lunedì 7 luglio 2014

Il castello di lunedì 7 luglio






MONTIGNOSO (MS) – Castello Aghinolfi

E' situato sopra il paese di Montignoso, cinque chilometri a sud della città di Massa. Dal nome del castello si può dedurre la sua chiara origine longobarda ed è infatti dimostrato che la zona in cui si trova appartenesse in passato a tale corona. Si hanno notizie del castello sin dal 753 quando Astolfo, re longobardo, donò un appezzamento di terreno nella zona ad un suo cognato, l'abate fondatore dell'abbazia di Nonantola presso Modena. Non è certo che la sua fondazione sia stata effettuata dal re in persona o da un suo feudatario. Il nome longobardo Aghinolfo (al genitivo Aghinolfi) è equivalente ed usato indifferentemente rispetto ad Agilulfo, che era per l'appunto il Duca di Torino e secondo marito di Teodolinda (15 maggio 589). Il nome Agilulfo (pron. aghilulf) deriva, a sua volta, dalle antiche radici longobarde agil/agin = terrore e wulf = lupo. La notevole importanza di questo castello è dovuta alla sua posizione strategica, infatti dall'alto del maniero si ha una vista sulla intera costa tirrenica del Mar Ligure che nelle giornate normali spazia dal Golfo della Spezia a Livorno, mentre in occasioni di visibilità tersa e limpida consente di vedere in lontananza persino le alture della Alpi Marittime (Des Alpes in Francia e Besimauda (Bisalta), Marguereis e Mondolè in provincia di Cuneo; inoltre anticamente controllava la sottostante via Francigena. Il castello costituiva rifugio per gran parte degli abitanti della zona ed era infatti il più importante della vallata. L'edificio rimase fin al 1376 ai discendenti di Aghinolfo. In quell'anno infatti le lotte tra Lucca e Pisa furono all'apice dell'intensità ed il castello passò alla Repubblica Lucchese sotto la quale vennero eseguite le riparazioni e migliorie necessarie per renderlo un forte avamposto contro le bande di ventura e i nemici esterni che infestavano l'area. Grazie agli scritti di Giovanni Sforza, storico del secolo scorso, abbiamo dati certi dell'aspetto del castello nel 1494, quando venne ceduto a Carlo VIII di Francia, era sovrastata da due alte torri chiamate torre di San Paolino e torre di San Francesco ed i suoi tre recinti murari si estendevano per circa un ettaro. Nel primo recinto vi erano 43 edifici usati come rifugio dagli abitanti o come magazzini, nel secondo, al quale si accedeva solo tramite un ponte levatoio, vi erano altre 87 case mentre nell'ultimo recinto, in cima al colle, c'era il castello vero e proprio. Quest'ultimo era costituito da un grande mastio ottagonale collegato ad una torre a base circolare da alcune cortine murarie. Nella fortezza vi era anche un mulino, una grande cisterna per raccogliere l'acqua piovana ed un passaggio segreto per permettere, in caso di pericolo, di scappare. Non risulta che la possente fortificazione sia mai stata espugnata, ma la mancanza di lavori di mantenimento e l'abbandono l'hanno ridotta in uno pessimo stato. Il castello fu abbandonato dopo il 1799 dalla Repubblica di Lucca in seguito all'invasione Giacobina e gli abitanti della zona iniziarono a rubarvi travi, mattoni, finestre, porte e quant'altro si poteva prendere provocando vari danni a quest'ultimo. Qualche tempo dopo il nuovo signore di Lucca, Carlo Ludovico di Borbone, acquistò il castello con l'intenzione di ristrutturarlo, ma il suo progetto non fu mai messo in opera. Oggi Altro pesante e grave avvenimento nella vita del maniero fu, al tempo di Elisa Baiocchi, Principessa di Lucca e sorella dell'Imperatore Napoleone Bonaparte, la costruzione delle "cateratte" al Cinquale. Queste costruzioni vennero fatte dal 1808 al 1812 per cercare di eliminare le febbri malariche che da secoli mietevano numerose vittime nella piana di Montignoso. Per i materiali da usare per queste costruzioni la Principessa diede disposizioni che gran parte dell'occorrente fosse preso dalle abitazioni che si trovavano all'interno delle varie mura circostanti al castello e trasportato fino al Cinquale. Il castello ebbe notevole importanza anche durante la seconda guerra mondiale quando le truppe naziste se ne impadronirono e ne fecero un caposaldo della linea gotica tirrenica, provocandone di fatto la quasi totale distruzione a causa dei bombardamenti alleati. Fino al 1997 è rimasto abbandonato ed è stato facilmente sovrastato dalla vegetazione. Dall'autunno del 1998 è iniziata un'importante opera di recupero. Il 1 Aprile 2001 il Castello è stato finalmente riconsegnato alla comunità locale e ai visitatori dopo un restauro del Comune di Montignoso con un progetto affidato agli architetti Nicola Gallo, Antonio Silvestri e Andrea Tenerini. All'interno, un pavimento in vetro mostra al vero la stratigrafia delle pavimentazioni antiche e degli oggetti ivi rinvenuti. Per l'occasione è stata realizzata anche un'installazione multimediale permanente che, all'interno del mastio restaurato, spiega le fasi evolutive del castello mediante ricostruzioni virtuali animate al computer. Nel complesso fortificato si distingue per bellezza ed accuratezza un mastio ottagonale che sorge sul punto più elevato del colle e che è facilmente riconoscibile fin da fondovalle. La forma poligonale e la particolare tipologia di fondazione della struttura la fanno assegnare ai primi secoli del basso medioevo. Si tratta probabilmente dell'elemento più antico dell'intero complesso. Altre peculiarità, quali l'ampiezza degli spazi interni e le mura a bande orizzontali bicromatiche, fanno pensare anche ad una funzione residenziale. Il suo interno è contraddistinto dalla presenza di una torre circolare che svettando ben oltre la sua altezza svolge, oltre a quella strutturale, anche la funzione di torre di avvistamento. Si può far risalire l'aspetto architettonico alla fine del XVI secolo: un'ampia cinta muraria provvista di torri di fiancheggiamento racchiude due spazi posti a quote diverse. Nello spazio più in alto vi è la piazza d'armi, contraddistinta dal torrione ottagonale e da un baluardo circolare (baluardo di San Paolino - XV secolo). La cinta più esterna racchiude uno spazio più ampio occupato, secondo fonti del XVI secolo, da numerose abitazioni, oggi quasi totalmente scomparse. Nel 2008 sono terminati gli ultimi lavori di restauro che hanno reso fruibile il Parco Archeologico all’ interno della cinta muraria esterna del castello, alta circa 6 metri con una lunghezza di 450. Tali lavori hanno permesso anche la ricostruzione delle sette torri cilindriche che caratterizzavano il circuito murario, del bastione poligonale posto a guardia dell'ingresso e del baluardo rettangolare con camminamento pensile. In questo modo è stato creato uno straordinario parco interno, dominato dalla macchia mediterranea e percorribile attraverso un articolato camminamento storico: il cammino di ronda, caratterizzato da una impareggiabile veduta panoramica. Tra le 1000 Meraviglie Italiane, ossia tra i siti paesaggistico/culturali e le manifestazioni della tradizione popolare di maggior pregio della penisola, ora spicca anche il Castello Aghinolfi, pregevole struttura storica del territorio montignosino che risulta essere uno dei più antichi dell’Italia Centrale. Il riconoscimento, istituito in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia dal Forum Nazionale dei Giovani con il patrocinio della Camera dei Deputati, dei Ministeri dei Beni Culturali, della Gioventù e del Turismo, è stato consegnato al Comune di Montignoso nel corso di una cerimonia svoltasi nell'aprile 2012 a Siena presso Palazzo Patrizi. Altri link consigliati: http://www.icastelli.it/castle-1238148675-castello_aghinolfi_di_montignoso-it.php, http://www.studioarx.it/massalunense/aghinolfi/index.html, http://www.istitutovalorizzazionecastelli.it/cast01.html, video di Alessandro: http://www.youtube.com/watch?v=U5zHZHTE1Aw



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