MARANO EQUO (RM) - Castello
I primi documenti che testimoniano l'esistenza del centro abitato riportano Marano Equo come un feudo sublacense (864 d. C). Il Castello di Marano passò a Cesario Console duca di Roma, e poi al vescovo di Tivoli. Nel 1063 Raniero dei Crescenzi vi fece edificare la rocca, e poi passò di nuovo agli abati di Subiaco. Intorno all’anno Mille, si hanno riscontri storici circa la costruzione del castello del paese, in particolare nella bolla di papa Pasquale II; il castello era unito ad altre fortezze di stanziamenti vicini attraverso una strada che riportava sulla Sublacense attraversando il ponte ligneo di Marano, citato nei documenti fino al 1809. In seguito il castello risultava posseduto da varie personalità riconducibili all’ordine benedettino che hanno plasmato le zone intorno alla struttura secondo un’impronta architettonica e ambientale ben riconoscibile: nella parte più alta del possedimento c’era, appunto, il castello fortificato adibito ad abitazione del possedente, mentre nella parte antistante c’era la cosiddetta Piazza di Corte e una piccola chiesa. Struttura che ancora oggi possiamo ritrovare nel paese nonostante siano state apportate diverse modifiche all’urbanistica. Tra il 1145 e il 1176 fu al centro di continue lotte tra i vari signori locali, e nel 1280 passò ai vescovi di Tivoli. Nel 1474 il castello finì agli abati commendatari che lo amministrarono fino al 1753: durante l'anno la giurisdizione civile passò alla Congregazione del Buon Governo, che provvedeva alla gestione economica di tutte le comunità dello stato pontificio. Tra il 1492 e il 1653 appartenne ai Colonna, ai Caffarelli Borghese e ai Barberini.
Fonti: http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Marano_Equo, https://it.wikipedia.org/wiki/Marano_Equo
Foto: la prima è di Diana Cocco su http://rete.comuni-italiani.it/wiki/File:Marano_Equo_-_Torrione_Castello.jpg, la seconda è presa da https://discoverplaces.travel/it/blog/marano-equo-se-fai-il-cattivo-ti-riporto-a-roma
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