sabato 10 gennaio 2015

Il castello di sabato 10 gennaio






ARQUATA DEL TRONTO (AP) – Rocca della Regina Giovanna D’Angiò

E’ una vera e propria fortezza che venne costruita per scopi bellici. Si tratta di un esempio di architettura militare dell’Appennino Marchigiano risalente al 1200 circa. La fortezza è stata di fatto costruita al confine tra le regioni di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Si trova a sud del Monte Vettore ed è ovviamente in una posizione di dominio sopra il paese di Arquata del Tronto, sovrastando la Strada Consolare Salaria che connette il Mar Tirreno all’Adriatico, per uno snodo stradale che anche in epoca romana aveva funzioni essenziali per l’Impero Romano. La storia della fortezza è ovviamente legata a quella di Arquata, da sempre zona di confine contesa tra varie città. La costruzione della rocca iniziò tra l’anno 1000 ed il 1100 e proprio intorno a questa costruzione proseguì lo sviluppo del borgo. Dopo la morte di Federico II, la città di Ascoli decise di aumentare e migliorare i controlli difensivi sul territorio minacciato da Manfredi di Sicilia, figlio del Re svevo. Per questo si dovette realizzare un Forte che proteggesse il territorio ascolano da attacchi esterni. Nel corso del XIII secolo furono costruite le mura di cinta e la roccaforte posta a guardia e a difesa della zona montana della Valle del Tronto. Alla realizzazione dell'opera contribuirono concretamente anche Amatrice e Castel Trione. Norcia, confederata con Arquata dal 1251, il 7 agosto 1255, la cedette ad Ascoli insieme ai possedimenti di Accumoli, Sommati, Tufo, Capodacqua, Roccasalli e Terre Summantine. Dal XIII al XVI secolo, la Rocca ed Arquata vissero alterne vicissitudini fatte di guerre e conflitti con gli altri castelli vicini, specialmente con Norcia, mentre il dominio sulla fortezza fu rivendicato e conteso da Ascoli. Dopo la morte di Papa Giovanni XXII, Ascoli si proclamò repubblica indipendente e Arquata, fedele al papato, cercò di sottrarsi al dominio ascolani. Negli anni 1798 e 1789, nel periodo della dominazione francese, Arquata fu assorbita nel territorio del Dipartimento del Clitunno che aveva per capoluogo la città di Spoleto. In questa fase storica, la fortezza venne ristrutturata con casematte e piazzole d’artiglieria; nel 1860, appena dopo l’unità d’Italia, la rocca venne abbandonata e si trasformò in un rudere, ma fortunatamente all’inizio del 1900 vennero avviati dei lavori di restauro che consentirono la ricostruzione della torre più alta e del torrione esagonale. Altri lavori hanno permesso di creare una sala polifunzionale all’interno. Tutto l’edificio è stato definito come una realizzazione elegante ed equilibrata. Ovviamente la fortezza è il risultato di numerosi interventi. La struttura della Rocca è stata creata con dei blocchi di pietra arenaria locale, mentre sulla parte superiore delle torri si trova un'opera di “aggetto realizzata in laterizio e travertino, rifinita da una merlatura a coda di rondine”. L'impianto essenziale della rocca si caratterizza per una cinta muraria, gli edifici delle 2 torri e alcuni resti di un terzo torrione. L’intera area è stata circondata da un parco che racchiude gli spazi della fortezza e la rampa di accesso della rocca. Gli edifici sono collegati tra di loro tramite una recinzione in muratura con un cammino di ronda. Nel tessuto murario del recinto si trovano blocchi di pietra di grandi dimensioni. Il primissimo elemento edificato sul colle fu il torrione di pianta esagonale, alto circa 12 metri e situato allo spigolo sud-est. Collegata al torrione esagonale si trovava la cinta muraria, lunga 70 metri. L’unico lato scoperto del colle era caratterizzato da un percorso che univa il torrione al paese. La torre nord – 24 metri di altezza e a base quadrata di 7x7 m - venne realizzata alla fine del 1300 ed era collegata con la zona sud tramite una doppia cinta muraria - dotata di apparato aggettante, con piombatoi, e il cammino di ronda sostenuto da archetti - che delimitava un grande spazio interno di forma rettangolare delle dimensioni di m. 21x24. All'interno di questo piazzale vi dovevano essere diverse costruzioni che consentivano a decine di persone di poter abitare per mesi la rocca. Come in tutti i territori di questa zona, anche la rocca cela un mistero di leggenda tra le sue mura. Secondo la tradizione popolare, essa fu residenza della regina Giovanna d'Angiò (detta Giovanna la pazza) tra il 1420 ed il 1435. La sovrana, probabilmente, avrebbe ricostruito la rocca che, all’epoca, rappresentava l'ultimo avamposto di difesa del Regno di Napoli. Il racconto vuole che la sovrana era abituata ad invitare nella sua stanza, posta sulla torre più alta, i giovani pastori per intrattenersi con loro durante la notte. Il destino e la sorte degli ospiti erano però legati al giudizio della donna che, se non contenta, non esitava a far appendere i malcapitati ai torrioni del maniero. Da questa storia deriva definizione "Castello della Regina Giovanna", altro nome con cui localmente è conosciuta la Rocca. Si narra che durante le notti d’estate, nei pressi della fortezza, si possano ancora udire i lamenti del fantasma della sovrana che si aggira nel castello, dimostrando ancora oggi di possedere quella indomabile irrequietezza che contraddistinse la sua esistenza. Il 19 Agosto di ogni anno si svolge la tradizionale manifestazione la “Discesa della Regina Giovanna”, in cui si ricorda la presenza della Sovrana. Si tratta di una rievocazione storica in costume medievale dove i figuranti discendono dalla fortezza e, percorrendo le strette vie del borgo, giungono fino al centro del paese. Il corteo è aperto dai musicisti che con i loro tamburi annunciano l’arrivo della sovrana, seguita dai paggetti che le sostengono lo strascico dell’abito e dalle dame di corte. A questi si aggiungono damigelle, notabili, soldati, arcieri, sbandieratori, giullari e pastori. In piazza viene allestito per l’occasione un grande banchetto a base di pietanze medievali allietato da danzatori, musicisti ed artisti che propongono giochi di strada. Per approfondire, consiglio la visita del seguente sito: 
Cliccando sul seguente link potrete vedere diverse foto della rocca trattata: http://www.arquatadeltronto.com/it/multimedia/galleria-fotografica/category/4-la-rocca-di-arquata-del-tronto.html


Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre la seconda è presa da https://castlesintheworld.wordpress.com/2014/11/10/rocca-di-arquata-del-tronto-2/

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