martedì 9 gennaio 2024

Il castello di martedì 9 gennaio



PALERMO - Porta dei Greci

La porta, posta in piazza Kalsa nel cuore del quartiere della Kalsa, tra i bastioni del Tuono e di Vega, venne edificata nel XIV secolo nei pressi della chiesa di San Nicolò dei Greci (volgarmente detta chiesa di San Nicolò la Carruba), ma presto venne distrutta e riedificata nel 1553 ispirandosi allo stile architettonico della Porta di Castro. Nel lungo contesto delle Guerre del Vespro, Federico III d'Aragona con la nascita del primo figlio maschio Pietro, associò quest'ultimo al trono e lo designò erede, contravvenendo ai patti stipulati (restituzione alla sua morte della Sicilia alla Casa d'Angiò), violando di fatto la Pace di Caltabellotta. Nel 1316 insieme a Porta Termini subì gli assalti dell'esercito di re Roberto d'Angiò al comando di Tommaso Marciani, assalto che fu eroicamente respinto. Presso questa porta Carlo d'Angiò, duca di Calabria, nel 1325 guidò gli scontri che coinvolsero altri tre accessi cittadini. La guerra tra Napoli e Palermo durò fino al 1372, quando la Pace di Catania e il Trattato di Avignone sancirono e riconobbero definitivamente l'indipendenza della Sicilia, in cambio di un congruo risarcimento a favore degli Angiò. In contrapposizione a Porta Nuova che ad occidente magnificava la Conquista di Tunisi, a oriente Porta de' Greci tesseva le lodi per l'impresa di Mahdia. Nel 1550 dopo essere sbarcato dall'ennesima campagna in terra tunisina contro il corsaro Dragut, attraverso questa porta effettuò l'ingresso trionfale Giovanni de Vega, viceré di Sicilia. Come bottino di guerra furono condotte a Palermo le porte di ferro della città conquistata, manufatti che furono installati nel 1556. L'orgoglio per tale impresa dettò la consuetudine d'arricchire i varchi con frasi commemorative. Il Senato Palermitano invitò a celebrare in versi Antonio Veneziano, iscrizione e architetture decorative non più esistenti al presente. Nel 1580 il viceré Marcantonio Colonna, negli ambienti adiacenti vi fece trasferire i collettori delle gabelle ovvero gli esattori delle imposte da Porta Termini. L'intradosso era affrescato con sacre immagini realizzate da Giovanni Fernandez da Navarra, detto il Navarretto. La prima rivoluzione architettonica avvenne nel 1754 con la demolizione di uno dei bastioni che la incorniciavano, mentre l'altro fu demolito nel 1783. In questo periodo la porta venne spostata più verso il mare seguendo il nuovo perimetro murario e sopra di esso venne edificato intorno al 1840 il Palazzo Forcella De Seta dagli architetti Nicolò Puglia e Emmanuele Palazzotto. Sul lato mare la porta è decorata con un motivo a bugne che accentua il chiaroscuro, nella decorazione troviamo anche delle colonne con relativi capitelli. Sull'architrave invece troviamo festoni di fiori e frutta e delle figure umane sdraiate. In origine erano anche presenti un'iscrizione ed un'aquila a due teste, ornata di corona imperiale, recante sul petto lo stemma dell’imperatore Carlo V, opera dello scultore Fazio Gagini. Tale aquila venne successivamente rimossa e posta nella facciata dell’edificio del Monte di Pietà. Analogamente furono tolti due stemmi che adornavano il prospetto esterno, recanti le armi del vicerè del Vega e l’aquila palermitana; dal prospetto interno venne anche tolta un aquila marmorea ad ali spiegate. Quest’aquila è quella che si trova attualmente collocata nel cortile maggiore del Museo Nazionale di Palermo. Il lato interno della Porta, invece, è quasi del tutto privo di decorazioni. Porta dei Greci è legata alla celebre processione fatta nel 1625 a seguito del ritrovamento delle ossa di S. Rosalia sul Monte Pellegrino. Il lungo corteo di popolo, uscito da Porta Felice, rientrò da quella “dei Greci” e analoga manifestazione avvenne nel centenario del 1724. Sulla porta sorgeva il cosiddetto “casino del principe della Cattolica” che, nei moti del 1820, fu quasi interamente distrutto dalle artiglierie delle barche cannoniere siciliane. Nel 1832 esso venne acquistato dal Marchese Ernico forcella il quale lo fece ricostruire con architetture e decorazioni eclettiche, di gusto non sempre accettabile. Il palazzo che rimase in parte incompleto a causa di una lunga lite con le monache del vicino monastero di Santa Teresa che non volevano che le nuove fabbriche togliessero la vista del mare dall’alto della loggia che sormontava il monastero stesso, fu acquistato in seguito dai principi di Baucina e successivamente dal marchese De Seta. Con quest’ultimo nome è comunemente conosciuto. Altri link suggeriti: https://carapalermo.com/2022/03/14/porta-dei-greci-alla-kalsa-la-prima-saracinesca-della-storia/, https://www.youtube.com/watch?v=EQkhQl0fg0o (video di Quotidiano di Palermo)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_dei_Greci, https://turismo.comune.palermo.it/palermo-welcome-luogo-dettaglio.php?tp=68&det=17&id=287, https://liceocannizzaropalermo.edu.it/leportedipalermo/le-porte/porta-dei-greci/

Foto: la prima è presa da https://www.lasiciliainrete.it/directory-tangibili/listing/porta-dei-greci/, la seconda è presa da https://www.palermoviva.it/i-luoghi-storici-della-kalsa-mandamento-tribunali/piazza-kalsa-porta-dei-greci-pw/

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