte che il condottiero lucchese lasciò dietro al suo passaggio nel tentativo di rendere Lucca città egemone della Toscana trecentesca. Nel 2017 è stata ripulita da erbacce e detrici che nel corso del tempo si erano accumulati, inoltre le pietre che la compongono sono state pulite e quelle che si erano mosse sono state sostituite. Sono anche state poste delle reti di protezione per evitare l’accesso dei piccioni al monumento. L’intervento importante dal punto di vista conservativo è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e diretto dal municipio della Mediavalle. Castruccio Castracani, una volta annessa la Jura di Diecimo, per ottenere il massimo controllo della valle del Serchio, decise di rafforzare il castello di Diecimo e di costruire una nuova rocca, molto più in alto, in località detta ancora oggi “Castello”, sopra un piccolo sperone roccioso delle pendici del Monte Bargiglio, in uno dei tratti più impervi, della via romana Clodia Nova o di una sua variante che transitava poco più in basso, unendo Diecimo con Cune. Un punto strategico che pochi uomini erano in grado di difendere, sbarrando la strada ad eventuali bande armate, provenienti da nord, per evitare così eventuali colpi di mano su Lucca, ma nello stesso tempo la rocca gli serviva anche per controllare ciò che avveniva a Diecimo, la roccaforte di quella Jura, che non aveva ancora digerito l'annessione alla Repubblica di Lucca e che sicuramente stava tramando qualcosa per liberarsi. La nuova rocca di Castruccio, nonostante le sue modeste dimensioni, venne costruita con accuratezza, progettata solo per la guerra, una torre ricoprì il ruolo di mastio e un rivellino (muro di difesa), fu messo a sua difesa e per favorire il contrattacco. Furono aperte nel rivellino, due sortite ben fortificate da cui si usciva facilmente ma, nello stesso tempo, era molto dura entrarvi. Pochi uomini erano in grado di bloccare la strada e di resistere fino all’arrivo dei rinforzi. Possiamo ammirare i ruderi della rocca in questo video con riprese aeree (di Castelli & Rovine): https://www.youtube.com/watch?v=YKmhkjrlTsU

Fonti: https://www.serchioindiretta.it/senza-categoria/2017/07/01/la-torre-di-diecimo-torna-al-suo-antico-splendore/83637/, http://www.contadolucchese.it/Borgo_a_Mozzano_11.html,

Foto: la prima (relativa alla torre) è presa da http://rocchevalledelserchio.it/it/cultura-e-territorio/borgo-mozzano/pieve-di-s-maria-assunta-diecimo/, la seconda (relativa alla rocca) è presa da http://www.contadolucchese.it/pagina%20Borgo%20a%20Mozzano/Diecimo/rocca%20castruccio/rocca_castruccio_1.JPG

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