lunedì 4 aprile 2016

Il castello di lunedì 4 aprile






NAPOLI – Castello Spagnolo di Nisida

Il Castello di Nisida si trova sull’omonimo isolotto del golfo di Napoli, appartenente amministrativamente alla frazione di Bagnoli. La costruzione dell’edificio risale probabilmente al periodo angioino, quando regnava la Regina Giovanna, nipote di Roberto d’Angiò. Siamo quindi intorno alla seconda metà del XIV secolo, ed è appunto in questo periodo storico che viene data la realizzazione della Torre di Guardia, adibita a casino di caccia e a residenza della sovrana. Successivamente, nel XVI secolo, il vicerè Don Pedro de Toledo ne ordinò un restauro e un riadattamento per farne uno dei baluardi difensivi della città, soprattutto per contrastare le scorribande del pirata Barbarossa, molto attivo in quel periodo tra la Calabria e Ischia. La proprietà del castello, così come quello dell'intero isolotto, appartenne alla famiglia napoletana dei Macedonio, duchi di Grottolella. Più avanti, nel XVII secolo (1626), durante la drammatica epidemia di peste che colpì la capitale del regno, il Vicerè Antonio Álvarez de Toledo decise di adibire il castello a lazzaretto per accogliere i malati. Nel XVIII secolo, invece, sotto il dominio borbonico, l’edificio perse la sua utilità difensiva e fu utilizzato come prigione nella quale venivano rinchiusi criminali e prigionieri politici. Le tribolate vicende che caratterizzano tali mutamenti furono arricchite da episodi più o meno eclatanti come ad esempio nel 1851 quando il conte di Gladstone denunciò le disumane condizioni in cui versavano i detenuti. Ironia della sorte volle che, nel periodo post-unitario, il castello divenne luogo di detenzione per gli ex funzionari borbonici a seguito dell'epurazione avviata dai Savoia nella Pubblica Amministrazione. Nel ventennio fascista il penitenziario fu convertito a riformatorio giudiziario, diventando, a partire dal 1934, uno dei pochi Penitenziari Minorili d’Italia. Lo stabilimento sorge sul versante sud-orientale dell'isola e comprende l'insenatura di Porto Paone. Abbattuto il vecchio pericolante torrione che dava un aspetto lugubre, nel 1933 i locali sottostanti sono stati riattati al reparto cellulare di osservazione, accanto all'infermeria e i locali di quarantena sanitaria. Ai piani superiori si accede agli uffici amministrativi, gli alloggi del direttore penitenziario e degli agenti di polizia penitenziaria. Dirimpetto all'ingresso dell'edifizio si apre un ampio viale ai quali margini sono collocati i padiglioni adibiti ai servizi del penitenziario: dormitorio, scuola, refettorio, aiuole e campi da giuoco. Ad un livello inferiore è posto un grande campo sportivo. La fabbrica delle arti è aperta anche ai residenti del quartiere. Altro link interessante: http://nisida.napoli.com/storia.php,


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