lunedì 12 giugno 2017

Il castello di lunedì 12 giugno





ITRI (LT) - Castello Caetani

Le prime notizie di Itri risalgono al 914 (in un atto di vendita è citato uno "Stefano, itrano"). Tra il IX e l'XI secolo sorse il Castello su un'altura che dominava il passaggio della via Appia. Itri fece parte del ducato di Gaeta e passò quindi sotto i Dell'Aquila, signori di Fondi e quindi ai Caetani. Appartenne sempre alla diocesi di Gaeta. L'abitato sorse prima intorno al castello (città alta) e si espanse solo in seguito lungo la via Appia (città bassa). I due nuclei sono separati dal torrente Pontone (o Rio Torto). Un altro nucleo abitato era sorto nella zona di Campello, abbandonato nella seconda metà del XV secolo. Vi nacque nel 1771 Fra' Diavolo (Michele Pezza), che fu prima fuorilegge e quindi colonnello dell'esercito borbonico di Ferdinando IV, in lotta contro l'occupazione dei Francesi, che lo presero e impiccarono a Napoli nel 1806. Dal XIII secolo e fino al 1861 fece parte del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie) nell'ambito dell'antica Provincia di Terra di Lavoro, della quale continuo a fare parte anche dopo l'unità d'Italia, fino al 1927. Il castello, possente fortezza medioevale, alta e maestosa, è collocato sulla parte più elevata della collina denominata Sant'Angelo. Esso si articola intorno ad una torre pentagonale con piccola cinta merlata (attribuita al duca di Gaeta Docibile I nell'882). Nel 950 il nipote di Docibile, Marino I, fece costruire una seconda torre quadrata più alta e maestosa della prima. La rocca fece parte del ducato fino al 1073, anno in cui fu annessa al contado di Fondi. Dal 1234 il contado passò nelle mani dei Caetani, che possedettero il castello per quasi tre secoli. In questo lungo periodo la fortezza fu oggetto di nuovi lavori, con la costruzione della parte abitativa, del torrione cilindrico e del cammino di ronda (1250) che li unisce. Il torrione cilindrico è anche detto "Torre del coccodrillo", in quanto secondo la leggenda nella sua parte inferiore, vi era dell'acqua con la presenza di un alligatore al quale erano dati in pasto i condannati a morte dell’Orto della corte che amministrava la giustizia. Nel 1591 la contea di Fondi, di cui Itri faceva parte, passò ai principi di Stigliano. Nel piazzale, l’area di visita esterna, è visibile l’imponente e compatta facciata del corpo principale, alto 35 metri, costituito da una parte abitativa fiancheggiata da due torri, quella di destra quadrata e quella di sinistra pentagonale. Sulla pavimentazione del piazzale, di recente rifacimento, è visibile la traccia lungo la quale sorgeva una antica delimitazione, testimonianza di come nel tempo la struttura si sia ampliata. Attraversando il piazzale si accede all’avamposto o càvea, un fortilizio con tre torrette cilindriche e mura merlate che circondano la piazza d’armi, posto ad un livello più basso. Questa parte era adibita a luogo di ristoro per cavalli, servitù e gendarmi. Dalla cavea si può vedere, grazie ad un cancelletto, il ghetto ebraico (Vico Giudea) dove si trovava anche una piccola sinagoga, ormai scomparsa. La parte del castello destinata ad abitazione si sviluppa su due piani, ciascuno diviso in tre sale. Entrando nella fortezza, subito a sinistra, si aprono due sale da cui si può accedere, attraverso una scala, al piano sottostante. Quest’ultimo è costituito da ampi vani, probabilmente adibiti a locali di servizio come farebbero pensare alcune vasche visibili tuttora in una delle stanze, molto probabilmente usate per conservare i cibi. E’ visibile anche uno dei vecchi forni del castello e una delle antiche cisterne dove veniva raccolta l’acqua piovana. Al secondo piano, si possono ancora vedere i resti di quello che era il camino e un affresco raffigurante probabilmente Sant’Antonio Abate e Madonna con Bambino. Proprio in quel posto era stata fatta costruire, a spese delle famiglia Caetani, una cappella gentilizia; ciò lascia intuire che nella stanza accanto ci fosse una camera da letto. Secondo alcune leggende, sarebbe possibile sentire dei fantasmi lamentarsi nelle notti di temporale e, soprattutto, veder fluttuare dei mantelli lungo il cammino di ronda che collega il castello alla "Torre del Coccodrillo". Salendo l’ultima rampa di scale della torre quadrata si accede a un’ampia terrazza panoramica da cui è possibile scorgere le varie torrette di avvistamento e godere dello straordinario panorama del territorio circostante, dalle pendici dei Monti Aurunci fino al Golfo di Gaeta. Il castello ospitò anche la bellissima Giulia Gonzaga, contessa di Fondi e donna famosa per aver accolto nella sua dimora artisti e letterati dell'epoca quali Vittoria Colonna, Marcantonio Flaminio, Vittore Soranzo, Francesco Maria Molza, Francesco Berni, il pittore Sebastiano del Piombo - che le fece il ritratto - Pier Paolo Vergerio, Pietro Carnesecchi, Juan de Valdés. Nel 1534 il pirata Ariedano detto il Barbarossa giunse ad Itri per rapire l’ avvenente ed illuminata Giulia Gonzaga, una delle donne più celebrate del Rinascimento, per darla in dono al suo padrone sultano Sulimano II; Giulia scappò dal Castello di Fondi e si rifugiò presso quello itrano (taluni sostengono che ella trovò riparo presso il Santuario della Madonna della Civita al quale lasciò in dono, forse proprio per l’ospitalità avuta, un prezioso anello). Il Barbarossa, pensando però che ella si nascondesse nel convento delle Benedettine a San Martino in Pagnano, fece strage delle monache e rase al suolo il convento Ippolito dè Medici, intimo amico di Giulia Gonzaga, probabilmente suo amante, era un assiduo frequentatore del castello itrano; una storia narra che proprio ivi gli fu servito il brodetto avvelenato che ne decretò la morte. Danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, il castello è stato acquistato dalla provincia di Latina nel 1979 per un prezzo simbolico dal dottor comm. Francesco Saverio Ialongo e poi ceduto al Comune d'Itri. Una volta restaurato, il castello avrebbe dovuto ospitare il "Museo del brigantaggio". Durante i lavori di restauro, in seguito ad una richiesta di fondi dalla Comunità Europea, il sindaco e la giunta itrana hanno ritenuto opportuna la collocazione del suddetto museo in una diversa zona del paese, località Madonna delle Grazie. L'inaugurazione della prima parte restaurata del castello è avvenuta il 4 giugno 2003, il 14 settembre 2007 è stato aperto l'intero complesso. Al suo interno oggi il castello di Itri ospita le mostre, i mercatini d'artigianato locale, i convegni, le cerimonie pubbliche, ma anche feste private. Nella cavea invece si organizzano durante l'estate le serate di cinema e diversi concerti. Entrando nel castello, ancora oggi per il visitatore è facile sentirsi avvolto nel mistero tra giochi di luci visibili sulle antiche pietre. La parte abitativa dell'edificio si sviluppa su due piani, suddivisi in diversi ambienti, e unisce la torre poligonale alla torre quadrata. Altri link suggeriti: http://prolocoitri.it/castello-medioevale-di-itri/, http://www.icastelli.it/it/lazio/latina/itri/castello-di-itri, https://castlesintheworld.wordpress.com/2015/01/23/castello-di-itri/, https://www.youtube.com/watch?v=bPqbuLFV7FM (video di Andrea Brengola), https://www.youtube.com/watch?v=2NEKesYV94k (video di Roberto Meschino), https://www.youtube.com/watch?v=2NEKesYV94k (video con drone di Davide Pecchia)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Itri#Il_Castello, http://www.comune.itri.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=4&cod_aggiornamento=13,

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da https://castlesintheworld.files.wordpress.com/2015/01/castello-di-itri9.jpg

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