martedì 1 luglio 2014

Il castello di martedì 1 luglio






GIARDINI NAXOS (ME) - Castello di Schisò

Si affaccia sulla baia di Giardini Naxos, ed è stato costruito a cavallo tra il XIII e il XIV secolo. Edificato su uno sperone roccioso formato da una colata lavica di età preistorica, il nome Schisò deriva dalla parola araba Al Qusus che significa seno o torace e identifica le due formazioni vulcaniche sulle quali poggiano le fondamenta visibili sul prospetto anteriore. Delle primitive torri cilindriche d'avvistamento ne restano due a scarpata, che permettono di ipotizzare un complesso militare quadrangolare fortificato di tipo angioino con quattro torri circolari collegate fra loro da alte mura. Fu rimaneggiato e ricostruito nel XVI secolo con una torre di avvistamento idonea a sorvegliare Capo Schisò, la baia compresa fino a Capotaormina a nord e il golfo di Riposto a sud, a difesa delle incursioni dei pirati guidati dal corsaro turco Khayr al-Din Barbarossa. Il Castello, appartenente alla Corona Spagnola, svolgeva un’azione di controllo sul porto e sulla baia, insieme alla Torre Vignazza ed al Basso Torrione. Sul lungomare si affaccia la parte nobile e residenziale del complesso, all'interno del quale venne installata l'attrezzatura per la raffinazione e distillazione dei prodotti della canna da zucchero; la produzione di questa coltura era un'attività lucrativa sorta intorno al XVI secolo e introdotta dagli spagnoli in Sicilia. Tale utilizzo dell'edificio continuò fino al 1800 quando divenne una fabbrica di derivati agrumari. Il castello venne rinnovato nel tardo XIX secolo con l'aggiunta di balconi sulla facciata che prospettava sul lungomare, secondo una tipologia adottata per i palazzi di civile abitazione. Il primo proprietario nel 1582 fu don Cesare Statella nobile della città di Catania. La proprietà passò in seguito alla nobile famiglia dei De Spucches (Marchesi di Schisò e Gaggi, i quali ospitarono, per circa tre giorni del settembre 1713, il sovrano Vittorio Amedeo II di Savoia), a Giovanni Conti facoltoso cittadino di Messina (metà 1800), alla casata dei Lombardo Alonço (fino al 1900) e nel XX secolo l'edificio passò alla famiglia dei Paladino attuali proprietari. L'aggregato ingloba una chiesetta esistente al tempo del normanno Gran Conte Ruggero dedicata a San Pantaleone, utilizzata dai contadini e pescatori di Schisò prima che sorgessero edifici di culto più recenti. Si tratta di una antica dipendenza del Monastero di Santa Maria di Gala ubicato nell'odierna Barcellona Pozzo di Gotto e data in concessione ai monaci Basiliani di rito greco dalla reggente Adelasia del Vasto nel 1104 - 1105. Proprietà, diritti e concessioni furono riconfermati con Regio Privilegio dal figlio Ruggero II di Sicilia, comprensivo dell'esercizio del diritto di pesca nelle acque della riviera di Taormina. Il castello è attualmente disabitato e versa in stato di abbandono. Si mira ad un graduale recupero dell'edificio storico pertanto la regione Sicilia ha inserito il Castello di Schisò nel complesso del parco archeologico comprendente il Museo e l'area archeologica di Giardini Naxos. L’edificio fortificato consiste in una torre, attualmente inglobata all’interno di un grande edificio residenziale abbandonato, le cui fattezze ottocentesche potrebbero inglobare un’antica fortezza, della quale la citata torre parrebbe, ormai, l’unico elemento in vista. L’edificio turrito possiede forma quadrata di otto metri per lato, cantonali rinforzati da conci squadrati, muratura composta in media da pietrame vario non squadrato legato da malta. Si consideri, comunque, che un vecchio intonaco ricopre buona parte della tessitura muraria, rendendo in tal maniera impossibile un esame completo della tecnica edilizia. Inoltre l’edificio si presenta coronato da beccatelli sagomati in basalto, la cui esistenza su tutti e quattro i lati potrebbe indicare l’originaria presenza di un camminamento impostato su assi lignei. Lungo i lati rivolti a nord-est e sud-ovest la torre possiede due finestre, che per posizione e stile parrebbero non facenti parte dell’impianto originario. Entrambe le aperture hanno una cornice in pietra lavica, nella parte alta impreziosita da semplice sagomatura. Le finestre della torre Schisò sono, per fattezze, simili al piccolo ingresso della torre della Vignazza, esistente non lontano dagli scavi dell’antica Naxos, nei pressi di contrada Recanati. Anche in questo caso l’ingresso, nella sua porzione alta, è impreziosito da una semplice sagomatura ricavata dalla pietra lavica.
Fonti: http://it.wikipedia.org, http://www.areadellostretto.it, testo di Giuseppe Tropea su http://www.medioevosicilia.eu/markIII/castello-di-giardini-naxos (visitate il link per approfondire ancora le notizie storiche sul castello), http://www.messinaweb.eu/territorio/i-castelli/item/651-il-castello-di-giardini-naxos.html, testo di Giuseppe Russo su http://www.intornoamessina.it/articoli/340/il-castello-di-schiso-un-tesoro-abbandonato/,
http://www.giardini-naxos.com/it_castello-di-shiso.html

Foto: da www.medioevosicilia.eu e di Luigi Strano su www.flickr.com

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